Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Genesi 39


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA MARTINI
1 Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù.1 Giuseppe adunque fu condotto in Egitto, e lo comperò Putiphar Egiziano eunuco di Faraone, capitano dell'esercito degl'Ismaeliti, che ve l'aveano condotto.
2 Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone.2 E il Signore era con lui, e gli riusciva bene tutto quel che faceva: e abitava nella casa del suo padrone,
3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani.3 Il quale benissimo conoscea, che era con lui il Signore, e conduceva a buon fine tutto quello che intraprendeva.
4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi.4 E Giuseppe trovò grazia dinanzi al suo padrone, e lo serviva, ed essendogli stata data da lui la soprintendenza di tutte le cose, governava la casa a sé affidata, e tutti i beni rimessi nelle sue mani.
5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna.5 E il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per amor di Giuseppe, e moltiplicò tutte le facoltà di lui tanto in casa, come alla campagna,
6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
6 Ed egli non avea altro pensiero, che di mettersi a tavola a mangiare. Or Giuseppe era di volto avvenente, e di graziosa presenza.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: "Unisciti a me!".7 Passato adunque assai tempo, la padrona fissò i suoi occhi sopra Giuseppe, e disse: Dormi meco.
8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: "Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi.8 Il quale non acconsentendo all'opera indegna, le disse: Tu vedi come il mio padrone avendo rimessa ogni cosa nelle mie mani, non sa quel che si abbia in sua casa:
9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?".9 E veruna cosa non è, ch'ei non abbia a me affidata, e di cui non m'abbia fatto padrone, fuori di te, che sei sua moglie: come adunque poss'io fare questo male, e peccare contro il mio Dio?
10 E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
10 Cogli stessi discorsi ogni dì e la donna inquietava il giovinetto, ed egli ricusava di peccare.
11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici.11 Ma avvenne, che un dì Giuseppe entrò in casa, e si pose a far qualche cosa non avendo alcun con sé:
12 Essa lo afferrò per la veste, dicendo: "Unisciti a me!". Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì.12 E quella, preso l'orlo del suo mantello, gli disse: Vieni con me. Ma egli lasciato in man di lei il mantello, si fuggì fuori di casa.
13 Allora essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori,13 E la donna veggendo in sue mani il mantello, e sé disprezzata:
14 chiamò i suoi domestici e disse loro: "Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce.14 Chiamò a sé la gente di casa, e disse loro: Ecco che egli ha condotto qua quest'uomo Ebreo, perché ci facesse vergogna. Egli è venuto a trovarmi per peccare con me: e avendo io alzato le grida,
15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito".
15 Egli all'udir la mia voce ha lasciato il mantello, per cui io lo teneva, e si è fuggito.
16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa.16 In prova adunque della serbata fede fece veder al marito tornato a casa il mantello ritenuto,
17 Allora gli disse le stesse cose: "Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me.17 E disse: È venuto a trovarmi quel servo Ebreo, che tu hai condotto a svergognarmi:
18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori".18 Il quale, sentito come io alzava le grida, ha lasciato il mantello, che io teneva, ed è scappato.
19 Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: "Proprio così mi ha fatto il tuo servo!", si accese d'ira.
19 Tali cose avendo udite il padrone troppo facile a credere alle parole della moglie, ne concepì grande sdegno:
20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.

20 E fece metter Giuseppe nella prigione, in cui erano tenuti i rei di delitto commesso contro del re, ed egli fu quivi rinchiuso.
21 Ma il Signore fu con Giuseppe, e avendo compassione di lui fece sì, ch'ei trovò grazia dinanzi al provveditore della prigione.
22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da fare là dentro, lo faceva lui.22 Il quale diede a lui potestà sopra tutti i prigionieri, che erano in quella carcere: e tutto quello che si facea, era fatto per suo ordine.
23 Il comandante della prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli era affidato, perché il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore faceva riuscire.23 E quegli non pensava a nulla, avendo dato di ogni cosa l'arbitrio a Giuseppe: perocché il Signore era con lui, e conduceva a buon fine tutto quel ch'ei faceva.