Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Lettera agli Ebrei 6


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NOVA VULGATABIBBIA TINTORI
1 Quapropter praetermittentes inchoationis Christi sermonem ad perfectionem feramur, non rursum iacientes fundamentum paenitentiae ab operibus mortuis et fidei ad Deum,1 Per questo, lasciando da parte l'insegnamento elementare di Cristo, eleviamoci a quello che è più perfetto, senza stare a porre di nuovo il fondamento della conversione dalle opere di morte, della fede in Dio,
2 baptismatum doctrinae, impositionis quoque manuum, ac resurrectionis mortuorum et iudicii aeterni.2 della dottrina dei battesimi e anche dell'imposizione delle mani e della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.
3 Et hoc faciemus, si quidem permiserit Deus.
3 Faremo anche questo, se Dio lo permetterà.
4 Impossibile est enim eos, qui semel sunt illuminati, gustaverunt etiam donum caeleste et participes sunt facti Spiritus Sancti4 Ma però è impossibile che quelli i quali sono stati una volta illuminati, hanno gustato anche il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo,
5 et bonum gustaverunt Dei verbum virtutesque saeculi venturi5 hanno pure gustata la dolcezza della parola di Dio e le maraviglie del secolo futuro,
6 et prolapsi sunt, rursus renovari ad paenitentiam, rursum crucifigentes sibimetipsis Filium Dei et ostentui habentes.6 e sono poi precipitati, tornino un'altra volta a penitenza, crocifiggendo nuovamente in se stessi il Figlio di Dio ed esponendolo all'ignominia.
7 Terra enim saepe venientem super se bibens imbrem et generans herbam opportunam illis, propter quos et colitur, accipit benedictionem a Deo;7 Difatti la terra la quale beve la pioggia che spesso cade su di lei, e produce utili erbe per chi la coltiva, riceve la benedizione di Dio;
8 proferens autem spinas ac tribulos reproba est et maledicto proxima, cuius finis in combustionem.
8 ma se non dà che spine e triboli, non è stimata niente, sta per essere maledetta e va a finire sotto le fiamme.
9 Confidimus autem de vobis, dilectissimi, meliora et viciniora saluti, tametsi ita loquimur;9 Tuttavia, o dilettissimi, anche se parliamo cosi, ci ripromettiamo da voi cose migliori e più dirette alla salvezza;
10 non enim iniustus Deus, ut obliviscatur operis vestri et dilectionis, quam ostendistis nomini ipsius, qui ministrastis sanctis et ministratis.10 perchè Dio non è ingiusto, e quindi non può dimenticare l'opera vostra, la carità che avete dimostrata per il suo nome, nell'aver servito e nel servire ai santi.
11 Cupimus autem unumquemque vestrum eandem ostentare sollicitudinem ad expletionem spei usque in finem,11 Desideriamo nondimeno che ciascuno di voi dimostri la medesima diligenza nel rendere perfetta la speranza sino alla fine,
12 ut non segnes efficiamini, verum imitatores eorum, qui fide et patientia hereditant promissiones.
12 affinché non diventiate indolenti, ma vi facciate imitatori di coloro che mediante la fede e la pazienza sono eredi delle promesse.
13 Abrahae namque promittens Deus, quoniam neminem habuit, per quem iuraret maiorem, iuravit per semetipsum13 Or quando fece la promessa ad Abramo, Dio, non avendo uno di se più grande per cui giurare, giurò per se stesso,
14 dicens: “ Utique benedicens benedicam te et multiplicans multiplicabo te ”;14 dicendo: Sì, certo, ti benedirò e ti farò moltiplicare immensamente.
15 et sic longanimiter ferens adeptus est repromissionem.15 E così aspettando con pazienza, Abramo ottenne il compimento della promessa.
16 Homines enim per maiorem sui iurant, et omnis controversiae eorum finis ad confirmationem est iuramentum;16 Ma siccome gli uomini giurano per chi ò maggiore di loro e la garanzia del giuramento mette fine ad ogni loro controversia.
17 in quo abundantius volens Deus ostendere pollicitationis heredibus immobilitatem consilii sui, se interposuit iure iurando,17 Dio, volendo meglio che mai far conoscere agli eredi della promessa l'immutabilità del suo proposito, interpose il giuramento,
18 ut per duas res immobiles, in quibus impossibile est mentiri Deum, fortissimum solacium habeamus, qui confugimus ad tenendam propositam spem;18 affinchè per mezzo di due cose immutabili nelle quali è impossibile che Dio mentisca, avessimo una grandissima consolazione noi che ci eravamo rifugiati nella sicurezza della speranza postaci dinanzi,
19 quam sicut ancoram habemus animae, tutam ac firmam et incedentem usque in interiora velaminis,19 speranza che noi teniamo come àncora dell'anima, sicura e salda e penetrante al di là del velo,
20 ubi praecursor pro nobis introivit Iesus, secundum ordinem Melchisedech pontifex factus in aeternum.
20 dove precursore per noi entrò Gesù, fatto « sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedech ».