Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Giovanni 10


font

1"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori.4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.16E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".
19Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole.20Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?".21Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".
22Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno.23Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone.24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente".25Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza;26ma voi non credete, perché non siete mie pecore.27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.30Io e il Padre siamo una cosa sola".
31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.32Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?".33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio".34Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: 'Io ho detto: voi siete dèi'?35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;38ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre".39Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

40Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero".42E in quel luogo molti credettero in lui.

Note:

Gv 10,3:una per una oppure «ciascuna per nome».

Gv 10,6:disse loro: ai farisei ciechi (Gv 9,40). Essi non capiscono che la parabola riguarda anche loro.

Gv 10,7:la porta delle pecore: che dà accesso verso le pecore. Per reggere legittimamente il gregge, bisogna passare per Gesù (Gv 21,15-17).

Gv 10,8:prima di me: alcuni testimoni omettono. - Si tratta probabilmente dei farisei (cf. Mt 23,1-36; Lc 11,39-52 e Mt 9,36; Mc 6,34).

Gv 10,10:perché abbiano la vita: Gesù dà la vita eterna (Gv 3,16; Gv 3,36; Gv 5,40; Gv 6,33; Gv 6,35; Gv 6,48; Gv 6,51; Gv 14,6; Gv 20,31) con magnificenza (cf. Ap 7,17; Mt 25,29; Lc 6,38).

Gv 10,11:Io sono il buon pastore: Dio, pastore egli stesso del suo popolo, nei tempi messianici doveva dargli un pastore di sua scelta (cf. Ez 34,1+). Dichiarandosi il buon pastore, Gesù esprime una rivendicazione messianica.

Gv 10,14:le mie pecore conoscono me: nella Bibbia (cf. Os 2,22+), la «conoscenza» deriva non da un processo puramente intellettuale, ma da una «esperienza», da una presenza (paragonare Gv 10,14-15 e Gv 14,20; Gv 17,21-22 ; cf. Gv 14,17; Gv 17,3; 2Gv 1,1-2); essa si effonde necessariamente in amore (cf. Os 6,6+ e 1Gv 1,3+).

Gv 10,16:gregge: volg. legge: «ovile».

Gv 10,18:la offro da me stesso: il Cristo ha la vita in se stesso (Gv 3,35+) e nessuno gliela può togliere (Gv 7,30; Gv 7,44; Gv 8,20; Gv 10,39): egli la dà liberamente (Gv 10,18; Gv 14,30; Gv 19,11). Da qui la sua maestà serena, la sua piena libertà davanti alla morte (Gv 12,27; Gv 13,1-3; Gv 17,19; Gv 18,4-6; Gv 19,28).

Gv 10,19:di nuovo: D e altri omettono.

Gv 10,24:apertamente: e non più nel linguaggio enigmatico della parabola (cf. v 6; Gv 16,25; Gv 16,29). I giudei, più incalzanti che in Gv 2,18; Gv 5,16; Gv 6,30; Gv 8,25 , rivolgono a Gesù la domanda messianica che, nei Vangeli sinottici, il sommo sacerdote fa prima della passione (Mt 26,63p).

Gv 10,25:Ve l'ho detto: le dichiarazioni anteriori di Gesù lo designavano abbastanza chiaramente come l'inviato di Dio (cf. Gv 2,19; Gv 5,17s; Gv 5,39; Gv 6,32s; Gv 8,24; Gv 8,28s; Gv 8,56s; Gv 9,37).

Gv 10,26:Per credere a Gesù, bisogna essergli uniti interiormente; essere «dall'alto« (Gv 8,23), «da Dio« (Gv 8,47), «dalla verità« (Gv 18,37), essere delle sue pecore (Gv 10,14). La fede suppone un'affinità spirituale con la verità (Gv 3,17-21 ; cf. At 13,48+; Rm 8,29s).

Gv 10,29:Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti: con alcuni testimoni; B, volg. e altri hanno: «Il Padre mio, ciò che mi ha dato è più grande di tutto»; BJ, con S e altri, legge: «Il Padre mio, quanto a ciò che mi ha dato, è più grande di tutti». - nessuno può rapirle: una variante legge: «nessuno può rapire nulla».

Gv 10,30:Secondo il contesto, questa affermazione riguarda in primo luogo la comune potenza di Gesù e del Padre; ma, volutamente indeterminata, lascia intravedere un mistero di unità più ampio e più profondo. I giudei, che vi vedono la pretesa di Gesù di essere Dio, non si ingannano (v 33; cf. Gv 1,1; Gv 8,16; Gv 8,29; Gv 10,38; Gv 14,9-10; Gv 17,11; Gv 17,21 e Gv 2,11+).

Gv 10,34:voi siete dèi?: questa frase è rivolta ai giudici, chiamati «dèi» per metafora in ragione della loro carica perché «il giudizio appartiene a Dio» (Dt 1,17; Dt 19,17; Es 21,6; Sal 58). Con un argomento a fortiori di tipo rabbinico, Gesù conclude che è strano gridare alla bestemmia, quando il Santo e l'Inviato di Dio si proclama Figlio di Dio. - Attorno a questo titolo di «Figlio di Dio» (v 36; cf. Gv 5,25; Gv 11,4; Gv 11,27; Gv 20,17; Gv 20,31), sta ora per essere giocata la sorte di Gesù (cf. Gv 19,7 . Vedere Mt 4,3+).

Gv 10,39:di nuovo: S, D e altri omettono.