Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Prima lettera di Giovanni 5


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1Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.2Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti,3perché in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.4Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.

5E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?6Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità.7Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza:8lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.9Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio.10Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio.11E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio.12Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
13Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.

14Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta.15E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già quello che gli abbiamo chiesto.
16Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s'intende a coloro che commettono un peccato che non conduce alla morte: c'è infatti un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare.17Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla morte.

18Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca.19Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.20Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.
21Figlioli, guardatevi dai falsi dèi!

Note:

1Gv 5,1:ama anche chi da lui è stato generato: chi ama Dio ama anche i figli di Dio. L'amore di Dio si realizza mediante l'amore del prossimo, criterio della sua sincerità (1Gv 3,14; 1Gv 3,17-19; 1Gv 4,20) e primo dei comandamenti a cui impegna l'amore di Dio (vv 2-3, cf. 1Gv 2,3-5; 1Gv 3,22-24 , Gv 13,34+; Gv 15,10-14; Mt 22,36-40p; Rm 13,9; Gal 5,14). In definitiva è dunque la fede che giudica l'amore, la fede per la quale l'uomo nasce da Dio (1Gv 3,1; Gv 1,12+).

1Gv 5,5:Cf. Rm 1,4+ . Questa conclusione dipende da due principi: chiunque crede è nato da Dio (v 1); chi è nato da Dio è vincitore del mondo (v 4).

1Gv 5,6:è venuto con acqua e sangue: l'acqua e il sangue che fluirono dal costato di Gesù, quando fu aperto dalla lancia.

1Gv 5,7s:Il testo dei vv 7-8 è sovraccarico, in volg., per un inciso detto «comma giovanneo» (qui sotto tra parentesi), assente nei mss greci antichi, nelle versioni antiche e nei migliori mss della volg.; sembra una glossa marginale introdotta più tardi nel testo: «perché tre sono quelli che rendono testimonianza (nel cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito santo, e questi tre sono uno; e tre sono quelli che testimoniano sulla terra): lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi».

1Gv 5,8:questi tre sono concordi: le tre testimonianze convergono. Il sangue e l'acqua si uniscono allo Spirito (1Gv 2,20+; 1Gv 2,27; Gv 3,5; Gv 4,1+) per testimoniare (cf. Gv 3,11+) in favore della missione del Figlio che dà la vita (v 11, Gv 3,15+).

1Gv 5,14ss:Come nel Vangelo (cf. Gv 21), la conclusione, che dovrebbe terminare lo scritto, è seguita da una aggiunta.

1Gv 5,16:peccato che conduce alla morte: i destinatari della lettera erano forse informati su questo peccato di una gravità eccezionale. Può essere il peccato contro lo Spirito, contro la verità (cf. Mt 12,31+) o l'apostasia degli anticristi (1Gv 2,18-29; Eb 6,4-8 , ecc.).

1Gv 5,17:che non conduce: alcune testimonianze hanno: «che conduce».

1Gv 5,18-21:Tre frasi, che cominciano con «sappiamo», ricapitolano le grandi certezze e speranze cristiane sviluppate nella lettera.

1Gv 5,18:chi è nato: Gesù (cf. Gv 1,13; Gv 1,18); volg. e altri: «la generazione».

1Gv 5,20:per conoscere il vero Dio: Dio, il solo vero (Gv 17,3+ ; cf. Gv 8,31; 1Ts 1,9; Ap 3,14) e il solo veramente conosciuto per ciò che è: vita e amore.

1Gv 5,21:guardatevi dai falsi dèi: ultimo scongiuro provocato dal richiamo del solo Vero. Gli «idoli», in senso metaforico, possono designare il paganesimo o anche gli «idoli del cuore» (Qumran) che distolgono l'uomo dalla fede e dall'amore. Volg. e altri aggiungono: «Amen».