Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Prima lettera di Giovanni 2


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Gesù Cristo è nostro avvocato presso del Padre, e propiziazione pe' peccati di tutto il mondo. Coll'osservanza de' comandamenti di Dio si dimostra la cognizione, e l'amore di Dio. Quale sia il vecchio, e nuovo comandamento; chi sia nella luce, chi nelle tenebre; scrive a varie etadi, esortandole a non amare il mondo, e fuggire gli eretici, e a conservare la fede una volta abbracciata, seguendo la condotta dello Spirito santo.

1Figliuolini miei, scrivo a voi queste cose, affinchè non pecchiate. Che se alcuno avrà peccato, un avvocato abbiamo presso del Padre, Gesù Cristo giusto:2Ed egli è propiziazione pe' nostri peccati: né solamente pe' nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.3E da questo sappiamo, che lo abbiam conosciuto, se osserviamo i suoi comandamenti.4Chi dice che lo conosce, e non oserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e non è in costui verità.5Ma chi osserva la parola di lui, in questo veramente è perfetta la carità di Dio: e da questo sappiamo, che siamo in lui.6Chi dice di stare in lui, dee batter la strada, che quegli battè.7Carissimi, io non vi scrivo un comandamento nuovo, ma un comandamento vecchio, quale voi riceveste da principio: il comandamento vecchio è la parola, che udiste.8Pel contrario un comandamento nuovo scrivo a voi, il quale è vero in lui, ed in voi: dappoiché sono passate le tenebre, e il vero lume già splende.9Chi dice se essere nella luce, e odia il proprio fratello, è tuttora nelle tenebre.10Chi ama il proprio fratello, sta nella luce, e non vi ha in lui scandalo.11Ma chi odia il proprio fratello, è nelle tenebre, e nelle tenebre cammina, e non sa, dove vada: perché le tenebre hanno accecati gli occhi di lui.12Scrivo a voi, figliuolini, che vi sono rimessi i peccati pel nome di lui.13Scrivo a voi, padri, che avete conosciuto colui, che è da principio. Scrivo a voi, giovinetti, che avete vinto il maligno.14Scrivo a voi, fanciulli che avete conosciuto il Padre. Scrivo a voi, o giovinetti, che siete forti, e la parola di Dio sta in voi, ed avete vinto il maligno.15Non vogliate amare il mondo, né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, la carità del Padre non è in lui.16Dappoiché tutto quello, che è nel mondo è concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi, e superbia della vita: la quale non viene dal padre, ma dal mondo.17E il mondo passa, e la di lui con cupiscenza. Ma chi fa il volere di Dio, dura in eterno.18Figliuolini, ell'è l'ultima ora: e siccome udiste, che l'Anticristo viene, anche adesso molti sono diventati Anticristi: donde intendiamo, che è l'ultim' ora.19Sono usciti di tra noi, ma non erano de' nostri: perché se fossero stati de' nostri, si sarebbon certamente rimasi con noi: ma si dee far manifesto, che non tutti sono de' nostri.20Ma voi avete l'unzione dal santo, e sapete ogni cosa.21Non vi ho scritto come ad ignoranti la verità, ma come a tali, che la sanno: e che nissuna bugia vien dalla verità.22Chi è bugiardo se non colui, che nega, che Gesù sia il Cristo? Costui è un Anticristo, che nega il Padre, e il Figliuolo.23Chi nega il Figliuolo, non ha nemmeno il Padre: chi confessa il Figliuolo, ha anche il Padre.24Quello, che voi udiste da principio, stia fermo in voi: se in voi starà fermo quello, che udiste da principio, anche voi starete fermi nel Padre, e nel Figliuolo.25E questa è quella promessa, che egli ha fatto a noi, la vita eterna.26Queste cose vi ho scritto riguardo a quelli, che vi seducono.27Ma resti in voi l'unzione, che avete da lui ricevuta. Né avete bisogno, che alcuno vi ammaestri: ma siccome l'unzione di lui insegna a voi tutte le cose, ed è verace, e non bugiarda. E siccome ha a voi insegnato: statevi in lui.28Adesso adunque, figliuolini, state in lui: affinchè quand' egli apparirà, abbiamo fiducia, e non siamo nella sua venuta svergognati da lui.29Se sapete, che egli è giusto, sappiate eziandio, che chiunque pratica la giustizia, é nato di lui.

