Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 7


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NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Contigit autem et septem fra tres una cum matre apprehen sos compelli arege attingere contra fas carnes porcinas, flagris et nervis cruciatos.1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
2 Unusautem ex illis exstans prior locutor sic ait: “ Quid es quaesiturus, et quidvis discere a nobis? Parati sumus mori magis quam patrias leges praevaricari ”.2 Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
3 Iratus itaque rex iussit sartagines et ollas succendi.3 Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco teglie e caldaie.
4 Quibus statimsuccensis, iussit ei, qui prior illorum fuerat locutus, amputari linguam et,cute capitis abstracta, summas quoque manus et pedes ei praescindi, ceteris eiusfratribus et matre inspicientibus.4 Appena queste divennero roventi, il re comandò di tagliare la lingua a quello che si era fatto loro portavoce, di scorticarlo e tagliargli le estremità, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre.
5 Et cum iam per omnia inutilis factus esset,iussit eum igne admoveri adhuc spirantem et torreri in sartagine. Cum autemvapor sartaginis diu diffunderetur, ceteri una cum matre invicem se hortabanturmori fortiter ita dicentes:5 Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, dicendo:
6 “ Dominus Deus aspicit et veritate in nobisconsolatur, quemadmodum per personam contestantis cantici declaravit Moyses: “Etin servis suis consolabitur” ”.6 «Il Signore Dio ci vede dall’alto e certamente avrà pietà di noi, come dichiarò Mosè nel canto che protesta apertamente con queste parole: “E dei suoi servi avrà compassione”».
7 Mortuo itaque illo primo hoc modo,sequentem deducebant ad illudendum; et cute capitis eius cum capillis abstracta,interrogabant, si manducaret prius quam toto corpore per membra singulapuniretur.7 Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?».
8 At ille respondens patria voce dixit: “ Non faciam ”. Propterquod et iste, sequenti loco, tormenta suscepit sicut primus.8 Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: «No». Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo.
9 Et in ultimospiritu constitutus, sic ait: “ Tu quidem, scelestissime, de praesenti vitanos perdis; sed rex mundi defunctos nos pro suis legibus in aeternam vitaeresurrectionem suscitabit ”.9 Giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
10 Post hunc tertius illudebatur; et linguampostulatus cito protulit et manus constanter extendit10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani,
11 et fortiter ait: “ Ecaelo ista possideo et propter illius leges haec ipsa despicio et ab ipso rursusme ea recepturum spero ”,11 dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo».
12 ita ut rex et, qui cum ipso erant, mirarenturadulescentis animum, quomodo pro nihilo duceret cruciatus.12 Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
13 Et hoc itadefuncto, quartum vexabant similiter torquentes;13 Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti.
14 et, cum iam esset ad mortem,sic ait: “ Potius est ab hominibus morti datos spem exspectare a Deo, iterumab ipso resuscitandos; tibi enim resurrectio ad vitam non erit ”.14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».
15 Etdeinceps quintum, cum admovissent, vexabant;15 Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono.
16 at ille respiciens in eum dixit:“ Potestatem inter homines habens, cum sis corruptibilis, facis, quod vis;noli autem putare genus nostrum a Deo esse derelictum;16 Ma egli, guardando il re, diceva: «Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio.
17 tu autem patientersustine et videbis maiestatem virtutis ipsius, qualiter te et semen tuumtorquebit ”.17 Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza».
18 Post hunc ducebant sextum, et is mori incipiens ait: “ Nolifrustra errare; nos enim propter nosmetipsos haec patimur peccantes in Deumnostrum, et digna admiratione facta sunt in nobis:18 Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: «Non illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia.
19 tu autem ne existimes tibiimpune futurum, quod contra Deum pugnare tentaveris ”.
19 Ma tu non credere di andare impunito, dopo aver osato combattere contro Dio».
20 Supra modum autem mater mirabilis et bona memoria digna, quae pereuntesseptem filios sub unius diei tempore conspiciens bono animo ferebat propterspem, quam in Dominum habebat.20 Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore.
