Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Numeri 11


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1Ora il popolo cominciò a lamentarsi malamente agli orecchi del Signore. Li udì il Signore e il suo sdegno si accese e il fuoco del Signore divampò in mezzo a loro e divorò l'estremità dell'accampamento.2Il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il Signore e il fuoco si spense.3Quel luogo fu chiamato Tabera, perché il fuoco del Signore era divampato in mezzo a loro.
4La gente raccogliticcia, che era tra il popolo, fu presa da bramosia; anche gli Israeliti ripresero a lamentarsi e a dire: "Chi ci potrà dare carne da mangiare?5Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell'aglio.6Ora la nostra vita inaridisce; non c'è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna".7Ora la manna era simile al seme del coriandolo e aveva l'aspetto della resina odorosa.8Il popolo andava attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta all'olio.9Quando di notte cadeva la rugiada sul campo, cadeva anche la manna.
10Mosè udì il popolo che si lamentava in tutte le famiglie, ognuno all'ingresso della propria tenda; lo sdegno del Signore divampò e la cosa dispiacque anche a Mosè.11Mosè disse al Signore: "Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, tanto che tu mi hai messo addosso il carico di tutto questo popolo?12L'ho forse concepito io tutto questo popolo? O l'ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: Pòrtatelo in grembo, come la balia porta il bambino lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri?13Da dove prenderei la carne da dare a tutto questo popolo? Perché si lamenta dietro a me, dicendo: Dacci da mangiare carne!14Io non posso da solo portare il peso di tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me.15Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; io non veda più la mia sventura!".
16Il Signore disse a Mosè: "Radunami settanta uomini tra gli anziani d'Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi; conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te.17Io scenderò e parlerò in quel luogo con te; prenderò lo spirito che è su di te per metterlo su di loro, perché portino con te il carico del popolo e tu non lo porti più da solo.
18Dirai al popolo: Santificatevi per domani e mangerete carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci farà mangiare carne? Stavamo così bene in Egitto! Ebbene il Signore vi darà carne e voi ne mangerete.19Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni,20ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a noia, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall'Egitto?".21Mosè disse: "Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti e tu dici: Io darò loro la carne e ne mangeranno per un mese intero!22Si possono uccidere per loro greggi e armenti in modo che ne abbiano abbastanza? O si radunerà per loro tutto il pesce del mare in modo che ne abbiano abbastanza?".23Il Signore rispose a Mosè: "Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se la parola che ti ho detta si realizzerà o no".
24Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del Signore; radunò settanta uomini tra gli anziani del popolo e li pose intorno alla tenda del convegno.25Allora il Signore scese nella nube e gli parlò: prese lo spirito che era su di lui e lo infuse sui settanta anziani: quando lo spirito si fu posato su di essi, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito.26Intanto, due uomini, uno chiamato Eldad e l'altro Medad, erano rimasti nell'accampamento e lo spirito si posò su di essi; erano fra gli iscritti ma non erano usciti per andare alla tenda; si misero a profetizzare nell'accampamento.27Un giovane corse a riferire la cosa a Mosè e disse: "Eldad e Medad profetizzano nell'accampamento".28Allora Giosuè, figlio di Nun, che dalla sua giovinezza era al servizio di Mosè, disse: "Mosè, signor mio, impediscili!".29Ma Mosè gli rispose: "Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!".30Mosè si ritirò nell'accampamento, insieme con gli anziani d'Israele.
31Intanto si era alzato un vento, per ordine del Signore, e portò quaglie dalla parte del mare e le fece cadere presso l'accampamento sulla distesa di circa una giornata di cammino da un lato e una giornata di cammino dall'altro, intorno all'accampamento e a un'altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo.32Il popolo si alzò e tutto quel giorno e tutta la notte e tutto il giorno dopo raccolse le quaglie. Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci 'homer'; le distesero intorno all'accampamento.33Avevano ancora la carne fra i denti e non l'avevano ancora masticata, quando lo sdegno del Signore si accese contro il popolo e il Signore percosse il popolo con una gravissima piaga.34Quel luogo fu chiamato Kibrot-Taava, perché qui fu sepolta la gente che si era lasciata dominare dalla ingordigia.35Da Kibrot-Taava il popolo partì per Caserot e a Caserot fece sosta.

Note:

Nm 11,1:il suo sdegno: lo sdegno (o collera) di Dio, che assume più spesso la forma di un castigo, è un aspetto della sua assoluta santità (Lv 17,1+), della sua «gelosia» (Dt 4,24+), che non tollera nessuna resistenza al suo disegno e soprattutto nessuna infedeltà all'alleanza (Nm 11,33; Nm 12,9; Dt 1,34; Dt 6,15; Dt 9,8; 2Cr 19,2; Is 5,25; Na 1,2 ; ecc.). Esso suppone dunque la misericordia (Es 34,6+). La sua manifestazione totale e definitiva è riservata al «giorno» (Am 5,18+; Sof 1,15 ; cf. 2 Dn 8,19; Mt 3,7 , Ap 19,15+).

Nm 11,3:Tabera: questo nome sembra significhi «luogo da pascolo», ma l'autore l'ha collegato a una radice analoga che significa «bruciare».

Nm 11,4-34:Il racconto di Nm 11,4-34 combina due tradizioni, una sulla manna e sulle quaglie (vv 4-13; 18-24a; 31-34), L'altra sul dono dello Spirito agli anziani (vv 14-17; 24b-30). L'episodio della manna e delle quaglie è situato dall'Esodo tra la partenza dall'Egitto e l'arrivo al Sinai (cf. Es 16,1+). Qui viene collocato nell'itinerario verso Kades (cf. Nm 13,26). In tutti e due i casi sono stati riuniti elementi che appartengono a tradizioni diverse in un quadro geografico artificiale.

Nm 11,25:Essi ricevono il dono profetico solo in modo temporaneo. Tuttavia si può anche tradurre (volg.): «senza potersi fermare».

Nm 11,34:Kibrot-Taava: potrebbe trattarsi di un nome geografico autentico che significa «i sepolcri di Taava» (nome di tribù?) che d'altronde è impossibile localizzare. In ogni caso è certo che la tradizione l'ha inteso come «sepolcri dell'ingordigia», secondo il contenuto del racconto.