Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Apocalisse 21


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1Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.2Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.3Udii allora una voce potente che usciva dal trono:

"'Ecco la dimora' di Dio con gli uomini!
'Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro"'.
4'E tergerà ogni lacrima dai loro occhi';
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate".

5E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.
6Ecco sono compiute!
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
'A colui che ha sete' darò 'gratuitamente'
acqua della fonte 'della vita'.
7Chi sarà vittorioso erediterà questi beni;
'io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio'.

8Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte".
9Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli e mi parlò: "Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell'Agnello".10L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio.11Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.12La città è cinta da un grande e alto muro con dodici 'porte': sopra queste porte stanno dodici angeli e 'nomi' scritti, i nomi delle dodici 'tribù dei figli d'Israele'.13'A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte'.14Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.
15Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura.16La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali.17Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo.18Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo.19Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo,20il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista.21E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
22Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio.23La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.

24'Le nazioni cammineranno alla sua luce
e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza'.
25'Le' sue 'porte non si chiuderanno mai durante il giorno',
poiché non vi sarà più notte.
26'E porteranno a lei la gloria' e l'onore 'delle nazioni'.
27'Non entrerà in essa nulla d'impuro',
né chi commette abominio o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell'Agnello.

Note:

Ap 21,1-8:La città degli eletti, in totale contrasto con Babilonia (c 17), è un dono di Dio. La prospettiva è puramente celeste, come in Ap 7,15-17 . L'inizio si ispira a Isaia (cc. 51 e 65). Gerusalemme, città di Davide, capitale e centro religioso di Israele (2Sam 5,9+; 2Sam 24,25; 1Re 6,2; Sal 122), città di Dio (Sal 46,5), città santa (Is 52,1; Dn 9,24; Mt 4,5 ; ecc.), il cui cuore era la montagna (Sal 2,6+) dove era costruito il tempio (Dt 12,2-3+), era considerata in Israele la metropoli futura del popolo messianico (Is 2,1-5; Is 54,11+; Is 60; Ger 3,17+; Sal 87,1+; Sal 122; Lc 2,38+). Là lo Spirito santo ha fondato la chiesa cristiana (At 1,4; At 1,8+; At 2; At 8,1; At 8,4 ; ecc.). Ora essa è trasferita in cielo, dove si compie il disegno salvifico di Dio (Ap 3,12; Ap 11,1; Ap 20,9; Ap 22,19 ; cf. Gal 4,26; Fil 3,20; At 2,22-24+), quando saran celebrate le sue nozze con l'Agnello (Ap 19,7-8+ ; cf. Is 61,10; Is 62,4-5; Os 1,2+; Os 2,16 ; ecc.).

Ap 21,1:Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra: in Isaia (Is 65,17; Is 66,22), l'espressione era solo il simbolo del rinnovamento dell'epoca messianica. Dopo Cristo (cf. Mt 19,28; 2Pt 3,13), san Paolo apre prospettive più realistiche: tutta la creazione sarà un giorno rinnovata, liberata dalla schiavitù della corruzione, trasformata dalla gloria di Dio (Rm 8,19+). - il mare...: il mare, luogo di vita del drago e simbolo del male (cf. Gb 7,12+), scomparirà per sempre, davanti alla marcia vittoriosa del nuovo Israele (cf. Is 51,9-10; Sal 74,13; Sal 74,14; Gb 26,12-13; Is 27,1).

Ap 21,2:E' il nuovo fidanzamento di Gerusalemme con il suo Dio, nel giubilo e nella gioia (Ap 19,7 ; cf. Is 65,18; Is 61,10; Is 62,4-6) e l'ideale dell'esodo è finalmente raggiunto (cf. Os 2,16+).

Ap 21,3:egli sarà il «Dio-con-loro»: BJ, con volg. e altri, traduce: «ed egli, Dio con-loro, sarà il loro Dio» . Altra variante: «e Dio stesso sarà con loro». Formula classica dell'alleanza (Gen 17,8; Lv 26,11-12+; Ger 31,33; Ez 37,27 ; cf. 2Cor 6,16). La presenza e l'intimità caratterizzano l'alleanza di Dio con il suo popolo (cf. Es 25,8+ e Gv 1,14+). Essa sarà consumata alla fine dei tempi (cf. Gl 4,17; Gl 4,21; Zc 2,14; Sof 3,15-17; Is 12,6).

Ap 21,6:acqua della fonte della vita: l'acqua, simbolo di vita, era nell'AT caratteristica dei tempi messianici. Nel NT diviene simbolo dello Spirito (cf. Ap 7,17; Gv 4,1+).

Ap 21,7:egli sarà mio figlio: il titolo di «Figlio di Dio» doveva essere conferito al Re-Messia, successore di Davide, nel giorno della sua intronizzazione (2Sam 7,14+); il Cristo è stato dunque dichiarato «Figlio di Dio» in virtù della sua resurrezione (At 2,36+; Rm 1,4+; Eb 1,5). Egli ha anche esteso questo titolo a quelli che credono in lui (Gv 1,12+).

Ap 21,8:la seconda morte: la morte eterna (Ap 20,6; Ap 20,14) . Il fuoco divorante si oppone all'acqua (v 6); l'uno e l'altra sono simbolici.

Ap 21,9:la sposa dell'Agnello: è la Gerusalemme messianica, perché le nazioni pagane esistono ancora (Ap 21,24) e possono convertirsi al vero Dio (Ap 22,2); ma essa è già la Gerusalemme celeste, e non attende che il suo pieno sviluppo. Gli elementi di questa descrizione sono desunti soprattutto da Ez 40-48 .

Ap 21,10:Gerusalemme... scendeva dal cielo, da Dio: la salvezza messianica ed eterna è dono di Dio (Ap 21,2).

Ap 21,14:i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello: la perfezione nella totalità del popolo nuovo succede a quella dell'antico. Alle dodici tribù di Israele (Ap 7,4-8) corrispondono i dodici apostoli (cf. Mt 19,28p; Mc 3,14p; Ef 2,20). Tutti i numeri multipli di dodici, in questa descrizione, esprimono la stessa idea di perfezione.

Ap 21,16:La città è a forma di quadrato: segno di perfezione. - dodici mila stadi: 12 (il numero del nuovo Israele) moltiplicato per 1000 (moltitudine).

Ap 21,19:ogni specie di pietre preziose: queste pietre preziose e i loro colori devono lasciare un'impressione globale di solidità e di splendore, riflesso della gloria divina (cf. 2Cor 3,18). Vedere Is 54,11-12; Ez 28,13 e la descrizione del pettorale del sommo sacerdote (Es 28,17-21; Es 39,10-14).

Ap 21,22:Non vidi alcun tempio in essa: il tempio dove Dio risiedeva nel cuore della Gerusalemme terrestre (Ap 11,19; Ap 14,15-17; Ap 15,5-16,1) ora è scomparso. Il luogo del nuovo culto spirituale (cf. Gv 2,19-22+; Gv 4,23-24; Rm 12,1+) è ormai il corpo del Cristo immolato e risuscitato.

Ap 21,25:non vi sarà più notte: allo stesso modo, è il Risuscitato che, di là, irradia luce senz'ombra e santità (v 27) su tutte le nazioni riunite (Ap 22,5 ; cf. Gv 8,12+; 2Cor 4,6).