Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 12


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA MARTINI
1 Giònata, vedendo che le circostanze gli erano propizie, scelse uomini adatti e li inviò a Roma per ristabilire e rinnovare l'amicizia con quel popolo.1 E Gionata vedendo, che il tempo era favorevole, elesse deputati per mandargli a Roma a stabilire e rinnovar l'amicizia.
2 Anche presso gli Spartani e in altre località inviò lettere sullo stesso argomento.2 Similmente agli Sparziati e ad altri potentati scrisse lettere dello stesso tenore.
3 Partirono dunque per Roma e là entrarono nel consiglio e dissero: "Giònata sommo sacerdote e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a rinnovare la comune amicizia e l'alleanza come la prima volta".3 E quegli andarono a Roma, ed entrati nella Curia, dissero: Gionata sommo Sacerdote e la nazione dei Giudei ci hanno mandati a rinnovare l'amicizia e la confederazione, quale ella è stata per la passato.
4 E i Romani diedero loro lettere di raccomandazione per le autorità dei vari luoghi, perché favorissero il loro ritorno pacifico in Giudea.
4 E (i Romani) diedero ad essi lettere pe' loro presidi d'un luogo all'altro, affinché li facesser condurre con sicurezza nella terra di Giuda.
5 Questa è invece la copia della lettera che Giònata scrisse agli Spartani:
5 Or ecco la copia della lettera scritta da Gionata agli Sparziati:
6 "Giònata sommo sacerdote e il consiglio degli anziani del popolo e i sacerdoti e tutto il resto del popolo giudaico, agli Spartani loro fratelli salute.6 Gionata sommo Sacerdote e i seniori della nazione e i sacerdoti e tutto il popolo dei Giudei, agli Sparziati fratelli, salute.
7 Già in passato era stata spedita una lettera ad Onia sommo sacerdote da parte di Areo, che regnava fra di voi, con l'attestazione che siete nostri fratelli, come risulta dalla copia annessa.7 È già tempo, che fu scritta lettera da Ario, che regnava tra voi a Onia sommo Sacerdote, nella quale si dicea come voi siete nostri fratelli, come lo dimostra la copia, che qui sotto si riferirà.
8 Onia aveva accolto con onore l'inviato e aveva accettato la lettera nella quale vi erano le dichiarazioni di alleanza e di amicizia.8 E Onia accolse onorevolmente il messo e le lettere, nelle quali si trattava di fare amicizia e confederazione.
9 Noi dunque, pur non avendone bisogno, avendo a conforto le scritture sacre che sono nelle nostre mani,9 Noi non avendo bisogno di nissuna di queste cose, perchè abbiamo per nostra consolazione i libri santi a che sono nelle nostre mani,
10 ci siamo indotti a questa missione per rinnovare la fraternità e l'amicizia con voi in modo da non diventare per voi degli estranei; molti anni infatti sono passati da quando mandaste messaggeri a noi.10 Abbiam voluto nulladimeno mandar a voi deputati per rinovellare la fraternità e l'amicizia, affinché non accada, che noi diventiamo stranieri a voi; perocchè gran tempo è trascorso dopo che voi mandaste a visitarci.
11 Noi dunque fedelmente in tutte le feste e negli altri giorni prescritti ci ricordiamo di voi nei sacrifici che offriamo e nelle nostre invocazioni, com'è doveroso e conveniente ricordarsi dei fratelli.11 Noi però in ogni tempo non abbiam mai tralasciato nè giorni solenni e negli altri tempi quando convien di farlo, di far commemorazione di voi nè sacrifizj; che da noi sono offerti, e nelle orazioni, come è giusto e convenevole di aver memoria de' fratelli.
12 Ci rallegriamo della vostra gloria.12 Or noi ci rallegriamo della vostra gloria.
13 Noi invece siamo stati circondati da tante oppressioni e molte guerre: ci hanno combattuti i re dei paesi vicini,13 Ma noi siamo stati circondati da molte tribolazioni e guerre; e i re circonvicini ci hanno vessati.
