Qoelet 9
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NOVA VULGATA | BIBBIA CEI 2008 |
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1 Omnia haec contuli in corde meo, ut curiose intellegerem quod iusti atquesapientes et opera eorum sunt in manu Dei. Utrum amor sit an odium, omninonescit homo: coram illis omnia. | 1 A tutto questo mi sono dedicato, ed ecco tutto ciò che ho verificato: i giusti e i sapienti e le loro fatiche sono nelle mani di Dio, anche l’amore e l’odio; l’uomo non conosce nulla di ciò che gli sta di fronte. |
2 Sicut omnibus sors una: iusto et impio, bono et malo, mundo et immundo, immolanti victimas et non immolanti. Sicut bonus sic et peccator; ut qui iurat, ita et ille qui iuramentum timet. | 2 Vi è una sorte unica per tutti: per il giusto e per il malvagio, per il puro e per l’impuro, per chi offre sacrifici e per chi non li offre, per chi è buono e per chi è cattivo, per chi giura e per chi teme di giurare. |
3 Hoc est pessimum inter omnia, quae sub sole fiunt, quia sors eadem cunctis;unde et corda filiorum hominum implentur malitia et stultitia in vita sua, etnovissima eorum apud mortuos. | 3 Questo è il male in tutto ciò che accade sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti e per di più il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza dimora in loro mentre sono in vita. Poi se ne vanno fra i morti. |
4 Qui enim sociatur omnibus viventibus, habetfiduciam: melior est canis vivus leone mortuo. | 4 Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi, c’è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto. |
5 Viventes enim sciunt se essemorituros; mortui vero nihil noverunt amplius nec habent ultra mercedem, quiaoblivioni tradita est memoria eorum. | 5 I vivi sanno che devono morire, ma i morti non sanno nulla; non c’è più salario per loro, è svanito il loro ricordo. |
6 Amor quoque eorum et odium et invidiaesimul perierunt, nec iam habent partem in hoc saeculo et in opere, quod sub solegeritur. | 6 Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole. |
7 Vade ergo et comede in laetitia panem tuum et bibe cum gaudio vinum tuum, etenim iam diu placuerunt Deo opera tua. | 7 Su, mangia con gioia il tuo pane e bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere. |
8 Omni tempore sint vestimenta tua candida, et oleum de capite tuo non deficiat. | 8 In ogni tempo siano candide le tue vesti e il profumo non manchi sul tuo capo. |
9 Perfruere vita cum uxore, quam diligis, cunctis diebus vitae instabilitatistuae, qui dati sunt tibi sub sole omni tempore vanitatis tuae: haec est enimpars in vita et in labore tuo, quo laboras sub sole. | 9 Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole. |
10 Quodcumque facere potestmanus tua, instanter operare, quia nec opus nec ratio nec sapientia nec scientiaerunt apud inferos, quo tu properas. | 10 Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza, perché non ci sarà né attività né calcolo né scienza né sapienza nel regno dei morti, dove stai per andare. |
11 Verti me ad aliud et vidi sub sole nec velocium esse cursum nec fortiumbellum nec sapientium panem nec doctorum divitias nec prudentium gratiam, sedtempus casumque in omnibus. | 11 Tornai a considerare un’altra cosa sotto il sole: che non è degli agili la corsa né dei forti la guerra, e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza, e nemmeno degli intelligenti riscuotere stima, perché il tempo e il caso raggiungono tutti. |
12 Insuper nescit homo finem suum, sed sicut piscescapiuntur sagena mala, et sicut aves laqueo comprehenduntur, sic capiunturhomines in tempore malo, cum eis extemplo supervenerit. | 12 Infatti l’uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l’uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui. |
13 Hanc quoque sub sole vidi sapientiam et probavi maximam: | 13 Anche quest’altro esempio di sapienza ho visto sotto il sole e mi parve assai grave: |
14 civitas parva, etpauci in ea viri; venit contra eam rex magnus et vallavit eam exstruxitquemunitiones magnas per gyrum. | 14 c’era una piccola città con pochi abitanti. Un grande re si mosse contro di essa, l’assediò e costruì contro di essa grandi fortificazioni. |
15 Inventusque est in ea vir pauper et sapiens etliberavit urbem per sapientiam suam; et nullus deinceps recordatus est hominisillius pauperis. | 15 Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale con la sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di quest’uomo povero. |
16 Et dicebam ego meliorem esse sapientiam fortitudine, sed sapientia pauperis contemnitur, et verba eius non sunt audita. | 16 Allora io dico: «È meglio la sapienza che la forza, ma la sapienza del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate». |
17 Verba sapientium cum lenitate audiuntur plus quam clamor principis inter stultos. | 17 Le parole pacate dei sapienti si ascoltano meglio delle urla di un comandante di folli. |
18 Melior est sapientia quam arma bellica; sed unus, qui peccaverit, multa bona perdet. | 18 Vale più la sapienza che le armi da guerra, ma un solo errore può distruggere un bene immenso. |