Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 16


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1Diceva anche ai discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.2Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.3L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.4So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.5Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:6Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.7Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.8Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

9Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
10Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
11Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
13Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona".

14I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui.15Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio.
16La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.
17È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.

18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.
19C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.20Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.23Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.25Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.27E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi".

Note:

Lc 16,1-31:Questo c raccoglie due parabole e molti logia di Gesù, circa il buono e cattivo uso del danaro. I vv 16-18, che si riferiscono a tre argomenti diversi, ne disturbano la composizione.

Lc 16,8:perché aveva agito con scaltrezza: secondo l'uso allora tollerato in Palestina, l'amministratore aveva diritto a concedere prestiti con i beni del suo padrone e, poiché non era pagato, di compensarsi alterando l'importo del prestito sulla ricevuta, per poter, al tempo della restituzione, usufruire della differenza come di un avanzo che rappresentava il suo interesse. Nel presente caso, forse egli non aveva prestato in realtà che cinquanta barili d'olio e ottanta misure di grano: nell'adattare la ricevuta all'importo reale, si priva di un beneficio, per altro usurario, che aveva previsto. La sua «disonestà» (v 8) non consiste dunque nella riduzione delle ricevute, la quale non è che una privazione dei suoi immediati interessi, abile manovra lodata dal suo padrone, ma nelle prevaricazioni precedenti che hanno causato il suo licenziamento (v 1).

Lc 16,9:Procuratevi amici con la disonesta ricchezza: evidentemente la vostra. La ricchezza è detta «disonesta», non solo perché chi la possiede l'ha male acquistata, ma anche perché, più generalmente parlando, all'origine di quasi tutte le fortune c'è qualche disonestà.

Lc 16,12:nella ricchezza altrui: cioè un bene esteriore all'uomo: la ricchezza. - chi vi darà la vostra?: B e altri hanno: «la nostra». - Si tratta di beni spirituali, i quali possono appartenere all'uomo.

Lc 16,19-31:Storia-parabola, senza nessun legame storico.

Lc 16,21:dalla mensa del ricco: la volg. aggiunge: «ma nessuno gliene dava» (cf. Lc 15,16).

Lc 16,22:nel seno di Abramo: espressione giudaica che corrisponde alla antica locuzione biblica «essere riunito ai propri padri», cioè ai patriarchi (Gdc 2,10 ; cf. Gen 15,15; Gen 47,30; Dt 31,16). L'immagine esprime l'intimità (Gv 1,18) e la prossimità con Abramo nel banchetto messianico (cf. Gv 13,23; Mt 8,11+). - fu sepolto: volg. traduce: «fu sepolto nell'inferno».

Lc 16,26:abisso: l'abisso simboleggia l'impossibilità di cambiare destino, sia per gli eletti come per i dannati.