14 ma non abbiamo voluto disturbare né voi né gli altri nostri alleati e amici in queste lotte:14 Noi adunque non abbiam voluto in queste guerre recar molestia a voi, né agli altri confederati e amici nostri:
15 abbiamo infatti dal cielo un valido aiuto per il quale noi siamo stati liberati dai nostri nemici ed essi sono stati umiliati.15 Perocchè noi abbiam ricevuto soccorso dal cielo, e siamo stati liberati, e son rimasi svergognati i nostri nemici.
16 Ora abbiamo designato Numenio figlio di Antioco e Antìpatro figlio di Giàsone e li abbiamo inviati presso i Romani a rinnovare la precedente amicizia e alleanza con loro.16 Ma avendo noi eletto Numenio figliuolo' di Antioco, e Antipatro figliuolo di Giasone per mandargli ai Romani a rinnovar con essi l'amicizia e la confederazione antica,
17 Abbiamo quindi dato loro disposizioni di passare anche da voi, per salutarvi e consegnarvi la nostra lettera, riguardante la ripresa dei nostri rapporti e la nostra fraternità.17 Abbiam data ad essi commissione di venir anche da voi a salutarvi, e a portarvi questa nostra lettera, che ha per fine di rinnovellare la nostra fraternità.
18 Voi dunque farete cosa ottima comunicandoci una risposta su queste cose".
18 Or voi ben farete rispondendo a noi sopra tali cose.
19 Segue ora copia della lettera che essi avevano inviato ad Onia:
19 E questa è la copia della lettera scritta ad Onia:
20 "Areo, re degli Spartani, a Onia sommo sacerdote salute.20 Ario re degli Sparziati, ad Onia sommo Sacerdote, salute.
21 Si è trovato in una scrittura, riguardante gli Spartani e i Giudei, che essi sono fratelli e che discendono dalla stirpe di Abramo.21 Si è trovato in certa scrittura, che gli sparziali e i Giudei sono fratelli, e sono della stirpe d'Abramo.
22 Ora, dal momento che siamo venuti a conoscenza di questa cosa, ci farete cosa gradita scrivendoci sui vostri sentimenti di amicizia.22 Or dacchè noi abbiamo scoperta tal cosa, voi farete bene a scriverci, se siate in pace.
23 Noi intanto vi rispondiamo: I vostri armenti e i vostri averi ci appartengono e i nostri appartengono a voi. Abbiamo quindi disposto perché vi sia riferito in questo senso".
23 E noi pure scriviamo a voi: I nostri bestiami e le nostre possessioni sono vostre, e nostre sono le vostre: queste cose adunque abbiamo dato commissione di far sapere a voi.
24 Giònata ebbe notizia che i generali di Demetrio erano ritornati con forze più numerose di prima per ritentare la guerra contro di lui.24 Or Gionata seppe come i capitani di Demetrio eran tornati con esercito maggior di prima per assalirlo:
25 Egli si mosse da Gerusalemme e andò loro incontro nella regione di Amat, perché non volle dar loro il tempo di entrare nel suo paese.25 Ed egli parti da Gerusalemme, e andò ad incontrarti nel paese di Amath; perocchè non avea dato loro il tempo di metter piede nel suo paese.
26 Mandò nel loro campo delle spie, le quali tornarono annunciando che essi stavano disponendosi per dar loro l'assalto di notte.26 E mandò delle spie nel loro campo, le quali tornarono a dirgli, che quelli avean risoluto di coglierlo all'improvviso quella notte.
27 Quando fu il tramonto, Giònata comandò ai suoi di vegliare tutta la notte e di stare con le armi pronte per la battaglia e dispose sentinelle intorno al campo.27 Or tramontata che fu il sole, Gionata ordinò ai suoi di vegliare, e di stare coll'armi in ordine per la battaglia tutta la notte, e pose sentinelle intorno al quartiere.