Note:

2,1:Scrivo a vai queste cose, affinchè non pecchiate ec. Dall'aver detto di sopra, che tutti gli uomini son peccatori, e che Dio rimette nella confessione i peccati secondo le promesse fatte da Cristo, da questo non vuole, che i Cristiani argomento prendano di più facilmente peccare o per l'esempio degli altri, o per la facilità del perdono; ma anzi (dice egli) queste cose io vi scrivo, perchè vi guardiate con tutta sollecitudine da peccati, particolarmente dai più gravi e volostari, per quanto all'umana fragilità è possibile. Che se alcuno peccherà, non disperi, nè si perda d'animo; imperocchè un grande avvocato abbiamo presso del Padre, il quale i suoi meriti, ed il sangue sparso per noi rappresenta allo stesso Padre, affinchè soddisfatta resti la divina grazia senza la nostra condannazione. Quest'avvocato è il Giusto per eccellenza, il Santo, l'Innocente, l'unico Figlio accettissimo al Padre, il quale ha tutto il merito per essere esaudito, pagato avendo sovrabbondante prezzo pe' nostri peccati.

2,2:Nè solamente pe' nostri, ma anche ec. Egli è vittima d'espiazione pei peccati non solo di noi Cristiani, ma anchs di tutti gli uomini, per la salute de quali tutti questa sola vittima è sufficiente; s. Clemente Alessandrino e altri. La effusione del sangue giusto a pro degl'ingiusti fu tanto potente di privilegio, tanto ricca di prezzo, che se tutta la università degli schiavi nel suo Redentore credesse, nissuno ne' lacci del tiranno (del Demonio ) ritenuto sarebbe. s. Leon.

2,3:E da questo sappiamo, che lo abbiam conosciuto, se osserviamo ec. Conoscere in questo luogo, come in altri della scrittura, significa con tante la cognizione speculativa, o sia dell'intelletto, quanto la cognizione pratica, e l'affetto del cuore verso di ciò che conoscesi. Vuol dire adunque l'Apostolo: sappiamo, che conosciamo, e amiamo Dio, se osserviamo i suoi divini comandamenti; sopra di che ottimamente s. Agostino (de fide, et operibus cap. XII.): non s'inganni l'animo nostro in giudicando di aver conosciuto Dio, se con morta fede senza buone opere lo confessi. Vuolsi ancora notare, che dicendo l'Apostolo, che chi osserva i comandamenti, sa di conoscer Dio, non vuol però dire, che abbia di ciò una scienza certa ed infallibile; imperocchè ciò sarebbe lo stesso, che il sapere infallibilmente di essere in grazia; la qual cosa senza una speciale rivelazione non può saper l'uomo in questa vita, conforme fu definito dal Concilio di Trento sess. VI. cap. IX. La osservanza de comandamenti è segno dell'amore verso Dio, segno tanto certo, quanto in cosa di tal natura può aversi; imperocchè nella stessa osservanza de' comandamenti non può l'uomo essere infallibilmente certo, se per amore di Dio gli osservi, e non per motivi, o fini umani, nè se in quel modo gli osservi, e con quella perfezione, che Dio domanda. E tra questi salubri timori temperati dalla speranza nella divina bontà, e dalla pace della coscienza, va Dio governando la vita del giusti, i quali secondo il detto di s. Agostino battono la via dell'amore col piede dell'umiltà.

2,5:Ma chi osserva la parola di lui, in questo veramente è perfetta la carità ec. llustra la proposizione precedente del vers. 4, contrapponendole la contraria. E bugiardo colui che dice, che ama Dio, e non osserva i divini comandamenti; chi osserva la parola di Dio, cioè i comandamenti, questi ha perfetta, cioè vera, e non finta carità; prova del fatto, che veramente ama Dio.
E da questo sappiamo, che siamo in lui. Se osserviamo i suoi comandamenti, da questo venghiamo a conoscere, che siamo uniti strettamente a lui; imperocchè effetto, e segno della dilezione nostra verso Dio si è l'osservanza della sua legge. Da queste parole s'inferisce, che l'anima, che ama Dio, è un tempio, in cui abita il Padre, il Figliuolo, e lo Spirito santo. Chi mi ama la mia parola, e a lui verremo, e presso di lui farem dimora: Jo, XIV. 23.

