Tractato della discrezione

- XV - Come la colpa è piú gravemente punita doppo la passione di Cristo che prima, e come Dio promette di fare misericordia al mondo e a la sancta Chiesa col mezzo dell’orazione e del patire de’ servi suoi. (Santa Caterina da Siena)
- IX - Qui comincia el trattato de la discrezione. E prima, come l’affetto non si die ponere principalmente ne la penitenzia ma ne le virtú. E come la discrezione riceve vita da l’umilita, e come rende ad ciascuno el debito suo. (Santa Caterina da Siena)
- X - Similitudine come la canta, l’umilita e la discrezione sono unite insieme; a la quale similitudine l’anima si debba conformare. (Santa Caterina da Siena)
- XI - Come la penitenzia e gli altri exercizi corporali si debbono prendere per strumento da venire a virtú e non per principale affecto. E del lume de la discrezione in diversi altri modi e operazioni. (Santa Caterina da Siena)
- XII - Repetizione d’alcune cose gia dette, e come Dio promette refrigerio a’ servi suoi e la reformazione de la sancta Chiesa col mezzo del molto sostenere. (Santa Caterina da Siena)
- XIII - Come questa anima per la responsione divina crebbe insiememente e manca in amaritudine; e come fa orazione a Dio per la Chiesa sancta sua e per lo popolo suo. (Santa Caterina da Siena)
- XIV - Come Dio si lamenta del popolo cristiano, e singularmente de’ ministri suoi, toccando alcuna cosa del sacramento del Corpo di Cristo e del benefizio de la Incarnazione. (Santa Caterina da Siena)
- XVI - Come questa anima cognoscendo piú de la divina bontá, non rimaneva contenta di pregare solamente per lo popolo cristiano e per la sancta Chiesa, ma pregava per tutto quanto el mondo. (Santa Caterina da Siena)
- XVII - Come Dio si lamenta de le sue creature razionali e maximamente per l’amore proprio che regna in loro, confortando la predetta anima ad orazione e lagrime. (Santa Caterina da Siena)
- XVIII - Come neuno può uscire de le mani di Dio, però che o egli vi sta per misericordia o elli vi sta per giustizia. (Santa Caterina da Siena)
- XIX - Come questa anima crescendo nell’amoroso fuoco desiderava di sudare di sudore di sangue; e reprendendo se medesima faceva singulare orazione per lo padre dell’anima sua. (Santa Caterina da Siena)
- XX - Come senza tribolazioni portate con pazienzia non si può piacere a Dio; e però Dio conforta lei e il padre suo a portare con vera pazienzia. (Santa Caterina da Siena)
- XXI - Come, essendo rotta la strada d’andare al cielo per la disobedienzia d’Adam, Dio fece del suo Figliuolo ponte per lo quale si potesse passare. (Santa Caterina da Siena)
- XXII - Come Dio induce la predecta anima a raguardare la grandezza d’esso ponte, cioè per che modo tiene da la terra al cielo. (Santa Caterina da Siena)
- XXIII - Come tutti siamo lavoratori messi da Dio a lavorare ne la vigna de la sancta Chiesa. E come ciascuno ha la vigna propria da se medesimo; e come noi tralci ci conviene essere uniti ne la vera vite del Figliuolo di Dio. (Santa Caterina da Siena)
- XXIV - Per che modo Dio pota i tralci uniti con la predetta vite, cioè i servi suoi, e come la vigna di ciascuno è tanto unita con quella del proximo, che neuno può lavorare o guastare la sua che non lavori o guasti quella del proximo. (Santa Caterina da Siena)
- XXV - Come la predetta anima, doppo alcune laude rendute a Dio, el prega che le mostri coloro che vanno per lo ponte predetto e quelli che non vi vanno. (Santa Caterina da Siena)
- XXVI - Come questo benedetto ponte ha tre scaloni, per li quali si significano tre stati dell’anima. E come questo ponte, essendo levato in alto, non é pera separato da la terra. E come s’intende quella parola che Cristo dixe: “Se Io sarò levato in alto, ogni cosa trarrò a me». (Santa Caterina da Siena)
- XXVII - Come questo ponte é murato di pietre, le quali significano le vere e reali virtú, e come in sul ponte è una bottiga, dove sì dú el cibo a’ viandanti; e come chi tiene per lo ponte va ad vita, ma chi tiene di sotto per lo fiume, va ad perdizione e ad morte. (Santa Caterina da Siena)
- XXVIII - Come per ciascuna di queste due strade si va con fadiga, cioè per lo ponte e per lo fiume. E del dilecto che l’anima sente in andare per lo ponte. (Santa Caterina da Siena)
- XXIX - Come questo ponte, essendo salito al cielo el di de la Ascensione, non si parti però di terra. (Santa Caterina da Siena)
- XXX - Come questa anima, maravigliandosi de la misericordia di Dio, raconta molti doni e grazie procedute da essa divina misericordia ad l’umana generazione. (Santa Caterina da Siena)
- XXXI - De la indignita di quelli che passano per lo fiume, di sotto al ponte decto; e come l’anima, che passa di sotto, Dio la chiama arbore di morte, el quale tiene le radici sue principalmente in quatro vizi. (Santa Caterina da Siena)
- XXXII - Come e’ fructi di questo arbore tanto sono diversi quanto sono diversi e’ peccati. E prima del peccato de la carnalitade. (Santa Caterina da Siena)