28 Ma anche gli avversari seppero che Giònata e i suoi uomini stavano pronti per la battaglia e furon presi da timore ed esitazione d'animo e allora accesero fuochi nel loro campo.28 Ma i nemici avendo risaputo come Giornata era colla sua gente in ordine per la battaglia, ebber timore, e perderon coraggio, e acceser de' fuochi nel loro campo.
29 Giònata e i suoi uomini non si accorsero di nulla fino al mattino, perché continuavano a vedere il bagliore dei fuochi.29 E Gionata e i suoi non si accorsero del fatto fino alla mattina, oeggendo quei fuochi accesi:
30 Allora si diede a inseguire le loro tracce, ma non poté raggiungerli, perché avevano passato il fiume Elèutero.30 E Gionata andò dietro ad essi, e non li raggiunse; perocchè avean passato il fiume Eleuthero.
31 Giònata piegò sugli Arabi chiamati Zabadei, li assalì e si impadronì delle loro spoglie.31 E Gionata piegò verso gli Arabi detti Zabadei, e gli sconfisse, e prese le loro spoglie.
32 Poi ripartì e andò a Damasco e si diede a percorrere tutto il paese.32 E riuniti i suoi andò a Damasco, e andava attorno per tutto quel paese.
33 Anche Simone fece una spedizione, marciando fino ad Ascalòna e ai vicini posti di guarnigione, poi piegò su Giaffa e se ne impadronì;33 E Simone partì, e andò fino ad Ascalon e alle vicine fortezze; e si voltò verso Joppe, e la occupò.
34 aveva sentito infatti che avevano intenzione di consegnare la fortezza ai partigiani di Demetrio; perciò vi pose una guarnigione per presidiarla.
34 Perocche' aveva inteso come quelli volevano rimettere la fortezza alle genti di Demetrio: ond'egli vi mise presidio, che la custodisse.
35 Quando Giònata fu di ritorno, radunò in assemblea gli anziani del popolo e deliberò con loro di costruire fortezze in Giudea,35 E Gionata al suo ritorno convocò i seniori del popolo, e risolvè con essi di fabbricare delle cittadella nella Giudea,
36 di sopraelevare le mura di Gerusalemme e di alzare una grande barriera tra la città e l'Acra per separare questa dalla città affinché fosse isolata, così che non potessero più né comperare né vendere.36 E di riedificare le mura di Gerusalemme, e di alzare un muro altissimo in mezzo tralla cittadella e la città per separar quella dalla città, affinché restasse isolata, e quelli non potessero nè comprare, nè vendere:
37 Si organizzarono dunque per ricostruire la città e poiché era rovinato parte del muro sul torrente dal lato orientale, Giònata allestì il cosiddetto Kafenata.37 E si adunò la gente per fabbricare attorno alla città; e cadde la muraglia, che era lungo il torrente da levante: ed egli ristorò il muro chiamato Caphetetha:
38 Simone a sua volta ricostruì Adida nella Sefela fortificandola e applicandovi porte e sbarre.
38 E Simone fabbricò, Adiada in Sephela, e la fortificò e vi pose le porte e le sbarre.
39 Intanto Trifone cercava di diventare re dell'Asia, cingere la corona e stendere la mano contro il re Antioco,39 Ma Trifone avendo disegnato di farsi re dell'Asia, e di prendere il diadema, e di porre le mani addosso al re Antioco:
40 ma sospettava che Giònata glielo impedisse e, nel caso, gli muovesse guerra. Perciò cercava di averlo nelle mani e di eliminarlo; si mosse dunque e venne a Beisan.40 Temendo, che Gionata non gli fosse di ostacolo, e anzi gli facesse guerra, cercava di averlo nelle mani e ucciderlo: quindi si mosse, e andò a Bethsan.
41 Giònata gli uscì incontro con quarantamila uomini scelti e inquadrati e venne a Beisan.41 E Gionata gli andò incontro con quaranta mila guerrieri scelti,e giunse a Bethsan.