2,6:Chi dice di stare in lui, dee ec. Chi dice di essere unito per amore con Cristo, debbe imitarne la vita, e i costumi, come facciam di coloro, i quali per la loro virtù sono a noi cari. Questa sola sentenza del nostre Apostolo tutti abbraccia i doveri dell'uomo cristiano innestato a Cristo, e divenuto membro di Cristo per mezzo del battesimo. Cristo col disprezzo di tutti i beni del mondo c'insegnò a disprezzar tutti questi beni; col sopportare tutti i mali di questa vita c'insegnò a sopportare questi medesimi mali. Vedi s. Agostino de vera religione cap. XV.

2,7:Non vi scrivo un comandamento nuovo. Vuol parlare del comanda mento di amare il prossimo, come apparisce dai versetti 9. 10. 11. Io vi scrivo un comandamento, che non è nuovo, un comandamento antico, un comandamento dato agli uomini fin dal principio del mondo, comandamento inserito, ed impresse dalla stessa natura nel cuor dell'uomo fin dalla sua creazione. Questo comandamento antico egli è la sostanza della parola, che è stata a voi predicata da noi Apostoli. Imperocchè in questo comandamento sta la pienezza della nuova legge.

2,8:Pel contrario un comandamento nuovo scrivo a voi. Dissi, che quello che a voi scrive, è comandamento antico; adesso io dico, che vi scrivo un comandamento nuovo, perchè così lo ha chiamato il divin nostro Maestro, e Legislatore, Jo. XIII. 34. E per grandi ragioni il comandamento della carità fu chiamato da Cristo comandamento nuovo; imperocchè egli è comandamento nuovo, primieramente, perchè principale, e fondamentale della nuova legge, raccomandato premurosamente da Cristo e con le parole, e con gli esempi; in secendo luogo, perchè lo stesso precetto oscurato dalle storte interpretazioni de' maestri della corrotta sinagoga lo ridusse Cristo alla sua ampiezza, e perfezione; terzo, per le nuove ragioni, onde la cristiana fratellanza più efficacemente si stringe; e sono la unione di tutti i fedeli in un solo corpo sotto Gesù Cristo loro capo, la comunione del medesimo Spirito ricevuto nel battesimo, e la quotidiana partecipazione del sagrifizio del corpo, e del sangue di Cristo.
Il quale è vero in lui, ed in poi. Abbiamo seguitato l'opinione di s. Girolamo, il quale di Cristo intese quelle parole della Volgata in ipso. Questo comandamento si verifica (dice l'Apostolo ) in Cristo, ed in voi; si verifica in Cristo, il quale si spese tutto per l'amore de fratelli: si verifica in voi, i quali come veri discepoli di tal maestro vi amate.
Dappoichè sono passate le tenebre ec. Dimostra da qual principio nasca tra Cristiani una sì forte e costante, e generale carità. E passato il tempo dell'ignoranza, della concupiscenza, e del peccato, e il vero fiume della fede, e della grazia, e di ogni santità risplende ne cuori de' fedeli. Della carità de' primi Cristiani veggasi Tertulliano apolog., il qual riferisce, come i Gentili ne restavano grandemente meravigliati, e dicevano: guardate, come l'un l'altro si amano, fino ad esser pronti a morire l'uno per l'altro.

2,9:Chi dice se essere nella luce ec. Chi si vanta di essere nella luce del Vangelo, e della grazia, e odia il fratello, egli è un bugiardo, perchè veramente, e di fatto egli è tuttora nelle tenebre, sebben sia egli battezzato, e Cristiano. A queste grandi parole allude il gran Vescovo, e martire s. Cipriano là, dove dice: se tu hai principiato ad essere uomo della luce, vivi secondo Cristo, perchè Cristo è luce. Per qual motivo ti precipiti nelle tenebre dell'odio?... Per qual ragione accecato dall'invidia estingui il lume della pace, e della carità? Per qual ragione torni al diavolo, al quale avevi già rinunziato?

2,10:E non vi ha in lui scandalo. Chi ama, nè dà altrui occasion di caduta, nè la riceve. Ha in mira l'Apostolo le parole del proverbi XV. 19. la via de' giusti è libera d'ogni inciampo, e quelle del salmo CXVIII. molta pace a coloro, che amano la tua legge, e non v'ha inciampo per essi. Imperocchè la carità è impaziente, è benigna... non si adira, non pensa ma le... sopporta ogni cosa ec. Vedi I. Cor XIII. 4.

