Sapienza 17
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BIBBIA CEI 1974 | BIBBIA RICCIOTTI |
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1 I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare, per questo le anime grossolane furono tratte in errore. | 1 Grandi sono i tuoi giudizi, o Signore, e difficili a spiegare i tuoi oracoli; perciò le anime senza istruzione si smarrirono. |
2 Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo, incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte, chiusi nelle case, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna. | 2 Quando invero gli iniqui s’eran persuasi di dominar sul popol santo, stretti [invece] nelle catene delle tenebre e ne' ceppi di lunga notte, rinchiusi sotto i tetti, se ne giacquero esulanti dall’eterna provvidenza. |
3 Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti, sotto il velo opaco dell'oblio, furono dispersi, colpiti da spavento terribile e tutti agitati da fantasmi. | 3 Mentre pensavano di restar nascosti co’ loro segreti peccati sotto il tenebroso velo dell’oblio, furon dispersi, colti da terribil spavento e conturbati da spettri. |
4 Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò dal timore, ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro, fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano. | 4 Neppur l’antro, che li ricettava, li manteneva sicuri; chè gli atterrivano gli echi risonanti dall’alto, e le apparizioni di lugubri spettri gli spaventavano, |
5 Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce, neppure le luci splendenti degli astri riuscivano a rischiarare quella cupa notte. | 5 Non c’era forza di fuoco che potesse loro far luce, ne le brillanti fiamme delle stelle valevano a rischiarar quella notte orrenda, e |
6 Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, spaventosa; atterriti da quella fugace visione, credevano ancora peggiori le cose viste. | 6 [solo] riluceva ad essi una qualche fiammata improvvisa, piena di terrore; e spaventati da quella visione invisibile, si figuravano ancor peggiori le cose viste. |
7 Fallivano i ritrovati della magia, e la loro baldanzosa pretesa di sapienza. | 7 Le ciurmerle dell’arte magica giacevan giù [impotenti] e la [lor] vanteria di sapienza era smascherata vergognosamente, |
8 Promettevano di cacciare timori e inquietudini dall'anima malata, e cadevano malati per uno spavento ridicolo. | 8 Quei che si millantavan di scacciare i terrori e i turbamenti dell’anima malata, eran malati essi stessi d’una ridicola paura! |
9 Anche se nulla di spaventoso li atterriva, spaventati al passare delle bestiole e ai sibili dei rettili, morivano di tremore, rifiutando persino di guardare l'aria, a cui nessuno può sottrarsi. | 9 Perchè anche quando nulla di mostruoso gli spaventava, atterriti già al passar delle bestie e al sibilo de’ serpenti, si morivan di paura, ricusando persino di guardar quell’aria che in niun modo può sfuggirsi. |
10 La malvagità condannata dalla propria testimonianza è qualcosa di vile e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio. | 10 La malvagità invero, con l'esser [di sua natura] paurosa, testimonia la [propria] condanna, e sempre si figura il peggio nel turbamento della coscienza. |
11 Il timore infatti non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione; | 11 La paura infatti non è altro, se non l’abbandono degli aiuti che provengon dal ragionare, |
12 quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi, tanto più grave si stima l'ignoranza della causa che produce il tormento. | 12 e minore essendo al di dentro la speranza, maggior caso fa dell’ignorar la causa donde viene il tormento. |
13 Ma essi durante tale notte davvero impotente, uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere, intorpiditi da un medesimo sonno, | 13 Essi pertanto in una notte davvero impotente, e sbucata fuori dalle infime profondità dell’[impotente] averno, addormentati nello stesso sonno, |
14 ora erano agitati da fantasmi mostruosi, ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima; poiché un terrore improvviso e inaspettato si era riversato su di loro. | 14 ora da paurose ombre di spettri erano agitati, ora prostrati per il tradimento della [loro] anima; che un subito e inaspettato terrore gli aveva invasi. |
15 Così chiunque, cadendo là dove si trovava, era custodito chiuso in un carcere senza serrami, | 15 E venendo poi alcuno di loro a cadere, era tenuto rinchiuso in una prigione senza ferri. |
16 fosse un agricoltore o un pastore o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari, sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile, perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre. | 16 Foss’egli un contadino o un pastore o un operalo addetto al lavori del campo, sorpreso, era assoggettato all'inevitabile necessità: |
17 Il sibilare del vento, il canto melodioso di uccelli tra folti rami, il mormorio di impetuosa acqua corrente, il cupo fragore di rocce cadenti, | 17 da una stessa catena di tenebre eran tutti avvinti. Sia il vento che fischiava, o il canto melodioso degli uccelli tra i folti rami, o il rumor d’acqua scorrente con impeto, |
18 la corsa invisibile di animali imbizzarriti, le urla di crudelissime belve ruggenti, l'eco ripercossa delle cavità dei monti, tutto li paralizzava e li riempiva di terrore. | 18 l’aspro fracasso di sassi precipitanti, o l’invisibile corsa di saltellanti animali, o l’urto fiero di belve ruggenti, o l’eco ripercossa dalle più alte montagne, [tutto] li paralizzava per lo spavento. |
19 Tutto il mondo era illuminato di luce splendente ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento. | 19 Che, tutto il mondo splendeva di fulgida luce, ed era occupato senza impaccio in lavori; ma sovr’essi soli si stendeva gravosa notte, immagine delle tenebre che dovevano accoglierli. E più gravosi ancor delle tenebre erano essi a se stessi! |
20 Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda, immagine della tenebra che li avrebbe avvolti; ma erano a se stessi più gravosi della tenebra. |