Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Prima lettera di Pietro 3


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In qual maniera debbano vivere insieme i conjugati, e dell'ornato delle donne: gli esorta a varie virtudi, ed a sopportare le avversità ad esempio di Cristo: pel battesimo siamo salvati a somiglianza di coloro, che ebber salute nell'arca di Noè.

1Similmente anche le donne sian soggette a' loro mariti: anche perché se alcuni non credono alla parola, siano guadagnati senza la parola dai portamenti delle mogli,2Considerando quegli (insieme) colla riverenza la casta vostra condotta.3Delle quali l'ornato non sia al di fuori l'acconciatura de' capelli, o l'oro, che si mettano dattorno, o le vestimenta, onde si ammantino:4Ma quell'uomo ascoso del cuore con quello, che non si corrompe, Spirito tranquillo, e modesto, che è cosa preziosa nel cospetto di Dio.5Imperocché così una volta anche le donne sante, che in Dio speravano, sì adornavano, stando soggette a' loro mariti.6Come Sara era ubbidiente ad Abramo, chiamandolo signore: della quale voi siete figliuole, operando il bene, e non essendo sbigottite da qualsisia spavento.7Voi, mariti, parimente convivete con saggezza con le mogli, e come ad arnese più fragile rendete onore, ed anche come a coeredi della grazia di vita affinchè impedite non siano le vostre orazioni.8Finalmente tutti unanimi, compassionevoli, amanti de' fratelli, misericordiosi, modesti, umili:9Non rendendo male per male, né maledizione per maledizione, ma pel contrario benedicendo: imperocché a questo siete stati chiamati, affinchè abbiate in retaggio la benedizione.10Chi adunque vuole, ed ama la vita, e di vedere de' giorni beati, raffreni la sua lingua dal male, e le labbra di lui non parlino inganno.11Schivi il male, e faccia il bene: cerchi la pace, e le vada dietro:12Dappoiché gli occhi del Signore sopra de' giusti, e le orecchie di lui alle loro orazioni: ma la faccia di Dio contro di coloro che mal fanno.13E chi è, che a voi noccia se sarete zelanti del bene?14Ma di più se alcuna cosa patite per la giustizia, beati voi. Non paventate però gli spauracchi di coloro, e non vi turbate.15Ma benedite ne' vostri cuori Cristo Signore, pronti sempre a dar satisfazione a chiunque vi domandi ragione della speranza, che avete dentro di voi:16Ma con modestia, e rispetto, conservando buona coscienza: onde invece che sparlan di voi, rimangano confusi quegli, che intaccano la buona vostra maniera di vivere secondo Cristo.17Imperocché è meglio il patire (se cosi piaccia al voler di Dio) ben facendo, che operando male:18Conciossiachè anche Cristo una volta pei peccati nostri morì, il giusto pegli ingiusti, affine di offerir noi a Dio, essendo stato messo a morte secondo la carne, vivificato poi per lo Spirito.19Pel quale eziandio andò a predicare a quegli spiriti, che erano in carcere:20I quali erano stati una volta increduli, allorché la pazienza di Dio stava aspettando ne' giorni di Noè, mentre fabbricavasi l'arca: nella quale pochi, cioè otto anime si salvaron sopra l'acqua.21Alla qual cosa corrisponde adesso quel battesimo, che vi salva (non ripulimento delle sozzure della carne, ma contratto di buona coscienza fatto con Dio) per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo,22Il quale sta alla destra di Dio, ingoiata avendo la morte, perché noi diventassimo eredi dalla vita eterna: essendo andato al cielo, soggettati a se gli Angeli, e le potestà, e le vertudi.

