Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Jó 2


font
VULGATABIBBIA RICCIOTTI
1 Factum est autem, cum quadam die venissent filii Dei, et starent coram Domino, venisset quoque Satan inter eos, et staret in conspectu ejus,1 - Avvenne pertanto che, essendosi adunati in un certo giorno i figli di Dio per presentarsi al Signore, venne fra loro anche Satana a presentarsi al cospetto di lui;
2 ut diceret Dominus ad Satan : Unde venis ? Qui respondens ait : Circuivi terram, et perambulavi eam.2 e il Signore disse a Satana: «Donde vieni?». E questi rispose: «Ho fatto il giro della terra e l'ho scorsa».
3 Et dixit Dominus ad Satan : Numquid considerasti servum meum Job, quod non sit ei similis in terra, vir simplex et rectus, ac timens Deum, et recedens a malo, et adhuc retinens innocentiam ? tu autem commovisti me adversus eum, ut affligerem eum frustra.3 E il Signore disse a Satana: «Hai tu notato il mio servo Giobbe, come non vi sia sulla terra uno somigliante a lui, uomo semplice e retto, timorato di Dio e alieno del male, e che conserva ancora l'innocenza? Eppure tu mi istigasti contro di lui, perchè io lo tribolassi senza motivo!».
4 Cui respondens Satan, ait : Pellem pro pelle, et cuncta quæ habet homo dabit pro anima sua ;4 E Satana gli rispose dicendo: «Pelle per pelle! Tutto ciò che l'uomo possiede, lo dà in iscambio della sua vita!
5 alioquin mitte manum tuam, et tange os ejus et carnem, et tunc videbis quod in faciem benedicat tibi.5 Tu invece prova a stender la tua mano e a toccarlo nell'ossa e nella carne, e allora vedrai ch'egli in faccia tua ti benedirà».
6 Dixit ergo Dominus ad Satan : Ecce in manu tua est : verumtamen animam illius serva.6 Il Signore disse allora a Satana: «Eccolo in poter tuo; soltanto, salva la sua vita!».
7 Egressus igitur Satan a facie Domini, percussit Job ulcere pessimo, a planta pedis usque ad verticem ejus ;7 Satana allora, ritiratosi dalla presenza del Signore, colpì Giobbe di un'ulcere maligna dalla pianta dei piedi fino al vertice di lui».
8 qui testa saniem radebat, sedens in sterquilinio.8 Andò egli a dimorare su un letamaio, e con un coccio si grattava la scabbia.
9 Dixit autem illi uxor sua : Adhuc tu permanes in simplicitate tua ? Benedic Deo, et morere.9 Gli disse quindi sua moglie: «Resisti tu ancora nella tua rettitudine? Benedici Dio, e poi muori!».
10 Qui ait ad illam : Quasi una de stultis mulieribus locuta es : si bona suscepimus de manu Dei, mala quare non suscipiamus ? In omnibus his non peccavit Job labiis suis.
10 Ma egli le disse: «Tu parli come una donna stolta! Se abbiamo ricevuto i beni dalla mano di Dio, i mali perchè non dovremmo riceverli?». In tutte queste cose Giobbe non peccò con le sue labbra.
11 Igitur audientes tres amici Job omne malum quod accidisset ei, venerunt singuli de loco suo, Eliphaz Themanites, et Baldad Suhites, et Sophar Naamathites. Condixerant enim ut pariter venientes visitarent eum, et consolarentur.11 Avendo pertanto udito tre amici di Giobbe tutta la sventura che l'aveva incolto, vennero ciascuno dal proprio luogo, [ed erano] Elifaz il Temanita, Baldad il Suhita e Sofar il Naamatita: costoro infatti s'erano accordati per venire insieme a visitarlo e a consolarlo.
12 Cumque elevassent procul oculos suos, non cognoverunt eum, et exclamantes ploraverunt, scissisque vestibus sparserunt pulverem super caput suum in cælum.12 Ma, alzando gli occhi da lontano, non lo riconobbero: elevarono quindi la voce piangendo, e strappatesi le vesti cosparsero di polvere il loro capo [lanciandola] verso il cielo.
13 Et sederunt cum eo in terra septem diebus et septem noctibus : et nemo loquebatur ei verbum : videbant enim dolorem esse vehementem.13 Rimasero poi seduti presso di lui, per terra, sette giorni e sette notti: nessuno però gli rivolgeva parola alcuna, giacchè vedevano che il dolore era assai grande.