Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Ad Corinthios I 11


font
VULGATADIODATI
1 Imitatores mei estote, sicut et ego Christi.1 Siate miei imitatori, siccome io ancora lo son di Cristo.
2 Laudo autem vos fratres quod per omnia mei memores estis : et sicut tradidi vobis, præcepta mea tenetis.2 OR io vi lodo, fratelli, di ciò che vi ricordate di me in ogni cosa; e che ritenete gli ordinamenti, secondo che io ve li ho dati.
3 Volo autem vos scire quod omnis viri caput, Christus est : caput autem mulieris, vir : caput vero Christi, Deus.3 Ma io voglio che sappiate, che il capo d’ogni uomo è Cristo, e che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Iddio.
4 Omnis vir orans, aut prophetans velato capite, deturpat caput suum.4 Ogni uomo, orando, o profetizzando, col capo coperto, fa vergogna al suo capo.
5 Omnis autem mulier orans, aut prophetans non velato capite, deturpat caput suum : unum enim est ac si decalvetur.5 Ma ogni donna, orando, o profetizzando, col capo scoperto, fa vergogna al suo capo; perciocchè egli è una medesima cosa che se fosse rasa.
6 Nam si non velatur mulier, tondeatur. Si vero turpe est mulieri tonderi, aut decalvari, velet caput suum.6 Imperocchè, se la donna non si vela, si tagli anche i capelli! Ora se è cosa disonesta per la donna il tagliarsi i capelli, o il radersi il capo, si veli.
7 Vir quidem non debet velare caput suum : quoniam imago et gloria Dei est, mulier autem gloria viri est.7 Poichè, quant’è all’uomo, egli non deve velarsi il capo, essendo l’immagine, e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo.
8 Non enim vir ex muliere est, sed mulier ex viro.8 Perciocchè l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo.
9 Etenim non est creatus vir propter mulierem, sed mulier propter virum.9 Imperocchè ancora l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo.
10 Ideo debet mulier potestatem habere supra caput propter angelos.10 Perciò, la donna deve, per cagion degli angeli, aver sul capo un segno della podestà da cui dipende.
11 Verumtamen neque vir sine muliere : neque mulier sine viro in Domino.11 Nondimeno, nè l’uomo è senza la donna, nè la donna senza l’uomo, nel Signore.
12 Nam sicut mulier de viro, ita et vir per mulierem : omnia autem ex Deo.12 Perciocchè, siccome la donna è dall’uomo, così ancora l’uomo è per la donna; ed ogni cosa è da Dio.
13 Vos ipsi judicate : decet mulierem non velatam orare Deum ?13 Giudicate fra voi stessi: è egli convenevole che la donna faccia orazione a Dio, senza esser velata?
14 Nec ipsa natura docet vos, quod vir quidem si comam nutriat, ignominia est illi :14 La natura stessa non v’insegna ella ch’egli è disonore all’uomo se egli porta chioma?
15 mulier vero si comam nutriat, gloria est illi : quoniam capilli pro velamine ei dati sunt.15 Ma, se la donna porta chioma, che ciò le è onore? poichè la chioma le è data per velo.
16 Si quis autem videtur contentiosus esse : nos talem consuetudinem non habemus, neque ecclesia Dei.
16 Ora, se alcuno vuol parer contenzioso, noi, nè le chiese di Dio, non abbiamo una tale usanza
17 Hoc autem præcipio : non laudans quod non in melius, sed in deterius convenitis.17 OR io non vi lodo in questo, ch’io vi dichiaro, cioè, che voi vi raunate non in meglio, ma in peggio.
18 Primum quidem convenientibus vobis in ecclesiam, audio scissuras esse inter vos, et ex parte credo.18 Perciocchè prima, intendo che quando vi raunate nella chiesa, vi son fra voi delle divisioni; e ne credo qualche parte.