2,11:E non sa, dove vada, perchè le tenebre hanno ec. Colui, che odia il fratello, s'incammina verso l'inferno, ma nol sa, e nol vede (s. Cipriano) e ignorante, e cieco si precipita nelle pene, allontanandosi dal lume di Cristo, il quale avvertisce, e dice: io sono luce del mondo; chi mi seguirà, non camminerà nelle tenebre, ma avrà lume di vita.

2,12:Scrivo a voi, figliuolini, che vi sono rimessi ec. In questo, a de' due seguenti versetti viene a dare de' particolari avvertimenti secondo le diverse età de' suoi Cristiani, i quali divide in tre classi, di fanciulli, di giovinetti, e di padri: a sotto queste diverse età vari Padri, e Interpreti intendono tre diversi stati della vita spirituale, viene a dire, i neofiti, o sia principianti, i proficienti, e i perfetti. Ai primi dice: a voi rinati di fresco per mezzo del battesimo io scrivo, e dico: ricordivi, che vi sono stati perdonati i vostri peccati per Gesù Cristo; rallegratevi di sì gran ventura, e rendetene grazie al donatore, amatelo, e onoratelo colla santità della vita.

2,13:A voi, padri, che avete conosciuto ec. Co' padri si congratula della profonda cognizione, che hanno di colui, che è da principio, viene a dire, di Cristo, il quale (dice s. Agostino) è nuovo nella carne, ma antico nella divinità. Ricordatevi adunque, che siete padri: se vi dimenticate di colui, che è da principio, avete perdato la vostra paternità.
Scrivo a voi, giovinetti, che avete vinto il maligno. A quelli dell'età di mezzo, alla quale conviensi il vigore, e la forza, dice, che hanno superato il demonio con tutti gli amori, e terrori, co quali il maligno avea procurato di ritogliergli a Cristo.

2,14:A voi, fanciulli, che avete conosciuto il Padre. Ritorna a parlare alla tenera età, alla quale attribuisce la cognizione del Padre, di cui avevano ricevuta piena notizia per mezzo della sposizione del simbolo fatta loro, quand'erano catecumeni, secondo il rito antichissimo della Chiesa. Nel testo greco dopo queste parole si legge: scrivo a voi, padri, che avete conosciuto colui, che è da principio. Questo membro lo lessero s. Agostino, e il ven. Beda; e certamente sembra, che torni bene questa ripetizione della prima parte del vers. 13., dappoichè così s. Giovanni verrà a ripetere, secondo il suo solito, gli avvertimenti a tutte e tre le diverse età.
Siete forti, e la parola di Dio sta in voi ec. Rendete grazie a Dio, amatelo, onoratelo, perchè vi fa forti, e per virtù di lui custodite la sua parola. Ecco la sposizione di s. Agostino: giovani, considerate attentamente, che siete giovani; combattete per vincere, vincete per acquistar la corona, siate umili Per non cader nel conflitto.

2,15:Non vogliate amare il mondo ec. Alla esortazione generale dell'amor di Dio, e del prossimo soggiunge adesso l'esortazione all'odio, ed alla fuga del mondo; il qual odio dal sincero amore di Dio procede; imperocchè questi due amori non possono star insieme. Se in noi abita l'amor del mondo (dice s. Agostino) non ha onde possa entrar in noi l'amore di Dio. Se ne parta l'amor del mondo, e abiti l'amor di Dio; abbia il suo luogo il migliore... quando il tuo cuore avrai vuoto dell'amore terreno, berai l'amore divino, e comincerà ad abitare in te la carità, dalla quale nissuna cosa di male può provenire. Vedi Jac. IV. 4.

2,16:Tutto quello che è nel mondo, è concupiscenza ec. Dimostra evidentemente la verità della precedente sentenza. Tutti gli oggetti del mondo servono ad irritare, ed a pascere alcuna delle tre concupiscenze; la concupiscenza della carne, alla quale appartengono, come nota s. Agostino, gli allettamenti della volontà; la concupiscenza degli occhi, la quale ha per termine tutte le pompe, e la vanità delle comparse mondane; finalmente la superbia della vita, o come leggono s. Agostino, e s. Cipriano, l'ambizione del secolo, comprende l'amore delle dignità, dei beni, delle grandezze terrene. Nissuna di queste tre furie, le quali orribilmente sconvolgono, e cagionano lo sterminio del mondo, nissuna può venire dal Padre celeste. Esse hanno origine nella corruzione stessa dell'uomo, il quale nell'amore delle cose presenti miseramente si perde.