42 Trifone, vedendo che era venuto con numeroso esercito, si guardò bene dal mettergli le mani addosso.42 Ma veggendo Trifone, che Gionata era venuto con grosso esercito per assalirlo, ebbe paura.
43 Anzi lo ricevette con molti onori, lo presentò a tutti i suoi amici, gli offrì doni e ordinò ai suoi amici e alle sue truppe di obbedirgli come a lui stesso.43 E lo accolse onorevolmente, e lo raccomandò a tutti i suoi amici, e gli fece dei regali, e ordinò ai suoi eserciti, che obbedissero a lui come a se stesso.
44 Disse a Giònata: "Perché mai hai disturbato tutta questa gente, non essendoci guerra tra di noi?44 E disse a Gionata: Per qual motivo hai tu incomodata tutta la tua gente, mentre noi non abbiam guerra?
45 Su, dovresti rimandarli alle loro case; tu scegli per te pochi uomini che ti accompagnino e vieni con me a Tolemàide e io la consegnerò a te insieme con le altre fortezze e il resto dell'esercito e tutti i funzionari, poi tornerò indietro e partirò: sono venuto appunto per questo".45 Or tu rimandagli alle case loro, e scegli un piccol numero d'uomini, che restin teco, e vieni meco a Tolemaide, e io te ne farò padrone, come degli altri presidj e delle milizie e di tutte le persone del governo, e me ne ritornerò in dietro; perocchè a questo fine son venuto.
46 Giònata, fidatosi di lui, fece quanto aveva detto e rimandò le truppe che tornarono nella Giudea.46 E quegli prestogli fede, e fece come egli avea detto; e licenziò i soldati, i quali se n'andarono nel paese di Giuda.
47 Fece rimanere tremila uomini, di cui duemila lasciò in Galilea e gli altri mille andarono con lui.47 E ritenne seco tre mila uomini; dei quali ne rimando due mila nella Galilea, e mille andaron con lui.
48 Ma quando Giònata fu entrato in Tolemàide, i cittadini chiusero le porte e si impadronirono di lui e passarono a fil di spada quanti erano entrati con lui.48 Ma appena ebbe Gionata messo il piede in Tolemaide, que' cittadini chiuser le porte della città, e lo fecero prigione, e messer a fil di spada tutti quelli che erano venuti dentro con lui.
49 Trifone mandò poi fanti e cavalli in Galilea e nella grande pianura per liquidare tutti gli uomini di Giònata.49 E Trifone mandò un esercito e la cavalleria nella Galileo e nella pianura grande per isterminar tutti quelli che aveano accompagnato Gionata.
50 Ma essi avevano sentito dire che Giònata era stato catturato e che era finita per lui e per quelli che erano con lui e, incoraggiatisi l'un l'altro, si presentarono inquadrati, pronti alla battaglia.50 Ma quelli avendo saputo, come Gionata era stato preso, e messo a morte con tutti quelli che eran con lui, si esortarono gli uni gli altri, e si mossero pronti a venir alle mani.
51 Gli inseguitori li videro decisi a difendere la loro vita e se ne tornarono.51 Or quelli che erano andati in traccia di essi, veggendoli disposti a far tutto per la loro vita, tornarono indietro:
52 Così tutti giunsero senza molestie in Giudea; fecero lutto per Giònata e per quelli della sua scorta e furono presi da grande timore. Tutto Israele si immerse in un lutto profondo.52 E quelli se ne tornarono tutti salvi nella Giudea: e piansero grandemente Gionata e i suoi compagni; e Israele meno gran duolo.
53 Tutti i popoli intorno a loro cercarono subito di sterminarli, dicendo appunto: "Non hanno più né capo né sostegno: scendiamo ora in guerra contro di loro e cancelleremo anche il loro ricordo dagli uomini".53 E tutte le circonvicine nazioni cercavano di abbatterli; perocchè dicevano.
54 Ei non han condottiero, ne chi gli aiuti: adesso pertanto sterminiamoli, e si cancelli il loro nome dalla memoria degli uomini.