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Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Geremia 46


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1Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia sulle nazioni.

2Per l'Egitto. Sull'esercito del faraone Necao re d'Egitto, a Càrchemis presso il fiume Eufrate, esercito che Nabucodònosor re di Babilonia vinse nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda.

3Preparate scudo grande e piccolo
e avanzate per la battaglia.
4Attaccate i cavalli,
montate, o cavalieri.
Schieratevi con gli elmi,
lucidate le lance,
indossate le corazze!
5Che vedo?
Sono sbigottito,
retrocedono!
I loro prodi
sono sconfitti,
fuggono a precipizio
senza voltarsi;
il terrore è tutt'intorno.
Parola del Signore.
6Il più agile non scamperà
né il più prode si salverà.
A settentrione, sulla riva dell'Eufrate,
inciampano e cadono.
7Chi è che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente?
8È l'Egitto che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente.
Esso dice: "Salirò, ricoprirò la terra,
distruggerò la città e i suoi abitanti".
9Caricate, cavalli,
avanzate, carri!
Avanti o prodi!
uomini di Etiopia e di Put,
voi che impugnate lo scudo,
e voi di Lud che tendete l'arco.
10Ma quel giorno per il Signore Dio degli eserciti,
è un giorno di vendetta, per vendicarsi dei suoi nemici.
La sua spada divorerà,
si sazierà e si inebrierà del loro sangue;
poiché sarà un sacrificio per il Signore, Dio degli eserciti,
nella terra del settentrione, presso il fiume Eufrate.
11Sali in Gàlaad e prendi il balsamo,
vergine, figlia d'Egitto.
Invano moltiplichi i rimedi,
non c'è guarigione per te.
12Le nazioni hanno saputo del tuo disonore;
del tuo grido di dolore è piena la terra,
poiché il prode inciampa nel prode,
tutti e due cadono insieme.

13Parola che il Signore comunicò al profeta Geremia quando Nabucodònosor re di Babilonia giunse per colpire il paese d'Egitto.

14Annunziatelo in Egitto,
fatelo sapere a Migdòl,
fatelo udire a Menfi e a Tafni;
dite: "Alzati e preparati,
perché la spada divora tutto intorno a te".
15Perché mai Api è fuggito?
Il tuo toro sacro non resiste?
Il Signore lo ha rovesciato.
16Una gran folla vacilla e stramazza,
ognuno dice al vicino:
"Su, torniamo al nostro popolo,
al paese dove siamo nati,
lontano dalla spada micidiale!".
17Chiamate pure il faraone re d'Egitto:
Frastuono, che lascia passare il momento buono.
18Per la mia vita - dice il re
il cui nome è Signore degli eserciti -
uno verrà, simile al Tabor fra le montagne,
come il Carmelo presso il mare.
19Prepàrati il bagaglio per l'esilio,
o gente che abiti l'Egitto,
perché Menfi sarà ridotta a un deserto,
sarà devastata, senza abitanti.
20Giovenca bellissima è l'Egitto,
ma un tafano viene su di lei dal settentrione.
21Anche i suoi mercenari nel paese
sono come vitelli da ingrasso.
Anch'essi infatti han voltate le spalle,
fuggono insieme, non resistono,
poiché il giorno della sventura è giunto su di loro,
il tempo del loro castigo.
22La sua voce è come di serpente che sibila,
poiché essi avanzano con un esercito
e armati di scure vengono contro di lei,
come tagliaboschi.
23Abbattono la sua selva - dice il Signore -
e non si possono contare,
essi sono più delle locuste, sono senza numero.
24Prova vergogna la figlia d'Egitto,
è data in mano a un popolo del settentrione.

25Il Signore degli eserciti, Dio di Israele, dice: "Ecco, punirò Amòn di Tebe, l'Egitto, i suoi dèi e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui.26Li consegnerò in potere di coloro che attentano alla loro vita, in potere di Nabucodònosor re di Babilonia e in potere dei suoi ministri. Ma dopo esso sarà abitato come in passato". Parola del Signore.

