Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Cantico 7


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1"Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti".
"Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?".

2"Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d'artista.
3Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
4I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
5Il tuo collo come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
6Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce".
7Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
8La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
9Ho detto: "Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi".

10"Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
11Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
12Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
13Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!
14Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te".

Note:

Ct 7,1-6:Un richiamo del coro e un intervento del poeta (piuttosto che dell'amato) introducono una nuova descrizione dell'amata (vv 2-6). E' simmetrica a Ct 4,1-6 , di cui riprende alcuni elementi (i due cerbiatti gemelli, la torre), ma è più sensuale e l'ordine è differente: va dal basso in alto. I termini nel paragone sono disparati: monili, coppa, cerbiatti, torre, quindi particolarità geografiche. Non vi si può vedere una descrizione allegorica della terra santa: l'amata ha gli occhi in Transgiordania (Chesbòn), il naso nel Libano e la testa sul Carmelo. Sono iperboli, che esprimono l'ammirazione suscitata dalla sua contemplazione.

Ct 7,1:Sulammita: il nome appare solo in questo passo e resta perciò inspiegabile, qualcuno ha voluto vedervi un'allusione alla sunamita che riscaldava Davide e di cui 1Re 1,2-4 esalta la bellezza, oppure una forma femminile derivata dal nome Salomone, «colei che appartiene a Salomone», il quale rappresenta l'amato (cf. Ct 3,7-11). - la danza a due schiere: la Sulammita è immaginata qui mentre canta tra due cori che scandiscono le sue evoluzioni ripetendo «volgiti» (vedi inizio del v). E' un tipo comune di danza orientale, non necessariamente legata alle feste nuziali. Ciò spiega perché la descrizione che segue comincia dai piedi della danzatrice; il testo potrebbe essere stato recitato dal coro e non dall'amato; costui appare con certezza nel brano seguente (vv 7-10).

Ct 7,6:tue trecce: traduzione incerta; se è giusta, vi si può paragonare un canto d'amore egiziano: «con i suoi capelli ha lanciato contro di me le sue reti». Su re di questo v e su figlia di principe del v 2, cf. Ct 1,4 e Ct 1,12 .

Ct 7,7:figlia di delizie: con sir. e Aquila; il TM ha: «nelle delizie». I vv 7-10 esprimono un moto appassionato verso il possesso fisico dell'amata.

Ct 7,8:palma: tre donne nella Bibbia (Gen 38,6; 2Sam 13,1; 2Sam 14,27) si chiamano Tamar, «palma», simbolo della bellezza femminile, come è detto esplicitamente dalle due ultime citazioni.

Ct 7,10:L'amata riprende l'ultima parola dell'amato (vino) e afferma la reciprocità del loro amore. BJ fa iniziare la risposta dell'amata al v 10b; BC con volg. al v seguente.

Ct 7,10c:sulle labbra e sui denti: con i LXX, sir., volg. e Aquila; il testo è incerto; BJ traduce il TM: «sulle labbra di quelli che dormono».

Ct 7,11:Allusione a Gen 3,16 , dove la stessa parola molto rara esprime l'attrazione della donna verso suo marito.

Ct 7,12:nei campi: evocazione della primavera come in Ct 2,10-14 , ma qui l'invito viene dall'amata. I giardini sono il quadro favorito delle scene d'amore egiziane.

Ct 7,13:le mie carezze: bisogna dare alla parola il suo significato reale (come per esempio BJ: «i miei amori»), richiesto del resto dal contesto del v seguente: le mandragore erano ritenute come eccitanti d'amore e portatrici di fecondità (cf. Gen 30,14-16); i frutti riservati all'amato evocano non la primavera, ma l'autunno il tempo dell'amore consumato.