Note:

3,1-2:Similmente anche le donne ec. Nel capo precedente espose l'obbligo, che hanno i Cristiani di ubbidire alle potestà del secolo, e parlò della soggezione de' servi verso dei loro padroni; viene adesso a parlare delle obbligazioni delle donne Cristiane verso i loro mariti; e siccome altre avevano mariti fedeli, altre gli avevano tuttora infedeli, una particolare attenzione esige da queste nella lor maniera di vivere, la quale egli vuole, che sia un' efficace continua predicazione pe' mariti, i quali non essendo ancora stati guadagnati (com'egli dice) per la parola del Vangelo, al Vangelo stesso si anderanno a poco a poco affezionando al considerare la umiltà, la castità, e la saggia condotta delle mogli. In fatti sappiamo, che le donne Cristiane erano l'ammirazione de' Pagani, e Libanio filosofo Gentile soleva dire: oh, che donne sono quelle, che hanno i Cristiani! Non è perciò meraviglia, se l'Apostolo si prometteva, che la pietà, e la vita santa di tali donne sarebbero state una efficacissima predica a persuadere la santità, e la divinità di religione, la quale di tante virtù riempiva il sesso più debole.

3,5:Delle quali l'ornato non sia al di fuori l'acconciatura de' capelli, ec. L'ornamento della donna Cristiana non dee consistere nella affettata ricerca degli abbigliamenti esteriori. Una tal donna, la quale per piacere al marito, adattandosi a ciò, che l'uso de' buoni comporta, si orna nulla più di quello, che allo stato del marito, e alla modestia cristiana conviensi, ben lungi dal fare suo studio di tali ornamenti, e di considerargli come suo pregio, e decoro, non gli riguarda giamnai senza sentimenti simili a quelli, oo'quali Ester riguardava le pompe, e la magnificenza reale, di cui suo malgrado vedeasi circondata, Ester XIV. 16. Veggasi il gran Vescovo, e martire s. Cipriano. De hab. virg.

3,4:Ma quell'uomo ascoso del cuore ec. Descrive il vero ornamento della donna Cristiana. Questo ormamento consiste tutto nell'uomo interiore, viene a dire, nella mente, e nell'animo adorno di quello spirito di dolcezza, e di modestia, il quale non, come i vani esteriori ornamenti, è soggetto a perire. Questo sì, che è ricchezza, e magnificenza grande in una donna agli occhi, e nel giudizio di Dio. La dolcezza, e la modestia sono le virtù nominate quì come vero, e massimo ornamento delle donne, perchè queste virtù grandemente contribuiscono a conservare la pa ce, e la subordinazione, e il buon governo nella famiglia. Negli occhi degli uomini possono far onore a una donna l'oro, le gioie, le vesti preziose, e tante altre vanità e negli occhi di Dio una donna non è ricca, nè ben ornata (secondo l'Apostolo) se non per le virtù interiori, e sopra tutto per quelle, che a tal sesso principalmente convengono.

3,5:Così una volta anche le donne sante, che in Dio speravano, ec. Tali erano gli ornamenti di quelle donne, delle quali è celebrata nelle sagre lettere la santità, le quali tutta la loro speranza ponevano in Dio, e a lui di piacere ceroavano nell'ubbidir, che facevano con dolcezza, e modestia, ai propri mariti.

3,7:Voi, mariti, parimente convivete con saggezza ec. Tocca le obbligazioni de' mariti verso le mogli; e in primo luogo quella di coabitare, e di viver con esse secondo le regole della saggezza, e della onestà cristiana; in secondo luogo di aver cura di esse, e di trattarle con onore, e rispetto, sostentando con la discrezione, e umanità la naturale lor debolezza, e ricordandosi, che elleno, benchè per la condizione del sesso più de boli, e inferme dell'uomo, sono però state egualmente chiamate alla partecipazione della medesima grazia del Vangelo, e della stessa vita eterna. Tutto questo (dice l'Apostolo) vuolsi osservare attentamente da' coniugi Cristiani, affinchè in tale stato, che è buono, e santo per se medesimo, nè alla sfrenatezza della passione si abbandonino, nè si lascino occupar dallo spirito di discordia, onde impediti siano dall'applicarsi ne' debiti tempi alla orazione. Vedi 1. Cor VI. 5.

