Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Cantico 6


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1Dov'è andato il tuo diletto,
o bella fra le donne?
Dove si è recato il tuo diletto,
perché noi lo possiamo cercare con te?
2Il mio diletto era sceso nel suo giardino
fra le aiuole del balsamo
a pascolare il gregge nei giardini
e a cogliere gigli.
3Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me;
egli pascola il gregge tra i gigli.

4Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
5Distogli da me i tuoi occhi:
il loro sguardo mi turba.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
6I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno.
Tutte procedono appaiate
e nessuna è senza compagna.
7Come spicchio di melagrana la tua gota,
attraverso il tuo velo.
8Sessanta sono le regine,
ottanta le altre spose,
le fanciulle senza numero.
9Ma unica è la mia colomba la mia perfetta,
ella è l'unica di sua madre,
la preferita della sua genitrice.
L'hanno vista le giovani e l'hanno detta beata,
le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi.
10"Chi è costei che sorge come l'aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?".
11Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere il verdeggiare della valle,
per vedere se la vite metteva germogli,
se fiorivano i melograni.
12Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto
sui carri di Ammi-nadìb.

Note:

Ct 6,1:Nuovo intervento del coro che prepara la conclusione dei vv 2 e 3. Non bisogna ricercare l'amato, egli è presente nel cuore dell'amata, che è il «suo giardino» (cf. Ct 4,12+). La sicurezza dell'amore reciproco è espressa nel v 3 con termini simili a quelli di Ct 2,16 .

Ct 6,4-10:I vv 4-10 formano un piccolo poema delimitato dalla ripetizione delle stesse parole alla fine del v 4 e del v 10. I vv 5b-7 riprendono parzialmente Ct 4,1; Ct 4,2; Ct 4,3(b) e possono essere un'aggiunta. L'amato proclama che l'amata è la sua unica, che vale più di tutto un harem regale (v 8, cf. 1Re 11,3; 2Cr 11,21; 2Cr 13,21).

Ct 6,4:Gerusalemme: è «la tutta bella, la gioia dell'universo» (Lam 2,15). - Tirza, prima capitale del regno del nord (1Re 14,17), è messa in parallelo perché il suo nome significa che è «gradevole, piacevole». - schiere: senso incerto.

Ct 6,5:mi turba: altri poeti parlerebbero di «sguardi assassini».

Ct 6,8:le fanciulle senza numero: probabile glossa.

Ct 6,10:Vedi l'elogio della sposa in Sir 26,16-18 . Il sommo sacerdote Simeone è paragonato alla luna e al sole (Sir 50,6-7). Un canto d'amore egiziano paragona l'amata, unica e senza confronto (cf. qui v 9) a Sirio, la stella più brillante.

Ct 6,11-12:I vv 11 e 12 sono indipendenti dal poema precedente e sono enigmatici. Non si conosce chi parla: è l'amato se il giardino del v 11 rappresenta la sua amica, come in Ct 4,12; Ct 4,16; Ct 5,1 ; ma è l'amata se si considera che la seconda parte del versetto sarà pronunziata da lei in Ct 7,13 . Il v 12 è il più difficile del Cantico e scoraggia ogni interpretazione. Forse questo Amminadìb è l'equivalente palestinese del «Principe Mehi», un personaggio accessorio nei canti egiziani, che va in giro con un carro e s'immischia negli amori altrui.