Giudici 16
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BIBBIA CEI 1974 | VULGATA |
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1 Sansone andò a Gaza, vide una prostituta e andò da lei. | 1 Abiit quoque in Gazam, et vidit ibi mulierem meretricem, ingressusque est ad eam. |
2 Fu detto a quelli di Gaza: "È venuto Sansone". Essi lo circondarono, stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero quieti, dicendo: "Attendiamo lo spuntar del giorno e allora lo uccideremo". | 2 Quod cum audissent Philisthiim, et percrebruisset apud eos intrasse urbem Samson, circumdederunt eum, positis in porta civitatis custodibus : et ibi tota nocte cum silentio præstolantes, ut facto mane exeuntem occiderent. |
3 Sansone riposò fino a mezzanotte; a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che guarda in direzione di Ebron. | 3 Dormivit autem Samson usque ad medium noctem : et inde consurgens, apprehendit ambas portæ fores cum postibus suis et sera, impositasque humeris suis portavit ad verticem montis, qui respicit Hebron. |
4 In seguito si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila. | 4 Post hæc amavit mulierem, quæ habitabat in valle Sorec, et vocabatur Dalila. |
5 Allora i capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: "Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno mille e cento sicli d'argento". | 5 Veneruntque ad eam principes Philisthinorum, atque dixerunt : Decipe eum, et disce ab illo, in quo habeat tantam fortitudinem, et quomodo eum superare valeamus, et vinctum affligere : quod si feceris, dabimus tibi singuli mille et centum argenteos. |
6 Dalila dunque disse a Sansone: "Spiegami: da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?". | 6 Locuta est ergo Dalila ad Samson : Dic mihi, obsecro, in quo sit tua maxima fortitudo, et quid sit quo ligatus erumpere nequeas ? |
7 Sansone le rispose: "Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque". | 7 Cui respondit Samson : Si septem nerviceis funibus necdum siccis, et adhuc humentibus, ligatus fuero, infirmus ero ut ceteri homines. |
8 Allora i capi dei Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora secche, ed essa lo legò con esse. | 8 Attuleruntque ad eam satrapæ Philisthinorum septem funes, ut dixerat : quibus vinxit eum, |
9 L'agguato era teso in una camera interna. Essa gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli spezzò le corde come si spezza un fil di stoppa, quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza non fu conosciuto. | 9 latentibus apud se insidiis, et in cubiculo finem rei expectantibus : clamavitque ad eum : Philisthiim super te, Samson. Qui rupit vincula, quomodo si rumpat quis filum de stuppæ tortum putamine, cum odorem ignis acceperit : et non est cognitum in quo esset fortitudo ejus. |
10 Poi Dalila disse a Sansone: "Ecco tu ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare". | 10 Dixitque ad eum Dalila : Ecce illusisti mihi, et falsum locutus es : saltem nunc indica mihi quo ligari debeas. |
11 Le rispose: "Se mi si legasse con funi nuove non ancora adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque". | 11 Cui ille respondit : Si ligatus fuero novis funibus, qui numquam fuerunt in opere, infirmus ero, et aliorum hominum similis. |
12 Dalila prese dunque funi nuove, lo legò e gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". L'agguato era teso nella camera interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia. | 12 Quibus rursum Dalila vinxit eum, et clamavit : Philisthiim super te, Samson : in cubiculo insidiis præparatis. Qui ita rupit vincula quasi fila telarum. |
13 Poi Dalila disse a Sansone: "Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spiegami come ti si potrebbe legare". Le rispose: "Se tu tessessi le sette trecce della mia testa nell'ordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque". | 13 Dixitque Dalila rursum ad eum : Usquequo decipis me, et falsum loqueris ? ostende quo vinciri debeas. Cui respondit Samson : Si septem crines capitis mei cum licio plexueris, et clavum his circumligatum terræ fixeris, infirmus ero. |
14 Essa dunque lo fece addormentare, tessé le sette trecce della sua testa nell'ordito e le fissò con il pettine, poi gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli si svegliò dal sonno e strappò il pettine del telaio e l'ordito. | 14 Quod cum fecisset Dalila, dixit ad eum : Philisthiim super te, Samson. Qui consurgens de somno extraxit clavum cum crinibus et licio. |
15 Allora essa gli disse: "Come puoi dirmi: Ti amo, mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei burlato di me e non mi hai spiegato da dove proviene la tua forza così grande". | 15 Dixitque ad eum Dalila : Quomodo dicis quod amas me, cum animus tuus non sit mecum ? Per tres vices mentitus es mihi, et noluisti dicere in quo sit maxima fortitudo tua. |