3,9:A questo siete stati chiamati, affinchè abbiate in retaggio ec. La vocazione de' Cristiani è questa di patire con pazienza, di non rendere male per male, ma benedizioni per maledizioni, che è la strada per arrivare al possesso della sione eterna promessa a noi nel Vangelo. Secondo tali verità sì essenziali alla vita Cristiana scriveva agli Efesini il gran martire s. Ignazio: Siate voi umili con gl'iracondi, e alle loro maledizioni opponete l'orazione continua, e fervente.... . vincete la loro fierezza con la mansuetudine vostra, lo sdegno colla dolcezza imperocchè beati i mansueti... non cerchiamo di vendicarci di color, che ci offendono, ma con la benignità, e umanità facciamogli fratelli ec.

3,10-12:Chi adunque vuole, ed ama la vita, e di vedere de' giorni beati, ec. Con l'autorità di Davidde (Ps. XXXIII.) conferma quello, che avea detto nel versetto precedente. In esso salmo insegna il profeta per quale strada si giunga al posses so della vita eterna, e beata. Ella è adunque promessa a coloro, i quali raffrenano la loro lingua, affinchè non trascorra ad cffendere il prossimo o con le maledizioni, o con le menzogne. Ed è quì da notarsi, che sotto questi due tutti gli altri vizi della lingua s'intendon compresi, e proibiti, come ordinate si intendono le virtù, che a questi si oppongono. Ella è promessa a coloro, che fuggono tutto il male, e fanno il bene, e la pace cercano con Dio, con se stessi, e co' prossimi, e questa pace con ogni studio, e ad ogni costo procurano di conservare Questi sono que' giusti, i quali Dio con occhi di misericordia rimira, e le orazioni de' quali esaudisce; come irato riguarda quei, che mal fanno, i vendicativi, gl'iracondi, i maledici ec.

3,13-14:E chi è, che a voi noccia, se sarete zelanti del bene? Ma di più se alcuna cosa patite ec. E chi sarà, che o voglia, o possa far male a voi, quando il vostro studio, e tutte le vostre premure siano di far del bene? Ma diasi, che per amore della giustizia, e della virtù vi tocchi a patir qualche cosa; e allora, beati voi. Ripete il buon discepolo quasi colle stesse parole la dottrina del celeste maestro (Matt. V.10.) beati, dico, pella certa speranza del regno celeste, beati pell'imitazione del vostro capo, e maestro, beati pel frutto della vostra stessa pazienza, la quale servirà di edificazione alla Chiesa, sarà di gloria al Vangelo, e contribuirà grandemente alla conversione de' vostri prossimi. Posto ciò, a gran ragione soggiunge s. Pietro: non temete, non vi turbate, i vostri nemici possono bensì togliervi i beni temporali, ed anche la vita del corpo; ma di questa beatitudine non posson privarvi giammai.

3,15-16:Ma benedite ne' vostri cuori Cristo Signore, ec. Rendete grazie al Signore, che vi fa degni di patire pel suo nome. Il gran Vescovo, e martire s. Cipriano, letta che gli fu la sentenza della sua morte, ad alta voce rispose: Deo gra tias, e lo stesso fecero molti altri martiri.
Pronti sempre a dar satisfazione... ma con modestia, e rispetto. Chiamati in giudizio per ragione della vostra fede fate conoscere agl'infedeli i fondamenti saldissimi, che avete di sperare la vita, e la gloria eterna per Gesù Cristo; della quale speranza vostra si burlano gl'infedeli. Dimostrate voi a costoro, che non senza grandi, e vive ragioni voi credete, e sperate ma ciò si faccia non sol con modestia, ma eziandio con quel rispetto, che devesi ai magistrati, e alle pubbliche potestà.
Conservando buona coscienza: onde ec. Menando una vita santa, e irreprensibile, la quale aiuterà grandemente, e darà peso alla testimonianza, che voi renderete alla fede; imperoochè così avverrà, che gl'infedeli, i quali adesso si fanno leoito di calunniare la religione, disaminando le vostre azioni, e i vostri costumi formati sopra le regole del Vangelo, e nulla trovando, che santo non sia, e puro, e degno di lode, confusi rimangano, e convinti, e lor malgrado ammirino una religione, che tal vita prescrive a' suoi seguaci.

