Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 11


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1Io domando dunque: 'Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo'? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.2'Dio non ha ripudiato il suo popolo', che egli ha scelto fin da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?

3'Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita'.
4Cosa gli risponde però la voce divina?
'Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal'.
5Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia.6E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.
7Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti,8come sta scritto:

'Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi'.
9E Davide dice:

'Diventi la lor mensa un laccio', un tranello
'e un inciampo e serva loro di giusto castigo!'
10'Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fa' loro curvare la schiena per sempre'!
11Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia.12Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!
13Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero,14nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni.15Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?
16Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami.17Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo,18non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
19Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io!20Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi!21Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
22Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso.23Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!24Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!
25Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.26Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:

'Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.'
27'Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati'.
28Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,29perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!30Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,31così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.32Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!

33O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

34'Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?'
35'O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio'?

36Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Note:

Rm 11,1:Io domando dunque: la stessa formula che accusava Israele (Rm 10,18; Rm 10,19) ora annunzia la sua salvezza (lo stesso nel v 11). Il popolo infedele (Rm 10,21) non viene rigettato (Rm 11,2). Il «resto» (Is 4,3+) che lo rappresenta temporaneamente è il pegno della restaurazione futura.

Rm 11,9:la loro mensa: il salmo descrive qui la punizione dei sazi che hanno misconosciuto i tormenti e la sete del giusto. Se si tratta di pasti sacrificali (Targum), la profezia si realizza letteralmente: è lo stesso attaccamento dei giudei alla loro religione che impedisce loro di riconoscere il giusto sofferente.

Rm 11,11:per cadere per sempre: traduzione quasi letterale cui è stato aggiunto: «per sempre» (senza speranza di rialzarsi). - la salvezza è giunta ai pagani: l'incredulità attuale dei giudei non è che un «passo falso» permesso per la conversione dei pagani (Rm 9,22+; Rm 11,12; Rm 11,19; Rm 11,25; Rm 11,30) e in definitiva per la loro stessa conversione: è per la loro salvezza che Dio li renderà «gelosi» (Rm 10,19) dei pagani.

Rm 11,13:a voi, Gentili: cioè i cristiani venuti dalle «nazioni», i pagani convertiti. Così, anche come apostolo dei pagani, Paolo lavora per la salvezza dei suoi fratelli di sangue («quelli del mio sangue», alla lettera «la mia carne»).

Rm 11,15:una risurrezione dai morti: formula diversamente interpretata. Se la conversione dei pagani è paragonata alla prima fase dell'opera redentrice, la riconciliazione del mondo, quella di Israele costituirà un tale beneficio per cui può essere paragonata solo alla seconda fase, la resurrezione finale che Paolo quindi avrebbe qui in mente. Tuttavia egli non afferma che la conversione di Israele debba precedere immediatamente la resurrezione generale. - Altri traducono: «la vita che esce dai morti». Far ritornare dalla morte alla vita è un'opera particolarmente meravigliosa, riservata alla potenza di Dio (cf. Rm 4,17+; 2Cor 1,9). Tale sarà la meraviglia del ritorno di Israele, un ritorno alla vita del figlio prodigo, che verrebbe ad essere, in questo caso, il figlio maggiore (cf. Lc 15,24; Lc 15,32).

Rm 11,16:tutta la pasta: la futura conversione di Israele chiaramente affermata (vv 11-15), tenendo conto delle dichiarazioni ancora più esplicite dei vv 25-26, prova che la porzione fedele realizza pienamente la nozione di «resto», segno certo di restaurazione per tutta la nazione; ma ne consegue anche che la stessa parte infedele rimane solidale alla parte fedele e partecipa in qualche modo alla sua santità, come una pasta che rimane tutta consacrata dall'offerta delle primizie (Nm 15,19-21).

Rm 11,17:oleastro: il pagano divenuto cristiano. - al loro posto: oppure «in mezzo ad essi». - della radice e: tale inciso manca in alcuni codici.

Rm 11,21:risparmierà te: oppure «guarda che non risparmi neppure te».

Rm 11,25:saranno entrate tutte le genti: Paolo ha sempre di mira le due collettività: il blocco del mondo giudaico e l'insieme del mondo pagano.

Rm 11,26:come sta scritto: l'AT annunziava la purificazione completa di Israele come una conseguenza della venuta del Messia. Paolo insegna come un «mistero» (v 25) che questa profezia, compiuta già parzialmente con la conversione dei pagani, implica anche la conversione del popolo giudaico.

Rm 11,28:alla elezione: «vangelo» ed «elezione» designano le due grandi tappe della storia della salvezza: dopo e prima del Cristo. Dopo il Cristo, che hanno rifiutato, i giudei sono diventati nemici di Dio, e Dio ha permesso questo per favorire la conversione dei pagani (cf. Rm 9,22+; Rm 11,11+); ma essi rimangono l'oggetto della speciale dilezione che Dio ha manifestato ai loro padri prima del Cristo, nel tempo in cui il loro popolo era l'unico depositario dell'elezione.