Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Primo libro di Samuele 5


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NOVA VULGATABIBBIA MARTINI
1 Philisthim autem tulerunt arcam Dei et asportaverunt eam a Abenezer in Azotum.1 Ma i Filistei presero l'arca di Dio, e la trasportarono dalla Pietra del soccorso in Azoto.
2 Tulerunt Philisthim arcam Dei et intulerunt eam in templum Dagon et statuerunt eam iuxta Dagon.2 E portarono i Filistei l'arca di Dio nel tempio di Dagon, e la collocarono vicino a Dagon.
3 Cumque surrexissent Azotii altera die, ecce Dagon iacebat pronus in terram ante arcam Domini; et tulerunt Dagon et restituerunt eum in loco suo.3 E il dì seguente alzatisi quelli di Azoto allo spuntare del dì, ecco che Dagon giaceva boccone per terra dinanzi all'arca del Signore: e presero Dagon, e lo rimisero al suo posto.
4 Rursumque mane die altera consurgentes invenerunt Dagon iacentem super faciem suam in terram coram arca Domini; caput autem Dagon et duae palmae manuum eius abscisae erant super limen:4 E di nuovo alzati la mattina seguente trovarono Dagon che giacea boccone per terra dinanzi all’arca del Signore: ma il capo di Dagon, e le due mani troncate erano sulla soglia (del tempio):
5 porro Dagon truncus solus remanserat in loco suo. Propter hanc causam non calcant sacerdotes Dagon et omnes, qui ingrediuntur templum eius, super limen Dagon in Azoto usque in hodiernum diem.
5 E il solo torso di Dagon era rimaso al suo posto. Questa è la ragione, per cui fino al dì d'oggi i sacerdoti di Dagon, e tutti quelli che entrano nel suo tempio non pongono il piede sulla soglia di Dagon in Azoto.
6 Aggravata est autem manus Domini super Azotios, et demolitus est eos et percussit eos tumoribus, Azotum et fines eius.6 E la mano del Signore si fè sentir fieramente a quelli di Azoto e li desolò; e mandò a quelli di Azoto, e del suo territorio un malore nelle parti deretane più interne. E villaggi, e i campi in mezzo a quella regione ribollirono, e nacquer de’ topi, e la città era sossopra pella gran mortalità.
7 Videntes autem viri Azotii huiuscemodi plagam dixerunt: “ Non maneat arca Dei Israel apud nos, quoniam dura est manus eius super nos et super Dagon deum nostrum ”.7 Or reggendo gli uomini di Azoto questi flagelli dissero: Non resti presso di noi l’arca del Dio d'Israele: perocché dura è la mano di lui sopra di noi, e sopra il nostro dio Dagon.
8 Et mittentes congregaverunt omnes principes Philisthinorum ad se et dixerunt: “ Quid faciemus de arca Dei Israel? ”. Responderuntque: “ In Geth circumducatur arca Dei Israel ”. Et circumduxerunt arcam Dei Israel.8 E mandaron gente per far adunare presso di loro tutti i satrapi de' Filistei, e dissero: Che farem noi dell'arca del Dio d'Israele? Risposero quelli di Geth: Si meni attorno l’arca del Dio d'Israele. E menaron attorno l'arca dei Dio d'Israele.
9 Postquam autem circumduxerunt eam, facta est manus Domini super civitatem, pavor magnus nimis; et percussit viros urbis a parvo usque ad maiorem, et eruperunt eis tumores.9 E mentre quelli la menavano attorno, la mano del Signore facea strage formisura grande in ciascheduna città: e straziava dal piccolo al grande gli uomini di ciascuna città, e uscivan lor fuori gl’intestini, e s'imputridivano. E i Gethei tenner consiglio, e si fecer dei sedili di pelli.
10 Miserunt ergo arcam Dei in Accaron.
Cumque venisset arca Dei in Accaron, exclamaverunt Accaronitae dicentes: “ Adduxerunt ad nos arcam Dei Israel, ut interficiat nos et populum nostrum! ”.
10 Mandarono adunque l'arca di Dio in Accaron. E arrivata che fu in Accaron l'arca di Dio, sclamarono gli Accaroniti, e dissero: Hanno condotta a noi l'arca del Dio d'Israele, perchè ammazzi noi, e il nostro popolo.
11 Miserunt itaque et congregaverunt omnes principes Philisthinorum et dixerunt: “ Dimittite arcam Dei Israel, et revertatur in locum suum et non interficiat nos cum populo nostro ”.11 Mandarono perciò gente affin di fare adunare tutti i satrapi dei Filistei: i quali dissero: Rimandate l'arca del Dio d'Israele, ed ella torni al suo posto, e non distrugga noi, e il nostro popolo.
12 Fiebat enim pavor mortis in tota civitate, et gravissima valde manus Dei. Viri quoque, qui mortui non fuerant, percutiebantur tumoribus, et ascendebat ululatus civitatis in caelum.
12 Imperocché per ciascuna città si spandeva un terror di morte, e la mano di Dio li premeva gagliardamente: e quegli ancora che non morivano, erano percossi nelle parti deretane più interne: e da ciascheduna città si alzavano le urla fino al cielo.