19 Nam oportet et hæreses esse, ut et qui probati sunt, manifesti fiant in vobis.19 Poichè bisogna che vi sieno eziandio delle sette fra voi, acciocchè coloro che sono accettevoli, sien manifestati fra voi.
20 Convenientibus ergo vobis in unum, jam non est Dominicam cœnam manducare.20 Quando adunque voi vi raunate insieme, ciò che fate non è mangiar la Cena del Signore.
21 Unusquisque enim suam cœnam præsumit ad manducandum, et alius quidem esurit, alius autem ebrius est.21 Perciocchè, nel mangiare, ciascuno prende innanzi la sua propria cena; e l’uno ha fame, e l’altro è ebbro.
22 Numquid domos non habetis ad manducandum, et bibendum ? aut ecclesiam Dei contemnitis, et confunditis eos qui non habent ? Quid dicam vobis ? laudo vos ? in hoc non laudo.22 Perciocchè, non avete voi delle case per mangiare, e per bere? ovvero, sprezzate voi la chiesa di Dio, e fate vergogna a quelli che non hanno? che dirovvi? loderovvi in ciò? io non vi lodo
23 Ego enim accepi a Domino quod et tradidi vobis, quoniam Dominus Jesus in qua nocte tradebatur, accepit panem,23 Poichè io ho dal Signore ricevuto ciò che ancora ho dato a voi, cioè: che il Signore Gesù, nella notte ch’egli fu tradito, prese del pane;
24 et gratias agens fregit, et dixit : Accipite, et manducate : hoc est corpus meum, quod pro vobis tradetur : hoc facite in meam commemorationem.24 e dopo aver rese grazie, lo ruppe, e disse: Pigliate, mangiate; quest’è il mio corpo, il qual per voi è rotto; fate questo in rammemorazione di me.
25 Similiter et calicem, postquam cœnavit, dicens : Hic calix novum testamentum est in meo sanguine : hoc facite quotiescumque bibetis, in meam commemorationem.25 Parimente ancora prese il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio; fate questo, ogni volta che voi ne berrete, in rammemorazione di me.
26 Quotiescumque enim manducabitis panem hunc, et calicem bibetis, mortem Domini annuntiabitis donec veniat.26 Perciocchè, ogni volta che voi avrete mangiato di questo pane, o bevuto di questo calice, voi annunzierete la morte del Signore, finchè egli venga.
27 Itaque quicumque manducaverit panem hunc, vel biberit calicem Domini indigne, reus erit corporis et sanguinis Domini.27 Perciò, chiunque avrà mangiato questo pane, o bevuto il calice del Signore, indegnamente, sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore.
28 Probet autem seipsum homo : et sic de pane illo edat, et de calice bibat.28 Or provi l’uomo sè stesso, e così mangi di questo pane, e beva di questo calice.
29 Qui enim manducat et bibit indigne, judicium sibi manducat et bibit, non dijudicans corpus Domini.29 Poichè chi ne mangia, e beve indegnamente, mangia e beve giudicio a sè stesso, non discernendo il corpo del Signore.
30 Ideo inter vos multi infirmi et imbecilles, et dormiunt multi.30 Perciò fra voi vi son molti infermi, e malati; e molti dormono.
31 Quod si nosmetipsos dijudicaremus, non utique judicaremur.31 Perciocchè, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati.
32 Dum judicamur autem, a Domino corripimur, ut non cum hoc mundo damnemur.32 Ora, essendo giudicati, siamo dal Signore corretti, acciocchè non siamo condannati col mondo.
33 Itaque fratres mei, cum convenitis ad manducandum, invicem exspectate.33 Per tanto, fratelli miei, raunandovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri.
34 Si quis esurit, domi manducet, ut non in judicium conveniatis. Cetera autem, cum venero, disponam.34 E se alcuno ha fame, mangi in casa; acciocchè non vi rauniate in giudicio. Or quant’è alle altre cose, io ne disporrò, quando sarà venuto