Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Jó 2


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 Factum est autem, cum quadam die venissent filii Dei, et starent coram Domino, venisset quoque Satan inter eos, et staret in conspectu ejus,1 Or egli avvenne, che un giorno presentatisi i figliuoli di Dio davanti al Signore, e venuto tra loro anche Satan a presentarsi al cospetto di lui,
2 ut diceret Dominus ad Satan : Unde venis ? Qui respondens ait : Circuivi terram, et perambulavi eam.2 Il Signore disse a Satan: D'onde vieni? E quegli rispose: Ho fatto il giro della terra, e la ho scorsa;
3 Et dixit Dominus ad Satan : Numquid considerasti servum meum Job, quod non sit ei similis in terra, vir simplex et rectus, ac timens Deum, et recedens a malo, et adhuc retinens innocentiam ? tu autem commovisti me adversus eum, ut affligerem eum frustra.3 E il Signore disse a Satan: Hai tu posto mente a Giobbe mio servo, conm'ei non ha chi lo somigli sulla terra, uomo semplice, e retto, e timorato di Dio, alieno dal far male, e che conserva tuttor l'innocenza? E tu mi hai incitato contro di lui, perch'io lo tribolassi senza motivo.
4 Cui respondens Satan, ait : Pellem pro pelle, et cuncta quæ habet homo dabit pro anima sua ;4 Rispose a lui Satana, e disse: La pelle per la pelle, e tutto quello, che ha, lo darà l'uomo per la propria vita.
5 alioquin mitte manum tuam, et tange os ejus et carnem, et tunc videbis quod in faciem benedicat tibi.5 Ma stendi la tua mano, e tocca le sur ossa, e la sua carne, e allora vedrai s'ei dirà male di te in faccia.
6 Dixit ergo Dominus ad Satan : Ecce in manu tua est : verumtamen animam illius serva.6 Disse adunque il Signore a Satan: Su via, egli è in tuo potere, ma salva a lui la vita.
7 Egressus igitur Satan a facie Domini, percussit Job ulcere pessimo, a planta pedis usque ad verticem ejus ;7 E partitosi Satan dalla presenza del Signore, percosse Giobbe con ulcera orribile dalla pianta del piede sino alla punta del capo:
8 qui testa saniem radebat, sedens in sterquilinio.8 Ed egli sedendo sopra un letamaio, con un coccio si radeva la marcia.
9 Dixit autem illi uxor sua : Adhuc tu permanes in simplicitate tua ? Benedic Deo, et morere.9 Or la sua moglie gli disse: Ancora ti resti tu nella tua semplicità? Benedici Dio, e muori.
10 Qui ait ad illam : Quasi una de stultis mulieribus locuta es : si bona suscepimus de manu Dei, mala quare non suscipiamus ? In omnibus his non peccavit Job labiis suis.
10 Ed egli le disse: Come una delle donne prive di senno tu hai parlato. Se i beni abbiam ricevuti dalla mano del Signore, perché non prenderemo anche i mali? Per tutte queste cose non peccò Giobbe colle sue labbra.
11 Igitur audientes tres amici Job omne malum quod accidisset ei, venerunt singuli de loco suo, Eliphaz Themanites, et Baldad Suhites, et Sophar Naamathites. Condixerant enim ut pariter venientes visitarent eum, et consolarentur.11 Avendo pertanto udito tre amici di Giobbe tutte le avversità, che erano a lui accadute, si mossero ciascuno dalle case loro; Eliphaz di Theman, e Baldad di Sueh, e Sophar di Naamath; perocché si erano dati l'intesa di andare a visitarlo, e consolarlo.
12 Cumque elevassent procul oculos suos, non cognoverunt eum, et exclamantes ploraverunt, scissisque vestibus sparserunt pulverem super caput suum in cælum.12 E avendo da lungi alzato lo sguardo, noi riconoscevano, e sclamarono, e piansero, e stracciate le loro vesti sparsero la polvere sopra le loro teste.
13 Et sederunt cum eo in terra septem diebus et septem noctibus : et nemo loquebatur ei verbum : videbant enim dolorem esse vehementem.13 E stetter con lui a sedere per terra sette giorni, e sette notti, e non gli disser parola, perocché vedevano, che il dolore era veemente.