16 Ora poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato fino alla morte | 16 Cumque molesta esset ei, et per multos dies jugiter adhæreret, spatium ad quietem non tribuens, defecit anima ejus, et ad mortem usque lassata est. |
17 e le aprì tutto il cuore e le disse: "Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque". | 17 Tunc aperiens veritatem rei, dixit ad eam : Ferrum numquam ascendit super caput meum, quia nazaræus, id est, consecratus Deo, sum de utero matris meæ : si rasum fuerit caput meum, recedet a me fortitudo mea, et deficiam, eroque sicut ceteri homines. |
18 Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i capi dei Filistei e fece dir loro: "Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il cuore". Allora i capi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro. | 18 Vidensque illa quod confessus ei esset omnem animum suum, misit ad principes Philisthinorum ac mandavit : Ascende adhuc semel, quia nunc mihi aperuit cor suum. Qui ascenderunt assumpta pecunia, quam promiserant. |
19 Essa lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo adatto e gli fece radere le sette trecce del capo. Egli cominciò a infiacchirsi e la sua forza si ritirò da lui. | 19 At illa dormire eum fecit super genua sua, et in sinu suo reclinare caput. Vocavitque tonsorem, et rasit septem crines ejus, et cœpit abigere eum, et a se repellere : statim enim ab eo fortitudo discessit. |
20 Allora essa gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: "Io ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò". Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui. | 20 Dixitque : Philisthiim super te, Samson. Qui de somno consurgens, dixit in animo suo : Egrediar sicut ante feci, et me excutiam : nesciens quod recessisset ab eo Dominus. |
21 I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione. | 21 Quem cum apprehendissent Philisthiim, statim eruerunt oculos ejus, et duxerunt Gazam vinctum catenis, et clausum in carcere molere fecerunt. |
22 Intanto la capigliatura che gli avevano rasata, cominciava a ricrescergli. | 22 Jamque capilli ejus renasci cœperunt. |
23 Ora i capi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon loro dio e per far festa. Dicevano: "Il nostro dio ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico". | 23 Et principes Philisthinorum convenerunt in unum ut immolarent hostias magnificas Dagon deo suo, et epularentur, dicentes : Tradidit deus noster inimicum nostrum Samson in manus nostras. |
24 Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: "Il nostro dio ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico, che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti dei nostri". | 24 Quod etiam populus videns, laudabat deum suum, eademque dicebat : Tradidit deus noster adversarium nostrum in manus nostras, qui delevit terram nostram, et occidit plurimos. |
25 Nella gioia del loro cuore dissero: "Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!". Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne. | 25 Lætantesque per convivia, sumptis jam epulis, præceperunt ut vocaretur Samson, et ante eos luderet. Qui adductus de carcere ludebat ante eos, feceruntque eum stare inter duas columnas. |
26 Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la mano: "Lasciami pure; fammi solo toccare le colonne sulle quali posa la casa, così che possa appoggiarmi ad esse". | 26 Qui dixit puero regenti gressus suos : Dimitte me, ut tangam columnas, quibus omnis imminet domus, et recliner super eas, et paululum requiescam. |
27 Ora la casa era piena di uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva giochi. | 27 Domus autem erat plena virorum ac mulierum, et erant ibi omnes principes Philisthinorum, ac de tecto et solario circiter tria millia utriusque sexus spectantes ludentem Samson. |
28 Allora Sansone invocò il Signore e disse: "Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!". | 28 At ille invocato Domino ait : Domine Deus, memento mei, et redde mihi nunc fortitudinem pristinam, Deus meus, ut ulciscar me de hostibus meis, et pro amissione duorum luminum unam ultionem recipiam. |
29 Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra. | 29 Et apprehendens ambas columnas quibus innitebatur domus, alteramque earum dextera et alteram læva tenens, |
30 Sansone disse: "Che io muoia insieme con i Filistei!". Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita. | 30 ait : Moriatur anima mea cum Philisthiim. Concussisque fortiter columnis, cecidit domus super omnes principes, et ceteram multitudinem quæ ibi erat : multoque plures interfecit moriens, quam ante vivus occiderat. |
31 Poi i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Zorea ed Estaol nel sepolcro di Manoach suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per venti anni. | 31 Descendentes autem fratres ejus et universa cognatio, tulerunt corpus ejus, et sepelierunt inter Saraa et Esthaol in sepulchro patris sui Manue : judicavitque Israël viginti annis. |