2,17:E il mondo passa, e la di lui concupiscenza ec. Argomento simile a quello di s. Pietro ep. 2. cap. III. 1 1. Il mondo passa, e con esso tutti gli oggetti dell'amore mondano. Chi ama Dio, e fa la sua volontà, avrà vita eterna; perchè l'amere di Dio, e il frutto delle buone opere non perisce. S. Agostino in questo luogo suppone, che gli sia fatta questa obbiezione: e perchè dovrò io non amare le cose, che fece Dio? E risponde: che vuoi tu? O amare le cose temporali, e passare col tempo; ovvero non amare il mando, e vi ere eternamente con Dio? Paragona dipoi lo stesso santo dottore l'ingiusto amatore del mondo ad una sposa di cattivo cuore, la quale più ami un anello datole dallo sposo, che il medesimo sposo. Amor non di sposa, ma si d'adultera. Tutte le cose di questo mondo ci ha date Dio come pegno dell'amor suo, e in questo pegno medesimo vuol egli essere amato. Se amiam queste cose, e per esse trascuriamo il Creatore, questo è un amore di sposa infedele.

2,18:Figliuolini, ell' e l'ultim'ora, e siccome udiste ec. In questo luogo la parola figliuolini è una appellazione di tenerezza degna dell'Apostolo dell'amore; imperocchè a tutti i fedeli egli parla, esortandogli alla vigilanza, e al distaccamento dal mondo per la ragione, che ben presto finisce, e passa il mondo per noi. Alcuni interpreti, i quali credono scritta questa lettera prima della rovina di Gerusalemme, in queste parole credono accennato questo grande avvenimento rappresentato anche in altri luoghi del nuovo Testamento sotto l'idea della fine del mondo, e di tutte le cose, perchè era una figura, e come un ritratto di quello che doveva succedere nella fine del mondo. Così dice l'Apostolo: voi avete udito e da Gesù Cristo, e da noi Apostoli, che alla fine del mondo verrà l'anticristo, e io vi dico, che vi sono già molti anticristi precursori dell'ultimo; dal che viene a conoscersi, che la fine delle cose si va avvicinando, ovvero che si va avvicinando il tempo della distruzione della infelice Gerosolima, e dello sterminio de' Giudei. Questi anticristi erano gli eretici di quei tempi, i discepoli di Simone, di Cerinto, di Ebione ec., i quali, come altrove abbiam detto, erano per lo più Ebrei di nazione, e gran numero di Ebrei o increduli, o convertiti tiravano al lor partito.

2,19:Sono usciti di tra noi, ma non erano de' nostri ec. Erano nella Chiesa insieme con noi, ma non erano veramente nostri, perchè non erano veramente, e sinceramente Cristiani. Erano ipocriti, erano lupi coperti sotto la pelle di agnelli. Escono fuori (dell'ovile ) per adorare pubblicamente quello che veneravano prima interiormente; s. Girolamo. E s. Agostino soggiunge conforme espone lo stesso Giovanni, voi intendete, come non possono uscir fuora se non gli anticristi, e che quelli che a Cristo non sono avversi, non possono uscire in nissun modo; imperocchè chi non è avverso a Cristo, sta unito al corpo di lui, ed è computato qual membro. Ed escono dalla Chiesa (dice l'Apostolo ) questi nemici di Cristo, affinchè siano conosciuti per quei che sono o perchè si conosca la loro superbia, la incostanza nella fede, la ipocrisia, la passione, che hanno per li beni del mondo, e si vegga, come non avevano nè I'indole, nè la fede, nè lo spirito di veri Cristiani. Tutto questo è detto da s. Giovanni, affinchè non si scandalizzino i piccioli, vedendo uscir dalla Chiesa degli uomini ancor riputati, e talora eziandio innalzati alla gerarchia della Chiesa. La loro separazione non fa torto alla verità della fede; imperocchè dice Tertulliano, il quale fu dipoi del numero di questi infelici: proviamo noi forse la fede per mezzo delle persone, ovvero le persone per mezzo della fede? Volino via, come lor piace, le paglie di fede leggera; tanto più pura sarà riposta nel granajo del Signore la messe del buon frumento. De praescript. cap. XXXIII.

