Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Prima lettera di Giovanni 3


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1Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui.2Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
3Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.4Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge.5Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non v'è peccato.6Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto né l'ha conosciuto.
7Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com'egli è giusto.8Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo.9Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.
10Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.
11Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri.12Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvage, mentre quelle di suo fratello eran giuste.
13Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.14Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.15Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
16Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.17Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.19Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore20qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.21Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio;22e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
23Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.24Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Note:

1Gv 3,1:e lo siamo realmente: alcuni testimoni omettono; volg. ha: «affinché lo siamo».

1Gv 3,3:come egli è puro: Gesù.

1Gv 3,5:per togliere i peccati: con B, A, ecc.; S, C, volg., sir. leggono: «i nostri peccati».

1Gv 3,6:Chiunque rimane in lui non pecca: Giovanni stilizza i ritratti. Dalla speranza della visione (v 2) e della santità consumata (v 3) deriva fin da ora, per l'azione di Gesù Cristo (v 5; 1Gv 2,2), l'astensione da tutti i mali, propria dei figli di Dio (v 9; 1Gv 5,18 ; cf. Gal 5,16) che sono stati «giustificati» (v 7; 1Gv 2,29 ; cf. Rm 3,24-25+). Questo però, di fatto, non esclude la possibilità concreta del peccato (1Gv 1,8-10+), che rompe appunto la comunione (cf. 1Gv 2,3-5).

1Gv 3,8:Chi commette il peccato viene dal diavolo: alle espressioni: essere da Dio, dalla verità, figli di Dio, che significano che il cristiano vive sotto l'influenza di Dio che dimora in lui, si oppongono le espressioni: essere (venire) dal diavolo (1Gv 3,8), dal maligno (1Gv 3,12), dal mondo (1Gv 2,16; 1Gv 4,5), figli del diavolo (1Gv 3,10), per designare tutti quelli che vivono sotto l'influsso perverso di Satana e si lasciano «traviare» da lui.

1Gv 3,9:un germe divino: forse il Cristo (cf. Gal 3,16; 1Gv 5,18). Ma sarebbe piuttosto o lo Spirito (cf. 1Gv 2,20; 1Gv 2,27) o il germe di vita, cioè la Parola che è stata accolta (1Gv 2,7; 1Gv 2,24) e che fruttifica mediante lo Spirito (1Gv 2,20; 1Gv 2,27).

1Gv 3,12:le sue opere erano malvage, mentre quelle di suo fratello erano giuste: prosegue l'antitesi (fino a 1Gv 4,6) tra i figli di Dio che vivono nella verità e nell'amore, e il mondo dove regnano il peccato e l'odio.

1Gv 3,19:conosceranno: vet. lat., volg., sir. ecc. hanno: «conosciamo». - Gv dà alla voce «verità» (1Gv 2,4) un senso molto largo che comprende fede e amore (1Gv 3,23; 1Gv 5,1). Sono «dalla verità» coloro che credono (1Gv 2,21-22), che amano (1Gv 3,18-19 ; cf. 2Gv 1,4-6; 3Gv 1,3-8; Gv 3,21; Gv 8,31+; Gv 18,37).

1Gv 3,19-20:L'uomo che sente i rimproveri del «suo cuore», della sua coscienza (cf. 1Cor 4,4+; Ef 1,18+), sa che Dio conosce tutto (cf. Gv 16,30) e che è amore (1Gv 3,1; 1Gv 4,8+), che è dunque più chiaroveggente e indulgente della nostra stessa coscienza. Ma la pratica dell'amore e dei comandamenti è presupposta (vv 23-24). Altra traduzione: «e davanti a lui noi persuaderemo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri, che Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa».