Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Prima lettera di Giovanni 4


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Quali spiriti sian da Dio, e quali no. Dio avendoci prevenuti con la sua dilezione, e avendo dato per noi il proprio suo Figliuolo, dobbiam noi pure amare Dio, ed il prossimo. La perfetta carità manda fuora il timore.

1Carissimi, non vogliate credere ad ogni spirito, ma private gli spiriti, se sono da Dio: conciossiaché molli falsi profeti sono usciti pel mondo.2Da questo si conosce lo spirito di Dio: qualunque spirito, che confessi, che Gesù Cristo è venuto nella carne, egli è da Dio:3Ma qualunque spirito, che divida Gesù, non è da Dio: e questi è un Anticristo, il quale avete udito, che viene, e già fin d'adesso è nel mondo.4Voi figliuolini, siete da Dio, e avete vinto colui, perché più potente è quegli, che è in voi, che colui, che sta nel mondo.5Eglino sono del mondo: per questo parlano cose del mondo, e il mondo gli ascolta.6Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio, ascolta noi: chi non è da Dio, non ci ascolta: con questo distinguiamo io spirito di verità dallo spirito di errore.7Carissimi amiamoci l'un l'altro: perché la carità è da Dio. E chi ama, nato di Dio, e conosce Dio.8Chi non ama, non ha conosciuto Dio: dappoiché Dio è carità.9Da questo si rendette manifesta la carità di Dio verso di noi, perché mandò Dio il suo Unigenito al mondo, affinché per lui abbiamo vita.10Qui sta la carità: che non come se noi avessimo amato Dio, ma che egli il primo ci abbia amati, e abbia mandato il Figliuolo suo propiziazione pe' nostri peccati.11Carissimi, se Dio ci ha amati in tal guisa: noi pure dobbiamo amarci l'un l'altro.12Nissnno ha mai veduto Dio. Se ci amiamo l'un l'altro, Dio abita in noi, e la carità di lui è in noi perfetta.13Da questo conosciamo, che siamo ti lui, e che egli è in noi: perché egli ha dato a noi del suo Spirito.14E noi abbiamo veduto, ed attestiamo, che il Padre ha mandato il suo Figliuolo Salvatore del mondo.15Chiunque confesserà, che Gesù è Figliuolo di Dio, Dio abita in lui, ed egli in Dio.16E noi abbiam conosciuto, e creduto alla carità, che Dio ha per noi. Dio è carità: e chi sta nella carità, sta in Dio, e Dio in lui.17In questo è perfetta la carità di Dio in noi, se abbiamo fiducia pel di del giudizio: perché quale egli è, tali siam noi in questo mondo.18Il timore non istà colla carità: ma la carità perfetta manda via il timore, perché il timore ha tormento: e chi teme, non è perfetto nella carità.19Noi adunque amiam Dio, dappoi ché egli il primo ci ha amati.20Se uno dirà: io amo Dio; e odierà il suo fratello, egli è bugiardo. Imperocché chi non ama il suo fratello, che vede, come può amare Dio, cui egli non vede?21E questo comandamento ci è stato dato da Dio: che chi ama Dio, ami anche il proprio fratello.

Note:

4,1:Non vogliate credere ad ogni spirito ec. Spirito in questo luogo significa il dottore, il maestro, che parli delle cose della religione. Vuol qui l'Apostolo raccomandare ai fedeli di guardarsi dai cattivi maestri, e dai falsi profeti, de' quali un gran numero si levò su in que tempi, come abbiam veduto dalle lettere di s. Paolo. Bisogna provare gli spiriti per discernere, se siano veramente mandati da Dio, e se come ministri di lui annunzino la verità, ovvero come seduttori, e istrumenti del diavolo s'intrudono nella Chiesa a corromper la fede, e ad ingannare i semplici. Ma quale e la via di provare questi spiriti, ed a chi si spetta il discernere, se quello che insegnano, sia secondo l'analogia della fede, o contrario alla fede o Sarà egli un tal discernimento da rimettersi al privato spirito di qualsivoglia uomo, come è stato insegnate dagli ultimi eretici? Nè l'Edra, nè il Cerbero de poeti ebber mai tante teste, quanti saranno i mostri di religione, che verranno prodotti da questo privato spirito, se a lui diasi di alzar tribunale, e di decidere senz'appello. Alla Chiesa adunque appartiene il diritto di giudicare della vera dottrina, ed ella perentoriamente ne giudica, confrontando la dottrina, che le viene portata a disaminarsi, con quello che ella ha apparato da Cristo, e dagli Apostoli. Questa via si facile a recidere prontamente ogni quistione, e rassicurare gli animi semplici, i quali dall'appariscente novità esser potrebbono agevolmente commossi, questa via non piace ai novatori, e ben ne veggiam la ragione; ma ella è quella stessa, che ci è mostrata in tutte le scritture, ed è in questo stesso luogo evidentemente indicata dal nostro Apostolo, come vedremo in appresso.