27"Ma tu non temere, Giacobbe mio servo,
non abbatterti, Israele;
poiché ecco, io ti libererò da un paese lontano
e la tua discendenza dal paese del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e godrà in pace,
tranquillo e nessuno lo molesterà.
28Tu non temere, Giacobbe mio servo,
- dice il Signore - perché io sono con te.
Annienterò tutte le nazioni
tra le quali ti ho disperso,
ma di te non farò sterminio;
ti castigherò secondo equità,
ma non ti lascerò del tutto impunito".

Note:

Ger 46-51:Gli oracoli contro le nazioni, riuniti nel testo ebraico alla fine del libro (cc 46-51), nella versione greca conservano il loro posto primitivo, dopo l'introduzione del c 25. La raccolta originale di questi oracoli ha ricevuto, a quanto sembra, varie aggiunte (cf. Ger 25,17+).

Ger 46,2:Carchemis: attualmente la borgata sira di Djerablus, a nord-est di Aleppo, sull'Eufrate. Situata su un guado che dalla Siria conduceva verso la Mesopotamia, questa città nel 605 fu il teatro della battaglia tra Necao (609-594), che veniva in soccorso dell'impero assiro agonizzante (e che durante il viaggio aveva ucciso Giosia a Meghiddo: 2Cr 35,19-25 ; cf. Ger 22,10), e Nabucodònosor (605-562). La vittoria di quest'ultimo gli attribuì la Siria e la Palestina (cf. 2Re 24,7+).

Ger 46,9:che tendete l'arco: a questo verbo l'ebraico premette: «che portate», probabilmente dittografia. - Etiopia: in ebraico Kush: Put è la Somalia; Lud è una popolazione africana, citata generalmente insieme a Put (cf. Is 66,19; Ez 27,10; Ez 30,5).

Ger 46,13:Oracolo posteriore al precedente. L'invasione ebbe luogo nel 568-567 sotto Amasis co-reggente (cf. Ger 43,12).

Ger 46,15:Api è fuggito: leggendo con i LXX nas haf invece di nishaf, «fu abbattuto». - Il tuo toro sacro: lett.: «il tuo potente», leggendo al singolare con 65 mss ebr., LXX e volg.; il TM ha il plurale. - Il toro Api, incarnazione del dio Ptah, era il protettore di Menfi; vivo, veniva nutrito in un tempio; morto, diventava un Osiride-Api o Osar-Api, donde il nome di Serapeum, necropoli dove veniva imbalsamato e sepolto. Di fronte a questo idolo, il solo vero Dio è precisamente il «Potente di Giacobbe» (cf. Gen 49,24; Sal 132,2; Sal 132,5; Is 1,24; Is 49,26 e Is 60,16).

Ger 46,17:Chiamate pure il faraone: con i LXX e volg.; il TM ha: «chiamarono là». - Il faraone è Cofrà che nel 588 aveva dato a Sedecia una falsa speranza (cf. c 37).

Ger 46,19:Menfi: in ebraico Nof (cf. Ger 2,16+; Ger 44,1).

Ger 46,22:che sibila: con i LXX, il TM ha: «che viene» (cf. stico seguente).

Ger 46,25:Amòn di Tebe: Amòn è il dio ariete di Tebe, città che in ebraico viene indicata con il nome «No» (cf. Na 3,8; Ez 30,14-16)

Ger 46,26:Parola del Signore: lo stesso annunzio di una restaurazione futura dei popoli puniti per opera di Jahve si trova in Ger 48,47; Ger 49,6; Ger 49,39 ; cf. Is 19,21s .

Ger 46,27:non abbatterti, Israele: i vv 27-28, che formano come la contropartita in favore d'Israele dell'annunzio della salvezza dell'Egitto (v 26), utilizzano Ger 30,10-11 . Tuttavia «Giacobbe» e «Israele» non designano più il regno del nord, ma tutto il popolo di Dio nella prospettiva del Deutero-Isaia.