3,17:E' meglio il patire... ben facendo, che operando male. Socrate a chi deplorava, ch'ei fosse condannato a morire innocente, rispose: vorresti tu adunque, che io fossi condannato per qualche delitto? Ma Socrate nè la vera felicità conosceva, nè la vera strada per giungervi. Quanto più un Cristiano si consola di patire ingiustamente, sapendo, qual bene lo aspetti in premio del suo patire?

3,18:Anche Cristo una volta pei peccati nostri morì, ec. Riporta l'esempio di Cristo; stimolo grande ad un cuore Cristiano per patir volentieri imitando colui, il quale innocente pei peccatori morì, per conferirgli purificati dalle colpe a Dio, come vittime degne di lui; Gesù Cristo morì nella carne, morì secondo l'umana natura, ma risuscitò per la virtù divina, che era in lui. Anche in questo luogo, come in tanti altri del nuovo Testamento la risurrezione di Cristo è portata a mostra re la certa speranza della risurrezione di coloro, i quali morti con lui, a nuova vita risorgeranno. Vedi 2. Cor. XIII. 4. Rom. VIII. 2., 1. 4., Heb. X. 14.

3,19-20:Pel quale eziandio andò a predicare a quelli spiriti, che erano in carcere. Questo passo è uno de' più difficili del nuovo Testamento. Lascio da parte tutte le altre interpretazioni, e due sole ne riferisco, delle quali la prima è tenuta dal maggior numero de' padri, come da s. Atanasio, s. Cirillo, s. Clemente d'Alessandria, s. Giustino, s. Ireneo, s. Girolamo, ed altri, i quali vogliono, che parli l'Apostolo del discender, che fece Cristo all'inferno, dove predicò, cioè annunziò ai giusti la loro liberazione, e da quel luogo gli trasse, nove come in un carcere stavano chiusi aspettando,e bramando la venuta del Salvatore. Posta questa sposizione, quantunque tutti da quel carcere fosser liberati i giusti, quando Cristo andò a visitargli, contuttociò parla specialmente s. Pietro delle anime di coloro, i quali al tempo di Noè, e allorchè questì cominciò la fabbrica dell'arca, non credettero alle esortazioni di quel patriarca, il quale a nome di Dio minacciava il diluvio, e l'esterminio a peccatori, ma di poi, cioè prima del diluvio credettero, e fecero penitenza; di questi parla specialmente s. Pietro, come osserva un dotto teologo (Bellarm. lib. 4. de anima Christi cap. XI.) perchè della salute eterna di essi eravi gran motivo di dubitare, per essere stati compresi nel generale gastigo mandato da Dio sopra tutta la terra. La maniera onde si spiega s. Pietro, sembra, che dimostri, come di fatto alcuni credettero alle minacoie di Noè, e si conventirono, mentre dicendo, che erano stati increduli una volta, quando la pazienza di Dio stava aspettando, non è egli quasi lo stesso, che se dicesse: furono un tempo increduli, ma si convertirono in appresso, e si convertirono in quel lungo spazio di 120 anni, che corse dal principio della fabbrica dell'arca fino al diluvio? Tale è la prima sentenza, la quale per essere molto piana, e letterale, e di più appoggiata all'autorità de' grandi uomini, che abbian detto, non dee troppo leggermente abbandonarsi. E debbo anche aggiungere, che s. Girolamo (quaest. Haeb. in Gen.) fu di sentimento, che non tutti i peccatori al tempo di Noè perissero impenitenti, ma che alcuni si ravvidero, e a Dio ritornarono per la penitenza.
S. Agostino, poi il ven. Beda. s. Tommaso, altri prendono la parola carcere in un senso mistico, e tale si è l'interpretazione, che danno a questo luogo: per quel medesimo Spirito, per cui risuscitò da morte, per questo Spirito, di cui egli riempiè il patriarca Noè, il nostro Salvatore andò a predicare una volta la conversione, e la penitenza agli uomini increduli, e peccatori, che a tempo dello stesso Noè vivevano, anzi erano piuttosto rinchiusi nel corpo, come in un carcere, in cui privi della luce di Dio, e dell'amore del bene non ad altro pensavano, che a fare la volontà della loro carne, e de' pravi loro affetti. A questi uomini perversi predicò lo Spirito di Cristo per bocca di Noè, quantunque senza frutto, perchè non cangiaron di vita per tutto quel lungo spazio di tempo, in cui la pazienza divina aspettogli a ravvedimento.
Nella quale pochi, cioè otto anime si salvarono ec. Si salvarono, come si ha nella Genesi VI.1.7. quattro uomini, e quattro donne.