4,2:Da questo si conosce lo spirito di Dio: qualunque spirito, che confessi ec. Bisogna osservare, che le eresie di quel tempo preser di mira la persona di Gesù Cristo. Simone il Mago negava, che Gesù fosse il Messia; Cerinto diceva, che egli era un puro uomo figliuolo di Giuseppe, e di Maria; altri negavano l'umanità di Cristo, e dicevano, che egli non era veramente nato, nè era morto, nè risuscitato ec. ma solo in apparenza, come gli Gnostici, e i Doceti. Dice adunque il nostro Apostolo: io vi darò un segno certo per riconoscere, quando di Dio sia lo spirito, che favella. Chi confessa, che Gesù Cristo, o sia il Figliuolo di Dio si è incarnato, e per conseguenza confessa la verità di tutti gli altri misteri di Gesù Cristo, i quali con questo sono connessi, egli è da Dio, e la dottrina di lui viene da Dio. Domandiamo all'eretico, in qual modo sia certo, che questa dottrina sia vera e celeste. Pensi, e ripensi, quanto vuole: non altra ragione potrà trovare, se non che la stessa dottrina è quella insegnata da Giovanni, e dagli altri Apostoli, i quali la ricevetter da Cristo, e tenuta costantemente da tutta la Chiesa, come il comune patrimonio di tutti i fedeli. Non debbono adunque meravigliarsi, nè alzar le strida gli eretici, se la Chiesa senza mettere, com'essi vorrebbono, a lungo esame le nuove loro invenzioni, riconoscendole al primo aspetto contrarie a quello che fin da principio ella ha creduto, le rigetta altamente, e dichiara, che non possono essere se non dottrine false, e dettate non dallo spirito di verità, ma dallo spirito di menzogna, perchè contrarie alla sede da lei in ogni tempo tenuta. Non debbono, torno a dire, meravigliarsi; la Chiesa in ciò facendo procede, come le insegnò a procedere s. Giovanni in questo, e nel seguente versetto. Ella dice a gran ragione agli eretici per bocca di s. Girolamo: perchè venite voi dopo di tanti secoli ad insegnarmi quello che io non seppi giammai? Imperocchè senza questa dottrina è stato tutto il cristiano mondo fino a quest'oggi. Diranno forse gli eretici, che la Chiesa ha errato, e per conseguenza è perita? A sì empia parola non risponderò se non con una gravissima parola di s. Agostino, la quale sola servir potrebbe se non a convertire, almeno a confonder costoro. La Chiesa è perita? Ma ditemi adunque voi donde siete nati. Cont. Crescen. lib. 2. cap. XXXV.

4,3:Qualunque spirito, che divida Gesù ec. Cristo è una persona in due distinte nature. Divide Cristo, chi dice, che egli è un puro uomo, e chi confessando, che Cristo è Dio, nega, che egli abbia presa umana carne dal seno della Vergine. Alcuni degli Gnostici dicevano, altro essere Gesù, altro il Cristo, altro l'Unigenito. Colui, che divide Gesù Cristo, egli è un anticristo, quell'anticristo, che voi sapete, che verrà secondo la predizione di Cristo, ed il quale non in persona propria, ma in persona degli eretici suoi precursori è già fin d'adesso nel mondo, e per mano di questi suoi ministri ordisce il mistero d'iniquità, 2. Thess. II. 17.

4,4:Avete vinto colui, perchè più potente ec. Avete con la costante vostra fede superato l'anticristo, cioè lo spirito di errore, perchè più potente è Cristo, che abita in voi, e vi regge, e governa, che non è il demonio, il quale abita nel mondo, viene a dire, negli empi, Vedi Jo. XII. 21., XVI. 11., 2. Cor. IV. 4.

4,5:Eglino sono del mondo ec. Gli anticristi, cioè gli eretici appartengono a quel mondo infelice, che non conobbe Gesù Cristo; per questo parlano di quello che a tal mondo conviene, e sono con piacere ascoltati dal medesimo mondo.