21 Singulos illorum hortabatur voce patria, fortirepleta sensu et femineam cogitationem masculino excitans animo, dicens ad eos:21 Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro:
22 “ Nescio qualiter in utero meo apparuistis neque ego spiritum et vitamdonavi vobis et singulorum vestrorum compagem non sum ego modulata;22 «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi.
23 sed enimmundi creator, qui formavit hominis nativitatem quique omnium invenit originem,et spiritum et vitam vobis iterum cum misericordia reddet, sicut nuncvosmetipsos despicitis propter leges eius ”.23 Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi».
24 Antiochus autem contemni searbitratus, simul et exprobrantem dedignans vocem, cum adhuc adulescentiorsuperesset, non solum verbis hortabatur, sed et cum iuramento affirmabat sedivitem simul et beatum facturum, translatum a patriis legibus, et amicumhabiturum et officia ei crediturum.24 Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi.
25 Sed ad haec cum adulescens nequaquamintenderet, vocavit rex matrem et suadebat ei, ut adulescenti fieret suasor insalutem.25 Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.
26 Cum autem multis eam verbis esset hortatus, promisit suasuram sefilio.26 Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio;
27 Itaque inclinata ad illum, irridens crudelem tyrannum sic ait patriavoce: “ Fili, miserere mei, quae te in utero novem mensibus portavi et lactriennio dedi et alui et in aetatem istam perduxi et nutricem me tibi exhibui.27 chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: «Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento.
28 Peto, nate, ut aspicias ad caelum et terram et quae in ipsis sunt, universavidens intellegas quia non ex his, quae erant, fecit illa Deus; et hominum genusita fit.28 Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano.
29 Ne timeas carnificem istum, sed dignus fratribus tuis effectussuscipe mortem, ut in illa miseratione cum fratribus tuis te recipiam ”.29 Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».
30 Cum haec illa adhuc diceret, ait adulescens: “ Quem sustinetis? Non oboediopraecepto regis, sed obtempero praecepto legis, quae data est patribus nostrisper Moysen.30 Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè.
31 Tu vero, qui inventor omnis malitiae factus es in Hebraeos, noneffugies manus Dei.31 Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio.
32 Nos enim pro peccatis nostris haec patimur;32 Noi, in realtà, soffriamo per i nostri peccati.
33 et sinobis propter increpationem et correptionem ille vivens Dominus noster modicumiratus est, sed iterum reconciliabitur servis suis.33 Se ora per nostro castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi, di nuovo si riconcilierà con i suoi servi.
34 Tu autem, o sceleste etomnium hominum flagitiosissime, noli frustra extolli elatus vanis spebus, infilios caeli levata manu;34 Ma tu, o sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano, alimentando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo,
35 nondum enim omnipotentis atque intuitoris Deiiudicium effugisti.35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto.
36 Nam fratres nostri, modico nunc dolore sustentato, subDei testamentum aeternae vitae reciderunt; tu vero iudicio Dei iustas superbiaetuae poenas exsolves.36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia.
37 Ego autem, sicut et fratres mei, et corpus et animamtrado pro patriis legibus, invocans Deum maturius genti nostrae propitium fieri,teque cum tormentis et verberibus confiteri quod ipse est Deus solus;37 Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio;
38 in mevero et in fratribus meis restitit Omnipotentis ira, quae super omne genusnostrum iuste superducta est ”.38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe».
39 Tunc rex accensus ira in hunc super omnescrudelius desaevit, indigne ferens se derisum.39 Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno.
40 Et hic itaque mundus obiit peromnia in Domino confidens.40 Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore.
41 Novissima autem post filios et mater consumptaest.
41 Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.
42 Igitur de sacrificiis et de nimiis crudelitatibus satis sit dictum.
42 Ma sia sufficiente quanto abbiamo esposto circa i pasti sacrificali e le eccessive crudeltà.