- XXXIII - Come el frutto d’alcuni altri è l’avarizia. E de’ mali che procedono da essa. (Santa Caterina da Siena)
- XXXIV - Come d’alcuni altri, e’ quali tengono stato di signoria, el loro fructo è ingiustizia. (Santa Caterina da Siena)
- XXXV - Come per questi e per altri defecti si cade nel falso giudicio. E de la indignità ne la quale perciò si viene. (Santa Caterina da Siena)
- XXXVI - Qui parla sopra quella parola che dixe Cristo quando dixe: «Io mandarò el Paraclito che riprendere el mondo de la ingiustizia e del falso giudicio». E qui dice come una di queste reprensioni è continua. (Santa Caterina da Siena)
- XXXVII - De la seconda reprensione, ne la quale si riprende de la ingiustizia e del falso giudicio in generale e in particulare. (Santa Caterina da Siena)
- XXXVIII - Di quattro principali tormenti de’ dannati; a’ quali seguitano tucti gli altri e in singularita della ladiezza del demonio. (Santa Caterina da Siena)
- XXXIX - De la terza reprensione, la quale si farà nel di del giudicio. (Santa Caterina da Siena)
- XL - Come i dannati non possono desiderare alcuno bene. (Santa Caterina da Siena)
- XLI - De la gloria de’ beati. (Santa Caterina da Siena)
- XLII - Come doppo el giudicio generale crescerá la pena de’ dannati. (Santa Caterina da Siena)
- XLIII - De la utilita de le temptazioni, e come ogni anima ne la extremita de la morte vede e gusta el luogo suo, prima che essa anima sia separata dal corpo, cioè o pena o gloria che debba ricevere. (Santa Caterina da Siena)
- XLIV - Come el demonio sempre piglia l’anime sotto colore d’alcuno bene. E come quelli che tengono per lo fiume, e non per lo ponte predetto, sono ingannati, però che volendo fuggire le pene caggiono ne le pene; ponendo qui la visione d’uno arbore che questa anima ebbe una volta. (Santa Caterina da Siena)
- XLV - Come, avendo el mondo per lo peccato germinato spine e triboli, chi sono quelli ad cui queste spine non fanno male, bene che neuno passi questa vita senza pena. (Santa Caterina da Siena)
- XLVI - De’ mali che procedono da la cechita dell’occhio de l’intelletto. E come li beni che non sono facti in stato di grazia non vagliono ad vita etterna. (Santa Caterina da Siena)
- XLVII - Come non si possono observare i comandamenti che non si observino i consigli. E come in ogni stato che la persona vuole essere, avendo sancta e buona volontà, è piacevole a Dio. (Santa Caterina da Siena)
- XLVIII - Come li mondani con ciò che posseggono non si possono saziare; e de la pena che dá loro la perversa volontà pur in questa vita. (Santa Caterina da Siena)
- XLIX - Come el timore servile non è sufficiente a dare vita eterna; e come exercitando questo timore si viene ad amore de le virtú. (Santa Caterina da Siena)
- L - Come questa anima venne in grande amaritudine per la cechità di quelli che s’annegavano giú per lo fiume. (Santa Caterina da Siena)
- LI - Come i tre scaloni figurati nel ponte giá decto, cioè nel Figliuolo di Dio, significano le tre potenzie dell’anima. (Santa Caterina da Siena)
- LII - Come, se le predecte tre potenzie dell’anima non sono unite insieme, non si può avere perseveranzia, senza la quale neuno giogne al termine suo. (Santa Caterina da Siena)
- LIII - Exposizione sopra quella parola che dixe Cristo: «Chi ha sete venga ad me e beia». (Santa Caterina da Siena)
- LIV - Che modo debba tenere generalmente ogni creatura razionale per potere escire del pelago dei mondo e andare per lo predecto sancto ponte. (Santa Caterina da Siena)
- LV - Repetizione in somma d’alcune cose giá decte. (Santa Caterina da Siena)
- LVI - Come Dio, volendo mostrare a questa devota anima che i tre scaloni del sancto ponte sono significati in particulare per li tre stati dell’anima, dice che ella levi sé sopra di sé a raguardare questa veritá. (Santa Caterina da Siena)
- LVII - Come questa devota anima, raguardando nel divino specchio, vedeva le creature andare in diversi modi. (Santa Caterina da Siena)
- LVIII - Come el timore servile, senza l’amore de le virtú, non è sufficiente a dare vita eterna. E come la legge del timore e quella dell’amore sono unite insieme. (Santa Caterina da Siena)
- LIX - Come, exercitandosi nel timore servile, el quale è stato d’ inperfeczione (per lo quale s’intende el primo scalone del sancto ponte), si viene al secondo, el quale è stato di perfeczione. (Santa Caterina da Siena)
- LX - De la inperfeczione di quelli che amano e servono Dio per propria utilita e diletto e consolazione. (Santa Caterina da Siena)
- LXI - In che modo Dio manifesta se medesimo all’anima che l’ama. (Santa Caterina da Siena)
- LXII - Perché Cristo non dixe: «Io manifestarti el Padre mio», ma dire: «Io manifestarò me medesimo». (Santa Caterina da Siena)
- LXIII - Che modo tiene l’anima per salire lo scalone secondo del sancto ponte, essendo giá salita el primo. (Santa Caterina da Siena)
- LXIV - Come, amando Dio inperfectamente, inperfectamente s’ama el proximo. E de’ segni di questo amore inperfecto. (Santa Caterina da Siena)