4,6:Chi conosce Dio, ascolta noi: chi non è da Dio, non ci ascolta ec. Allude alle parole di Cristo agli Apostoli; Chi ascolta voi, ascolta me; chi voi disprezza, disprezza me, Luc. X. 16. Chi conosce Dio, viene a dire, chi ama Dio, ed ha società con Dio, ascolta, ubbidisce a coloro, i quali sono stati posti da Dio nella Chiesa maestri della celeste dottrina, agli Apostoli, e a loro successori nel ministero; per lo contrario chi Dio non ha per padre, ma il diavolo, non ascolta la voce dei pastori della Chiesa; e da questo si riconosce, chi è dominato dallo spirito di errore, e chi dallo spirito di verità.

4,7:Amiamoci l'un l'altro: perchè la carità è da Dio ec. Lo spirito d'errore è spirito di cupidità, e di amor proprio; lo spirito di verità è spirito di carità; e sì lo spirito di verità, come lo spirito di carità, sono dono di Dio, e chi ama, egli è veramente figliuolo di Dio, che è verità, e carità, e conosce, cioè ama, ed onora il sommo bene. Vedi Jo. XIV. 21.

4,8:Chi non ama, non ha conosciuto Dio: dappoichè ec. Chi non ama il suo prossimo, fa vedere, che non conosce Dio perchè Dio è carità; onde chi si allontana dalla carità, da Dio stesso si allontana. Commenda altamente s. Agostino questa bellissima sentenza di s. Giovanni, nella quale a gran ragione dice egli, che si contiene tutto quello che di più grande potea dirsi in onore, e commendazione della carità: se nulla in laude della carità si dicesse in questa lettera, se nulla in tatte le altre scritture, e questa sola voce udissimo dallo Spirito di Dio, che Dio è carità, voi da queste verreste subito in cognizione, che il far contro alla carità è lo stesso, che far contro a Dio. Nissano pertanto dica: io pecco contro di un uomo, se non amo il fratello... come non pecchi tu contro Dio, quando pecchi contro la carità, se Dio è carità?

4,9:Da questo si rendette manifesta la carità di Dio ec. Vedi Jo. 111. 19.

4,10:Qui sta la carità; che non come se ec. In questo consiste l'immensità dell'amore di Dio verso di noi. Nella distanza infinita, che v'ha tra Dio, e noi, sarebbe stato un gran miracolo di degnazione, se amando noi Iddio, si fosse questi degnato di riamarci, ma non così andò la bisogna. Noi non solo non fummo i primi ad amare Dio, ma con molte ingiurie, con molte offese lo disgustammo contro di noi, e tali essendo noi, ci amò egli; e come ci amò o Ci amò fino a mandare il suo Unigenito ad offerirsi in sagrifizio pe nostri peccati. Dio adunque (così s. Agostino ) amò degli empi per farli pii, amò degl'ingiusti per farli giusti, amò de malati per risanarli. Vedi 1. Tim. 1. 15.

4,11: Se Dio ci ha amati in tal guisa ec. Che renderem noi a Dio per un amore si incomprensibile? Amiamoci l'un l'altro. Quale scusa, o pretesto può avere di non amare il proprio fratello un uomo, che si ricordi, che sen z'alcun suo merito, anzi con molti suoi demeriti Iddio lo ha amato senza termine, e senza misura? Renda a Dio per tal carità una carità universale verso di tutti i fratelli; dappoichè egli sa, eome Dio riceve per fatto a se stesso quello che fassi verso del prossimi.

4,12: Nissuno ha mai veduto Dio ec. Dio non può vedersi da nissun uomo cogli occhi della carne. E come adunque si può dimostrare a lui la riconoscenza, e l'amore, che noi gli portiamo in corrispondenza a suoi benefizi? Coll'amar lui nei fratelli. Se abbiam questo amore, Dio abita in noi per mezzo della sua grazia, ed è sincera, e reale la carità nostra verso Dio, la quale nell'amor de fratelli si manifesta. Osserva s. Agostino, che la carità si perfeziona principalmente nell'amor dei nemici. Tract. VII.

4,13:Da questo conosciamo, che siamo in lui ec. La stretta società, che abbiamo con lui, si riconosce dall'aver lui comunicato a noi il suo Spirito mediante il battesimo, e la confermazione, il quale è il massimo pegno, che abbiamo dell'amore del Padre, e del Figliuolo verso di noi. Vedi cap. III. 24.

4,14:E noi abbiamo veduto, ed attestiamo, che il Padre ec. Avea portato nel vers. 9. come argomento massimo dell'amore del Padre la missione dell'unigenito fatto propiziazione pei peccati degli uomini, e salvatore del mondo. Di questo gran fatto cita adesso come testimoni oculati se stesso, e gli altri Apostoli, e discepoli di Cristo, per confondere gli eretici, i quali la verità ne gavano della incarnazione di Cristo.

