Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Cantico 4


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NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Quam pulchra es, amica mea,
quam pulchra es:
oculi tui columbarum
per velamen tuum.
Capilli tui sicut grex caprarum,
quae descenderunt de monte Galaad;
1 Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono come un gregge di capre,
che scendono dal monte Gàlaad.
2 dentes tui sicut grex tonsarum,
quae ascenderunt de lavacro:
omnes gemellis fetibus,
et sterilis non est inter eas.
2 I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
3 Sicut vitta coccinea labia tua,
et eloquium tuum dulce;
sicut fragmen mali punici, ita genae tuae
per velamen tuum.
3 Come nastro di porpora le tue labbra,
la tua bocca è piena di fascino;
come spicchio di melagrana è la tua tempia
dietro il tuo velo.
4 Sicut turris David collum tuum,
quae aedificata est cum propugnaculis:
mille clipei pendent ex ea,
omnis armatura fortium.
4 Il tuo collo è come la torre di Davide,
costruita a strati.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di eroi.
5 Duo ubera tua sicut duo hinnuli,
capreae gemelli,
qui pascuntur in liliis.
5 I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano tra i gigli.
6 Antequam aspiret dies,
et festinent umbrae,
vadam ad montem myrrhae
et ad collem turis.
6 Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò sul monte della mirra
e sul colle dell’incenso.
7 Tota pulchra es, amica mea,
et macula non est in te.
7 Tutta bella sei tu, amata mia,
e in te non vi è difetto.
8 Veni de Libano, sponsa,
veni de Libano,
ingredere;
respice de capite Amana,
de vertice Sanir et Hermon,
de cubilibus leonum,
de montibus pardorum.
8 Vieni dal Libano, o sposa,
vieni dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
9 Vulnerasti cor meum, soror mea, sponsa,
vulnerasti cor meum in uno oculorum tuorum
et in uno monili torquis tui.
9 Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
10 Quam pulchri sunt amores tui, soror, mea sponsa;
meliores sunt amores tui vino,
et odor unguentorum tuorum super omnia aromata.
10 Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.
11 Favus distillans labia tua, sponsa;
mel et lac sub lingua tua,
et odor vestimentorum tuorum
sicut odor Libani.
11 Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
12 Hortus conclusus, soror mea, sponsa,
hortus conclusus, fons signatus;
12 Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, mia sposa,
sorgente chiusa, fontana sigillata.
13 propagines tuae paradisus malorum punicorum
cum optimis fructibus,
cypri cum nardo.
13 I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
14 Nardus et crocus,
fistula et cinnamomum
cum universis lignis turiferis,
myrrha et aloe
cum omnibus primis unguentis.
14 nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
15 Fons hortorum,
puteus aquarum viventium,
quae fluunt impetu de Libano.
15 Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che sgorgano dal Libano.
16 Surge, aquilo,
et veni, auster;
perfla hortum meum,
et fluant aromata illius.
16 Àlzati, vento del settentrione, vieni,
vieni vento del meridione,
soffia nel mio giardino,
si effondano i suoi aromi.
Venga l’amato mio nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.