3,21:Alla qual cosa corrisponde adesso quel battesimo ec. All'arca, come a figura, oorrisponde il battesimo, perché siccome per quella un piccol numero di persone trovò salute sopra le acque, così pel battesimo sono salvati i credenti dal diluvio del peocato, nel quale senza di ciò rimarrebbe sommerso tutto il genere umano.
Nel ripulimento delle sozzure della carne, ec. Questa nostra lavanda non è, come le purificazioni degli Ebrei, atta solamente a mondare le esteriori sozzure; imperocchè pel nostro battesimo è purificata la coscienza, e il cuore dell'uomo in tal guisa, che capace diviene di contrarre con Dio un patto di vita, e di pace pelle promesse, che in tale occasione fa l'uomo a Dio. Allude il nostro Apostolo alle interrogazioni usate fino da' primi tempi nell'amministrazione del santo battesimo, le quali da Tertulliano sono dette gli sponsali della salute: rinunzi tu a satana? Rinunzio: credi tu in Cristo? Io credo ec. Queste pubbliche solenni promesse sono rammentate sovente a' Cristiani da' Padri della Chiesa, come quel patto inviolabile, stretto, e concluso con Dio, per cui al servizio di lui si consagra l'uomo fedele. Che questo sia il vero senso di questo luogo, apparisce dalla voce greca, di cui si vale s. Pietro, la quale è voce del foro, e significa stipulazione, contratto, che tra due fassi, interrogando l'uno, l'altro rispondendo. S. Girolamo (in Amos. VI.14. ) parlando di questa rinunzia, e notando, ch'ella soleva farsi volto il catecumeno all'Occidente, dice così: nei Misteri primieramente rinunciamo a colui, che è all'Occidente (viene a dire al demonio ) ed il quale insiem col peccato muore per noi, quindi rivolti all'oriente il patto facciamo col sole di giustizia, a cui promettiam di servire.
Per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo. Abbiam chiuso in parentesi le parole precedenti per indicare, come queste ultime si riferiscono a quelle, ci salva. Il battesimo adunque ha sua virtù dalla risurrezione di Gesù Cristo, in quanto ella è il termine, e il compimento della passione del medesimo Cristo, il quale morì pe' nostri peccati, e risuscitò per nostra giustificazione. Vedn Rom. IV. 15.

3,22:Ingoiata avendo la morte Vedi 1. Cor. XV. 54.
Essendo andato al cielo. Salito per sua propria virtù al cielo; la qual cosa conviene a Cristo non solo secondo la divina natura, ma anche secondo la umanità glorificata. Soggettati a se gli Angeli, ec. Vedi Coloss. 1. 18., II. 10., Eph. 1. 22.