4,15:Chiunque confesserà, che Gesù è Figliuolo di Dio ec. Conferma la divinità di Gesù Cristo negata allora da altri eretici, come Cerinto, Ebione ec. Chi confesserà questa verità non solamente colle parole, ma col fatto, non colla lingua, ma colla vita (dice s. Agostino) Dio abita in lui, ed egli in Dio. Imperocchè tale è quella fede, per cui abita Cristo ne' cuori cristiani, Ephes. III. 17.

4,16:E noi abbiam conosciuto, e creduto alla carità che Dio ha per noi. Si osservi il perpetuo ingegnoso circolo del nostro Apostolo. Egli da Dio passa a Cristo, da Cristo alla carità, dalla carità all'amor de fratelli, dalla carità, e dall'amor de fratelli a Dio torna, e quindi a Cristo; e dappertutto trova argomenti ad accendere la fraterna dilezione. Or egli dice: noi abbiamo imparato da Cristo a conoscere, e distinguere l'estrema carità di Dio verso di noi; e questa carità abbiamo creduto, viene a dire, a questa carità ci siamo uniti, e credendo quello che ella ha fatto per noi, e sperando nella stessa carità, e amando la stessa carità. Dio propriamente, ed essenzialmente è carità; chi adunque sta nella carità, sta in Dio, e Dio in lui, perchè una medesima cosa è Dio, e carità. A vicenda si abitano e colui, che contiene, e quegli che è contenuto (dice s. Agostino tract. VIII. ) sia Dio tua casa, sii tu casa di Dio. Sta in Dio, e Dio sta in te. Sta in te Iddio, per contenerti, tu stai in Dio, affinchè non ti avvenga di cadere; perchè della carità così parla l'Apostolo: la carità non iscade giammai; e come può cadere colui, che da Dio è contenuto? Tract. IX.

4,17:In questo è perfetta la carità di Dio in noi, se abbiamo fiducia ec. Ho seguito nella versione di questo luogo la sposizione di s. Agostino, che è questa: è perfetta in noi la carità di Dio, se il giorno del finale giudicio aspettiamo con gran fidanza, perchè quale egli è (pieno di carità verso tutti gli uomini) tali siamo noi nel mondo, che ci odia, e ci perseguita. Crede s. Agostino, che alluda l'Apostolo a quel luogo del Vangelo, dove Cristo comandando la dilezione degli stessi nemici, aggiunge: affinchè siate figliuoli del Padre vostro, che è ne' cieli, il quale fa nascere il suo sole sopra de buoni, e sopra de' cattivi ec. Amiamo adunque perfettamente, quando non temiamo, ma desideriamo la venuta di Cristo, da cui speriamo l'eterno premio, perchè la carità stessa di Dio imitiamo come buoni figliuoli in questa vita.

4,18:Il timore non istà colla carità: ma la carità perfetta ec. Il timore delle pene può stare con una mediocre carità, ma non mai con una carità consumata, e perfetta. L'ordinario cominciamento della giustificazione dell'uomo viene dal timore dell'inferno, come insegna il santo Concilio di Trento sess. VI. cap. VI. Questo timore va scemando, allorchè va crescendo la carità, e quanto più ella penetra il cuore dell'uomo, tanto più ne va fuori il timore. S. Agostino.
Perchè il timore ha tormento. Il timore inquieta, ed affligge l'animo, che rimira la pena, ed il danno, in cui può cadere. Colui adunque, che teme, non è ancora perfetto nella carità, perchè o nulla v'ha, che sia penoso per la carità, o la pena stessa si ama, come dice s. Agostino de bono viduit. cap. XXI. 26., e qualunque più dura cosa vince il fuoco della carità, come più volte ha detto il medesimo santo.

4,20-21:Chi non ama il suo fratello, che vede, come può amare Dio, cui egli non vede? Natural cosa è all'uomo di amare piuttosto quello ch'ei vede, che quel che non vede. Se adunque un uomo non sa amare il fratello a se congiunto pella somigliante natura, per le infinite mutue relazioni della società, pe' vincoli della medesima, fede, come potrassi credere, che egli ami un essere invisibile, quale è Dio? Qual prova darà egli della sua carità verso Dio, dappoi chè non vuole per amor dello stesso Dio amare il proprio fratello? Imperocchè (soggiunge l'Apostolo) questo comandamento ci è stato dato da Cristo, che chi ama Dio, ami ancora il fratello. E come adunque, se non ami il fratello, vai dicendo, che ami Dio tu, che disprezzi il comandamento di Cristo?