2,20:Ma voi avete l'unzione dal santo, e sapete ec. Si scusa in certo modo degli avvertimenti, che dà a persone, le quali erano interiormente istruite da Cristo, e dallo Spirito santo. Vedi Jo. XVI. 13. Questa istruzione interiore la chiama unzione, alludendo ai sagramenti del battesimo, e della conferma zione, ne' quali l'unzione esteriore è il sagro efficacissimo segno della unzione interiore dello Spirito santo, dal quale è data l'intelligenza dei celesti misteri, come uno dei doni del medesimo Spirito diffuso nel cuore dell'uomo cristiano. S. Agostino: l'unzione spirituale ella è lo stesso Spirito santo, il sagramento del quale si dà nella visibile unzione. Da questo Spirito adunque abi tante nell'anima fedele viene questa e illuminata, e diretta in tutto quello che alla eterna salute di lei appartiene.

2,21:E che nissuna bugia vien dalla verità. Non iscrivo come a persone, che non sappian la verità, perchè voi la sapete, ed io non altro voglio se non rammentarvela; e sapete di più, come da Cristo, che è verità, non posson venire le menzogne, e gli errori, co quali i mali uomini corrompono la sana dottrina. Voi discernete la menzogna, paragonandola colla verità, la quale a voi è notissima.

2,24:Quello che voi udiste da principio, stia fermo in voi. Perseverate nella fede, quale ella vi fu insegnata da principio. Eceo le parole di Tertulliano; quello dee tenersi, che ricevette la Chiesa dagli Apostoli, gli Apostoli da Cristo, Cristo da Dio, de praescript cap. XXI., e altrove: qualunque altra dottrina porta seco pregiudicio di falsità, la quale intacchi la verità della Chiesa, e degli Apostoli, e di Cristo.

2,25:E questa è quella promessa ec. Questa società, che abbiamo col Padre, e col Figliuolo, ella è la sostanza della promessa, che egli ci ha fatto; imperocchè questa società, e questa unione nostra con Dio sia giunta alla sua perfezione, ella sarà la vita eterna promessa ai credenti. Ecco, quanto importi il rimanere nella vita presente uniti alla Chiesa, affin di non essere separati dal Padre, e dal Figlio in questo tempo, e di non esserne poi separati nella eternità.

2,26:Riguardo a quelli che vi seducono. Intende gli eretici della loro nazione, i quali tentavano di ritrarli dalla prima fede.

2,27:Ma resti in voi l'unzione ec. Conservate costantemente la grazia dello Spirito, il dono della sapienza celeste comanicato a voi nel battesimo, e nella confermazione, e non avrete bisogno, che alcuno si adoperi a istruirvi della vera fede, come se foste ignoranti, quali voglion supporvi costoro, i quali voglion inseguarvi una nuova fede. Questa grazia v'insegna tutto quello che è necessario alla vostra salute, ella v'insegna tutto il vero, scevro d'ogni menzogna; tenetevi adunque costantemente in Cristo Gesù, conforme questa stessa grazia vi ha insegnato di fare, se volete esser salvi.
E' cosa degna d'osservazione, come non al suo magistero, e degli altri Apostoli attribuisce s. Giovanni la cognizione, che hanno i suoi figliuoli nelle cose della fede, ma all'unzione dello Spirito. Ne dà la ragione s. Agostino: io, quanto a me si appartiene, ho parlato a tutti, ma quelli, a quali questa unzione non parla, se ne tornano ignoranti. Il magistero esteriore è un tal quale aiuto, e serve a risvegliar la memoria. Ha sua cattedra in cielo colui che insegna al cuore... egli vi parli al di dentro; dappoichè quivi non ha ingresso alcun uomo; perchè se puoi aver qualcheduno al tuo fianco, nissuno però è nel tuo cuore; e non siavi alcuno nel tuo cuore, ma siavi Cristo; sia l'unzione di lui nel tuo cuore... Cristo insegna, l'ispirazione di lui insegna, e dove non è l'ispirazione, e l'unzione di lui, indarno risuonano le parole al di fuori.

2,28:Abbiamo fiducia, e non siamo nella sua venuta svergognati. State fermi nella vera dottrina, affinchè alla venuta di Cristo giudice non siamo svergognati, voi come disertori della fede, noi vestri Apostoli, come avendo forse mancato di far tutto quello che dobbiamo per fortificarvi nella medesima fede. Fate, che possiam con fidanza, e con gaudio dinanzi a Cristo render ragione del ministero, di cui ci ha incaricati presso di voi.