Scrutatio

Martedi, 19 marzo 2024 - San Giuseppe ( Letture di oggi)

Apocalisse 19


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1Dopo ciò, udii come una voce potente di una folla immensa nel cielo che diceva:

"Alleluia!
Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio;
2perché veri e giusti sono i suoi giudizi,
egli ha condannato la grande meretrice
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei
il sangue dei suoi servi!".

3E per la seconda volta dissero:

"Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!".

4Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:

"Amen, alleluia".

5Partì dal trono una voce che diceva:

"Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!".

6Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:

"Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
7Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
8le hanno dato una veste
di lino puro splendente".

La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
9Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!". Poi aggiunse: "Queste sono parole veraci di Dio".10Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: "Non farlo! Io sono servo come te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare". La testimonianza di Gesù è lo spirito di profezia.

11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": egli giudica e combatte con giustizia.
12I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui.13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio.14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro.15Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli 'le governerà con scettro di ferro' e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente.16Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
17Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo:18"Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi".
19Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito.20Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.21Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

Note:

Ap 19,1-10:Canti di giubilo incominciati in Ap 18,20 , che contrastano vivamente con i lamenti del c 18. Essi accompagnano la caduta di Babilonia. Il primo canto (vv 1-4) viene dal cielo; è seguito da un secondo (vv 5-9) al quale si associano i santi della chiesa intera, invitata alle nozze dell'Agnello.

Ap 19,1:Alleluia!: l'acclamazione liturgica («lodate Dio») in uso nel culto di Israele (Sal 111,1; Sal 113,1+ ; ecc.) è usata nel NT, soltanto qui (Ap 19,1; Ap 19,3; Ap 19,4; Ap 19,6).

Ap 19,7:son giunte le nozze dell'Agnello: le nozze dell'Agnello rappresentano l'instaurazione del regno celeste, che sarà descritta in Ap 21,9s (vedere Os 1,2+ e Ef 5,22-23+).

Ap 19,10:Giovanni tenta di prostrarsi, ma l'angelo gli ricorda che anch'egli è al servizio di Dio (Ap 1,1; Ap 22,8-9). Si tratta forse di un avvertimento contro il culto delle potenze celesti (Col 2,18; Eb 1,14; Eb 2,5). La «testimonianza di Gesù» è la parola di Dio. Attestata da Gesù, ogni cristiano la possiede (cf. Ap 1,2; Ap 6,9; Ap 12,17; Ap 20,4), essa ispira i profeti.

Ap 19,11-21:Eccoci alla fine dei tempi. Dopo la caduta di Babilonia, profetizzata (Ap 14,8; Ap 14,14; Ap 14,15) e realizzata (Ap 16,19-20; Ap 17,12-14), il Cristo fedele (Ap 3,14+) compie il giorno di Jahve (Am 5,18+), sterminando i nemici della chiesa. Il suo ritratto (vv 11-16) si ispira, come le descrizioni precedenti (Ap 12,5; Ap 14,6-20; Ap 17,14), a diverse profezie.

Ap 19,12:ha sul capo molti diademi: perché è il re dei re (v 16; cf. Ap 5,3; Ap 5,13).

Ap 19,13:E' avvolto in un mantello intriso di sangue: allusione (vedere v 15) a Is 63,1 . Simbolo della vittoria cruenta che egli sta per riportare sui nemici del suo popolo (cf. Ap 5,5). - il suo nome è il Verbo di Dio: i nomi del cavaliere vittorioso (vv 12.13.16) esprimono, sotto diversi aspetti, chi egli è. Al nome divino trascendente (v 12) si aggiunge qui quello di Parola, che lo designa come rivelazione efficace di Dio (cf. Gv 1,1; Gv 1,14), più precisamente come esecutore dei suoi giudizi (Ap 20,11-12; Ap 22,12 ; cf. Sap 18,14-18).

Ap 19,14:Gli eserciti del cielo: gli eserciti angelici (cf. Mt 26,53) o piuttosto l'esercito dei martiri (secondo Ap 14,4 e Ap 17,14) vestiti di bianco (cf. Ap 19,8; Ap 3,5; Ap 3,18; Ap 6,11; Ap 16,15 e anche Mt 22,11s).

Ap 19,15:Dalla bocca gli esce una spada affilata: la spada è l'arma della Parola sterminatrice (cf. Ap 1,16; Is 11,4; Is 49,2; Os 6,5; Sap 18,15; 2Ts 2,8; Eb 4,12). - il vino dell'ira furiosa di Dio onnipotente: l'immagine del torchio era un luogo comune del profetismo per simboleggiare lo sterminio, ad opera di Dio, dei nemici del popolo, nel grande giorno della sua ira (cf. Gen 49,9-12; Ger 25,30; Is 63,1-6; Gl 4,13; Sof 1,15). Sul «vino dell'ira», cf. Ap 14,8+; Ap 14,19-20; Is 51,17+ .

Ap 19,16:Titolo di dominio (cf. Ap 17,14; Fil 2,9-11), che supera infinitamente i titoli blasfemi della bestia (Ap 13,1; Ap 17,3).

Ap 19,20a:che... aveva operato quei portenti con i quali: digressione che richiama gli avvenimenti descritti nel c 13.