Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 10


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1Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io davanti a voi così meschino, ma di lontano così animoso con voi;2vi supplico di far in modo che non avvenga che io debba mostrare, quando sarò tra voi, quell'energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni che pensano che noi camminiamo secondo la carne.3In realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali,4ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze,5distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all'obbedienza al Cristo.6Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta.
7Guardate le cose bene in faccia: se qualcuno ha in se stesso la persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che se lui è di Cristo lo siamo anche noi.8In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene.9Non sembri che io vi voglia spaventare con le lettere!10Perché "le lettere - si dice - sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa".11Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.

12Certo noi non abbiamo l'audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni di quelli che si raccomandano da sé; ma mentre si misurano su di sé e si paragonano con se stessi, mancano di intelligenza.13Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della misura che Dio ci ha assegnato, sì da poter arrivare fino a voi;14né ci innalziamo in maniera indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché fino a voi siamo giunti col vangelo di Cristo.15né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancora nella vostra considerazione, secondo la nostra misura,16per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci alla maniera degli altri delle cose già fatte da altri.
17Pertanto 'chi si vanta, si vanti nel Signore';18perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Note:

2Cor 10,1-13,10:Il cambiamento brusco di argomento e di tono sorprende. Cf. la spiegazione suggerita nell'introduzione alle lettere di s. Paolo. Si può anche pensare a una lunga interruzione nella dettatura di questa lettera; nel frattempo Paolo avrà ricevuto nuove informazioni sulla condizione spirituale degli abitanti di Corinto e sui loro sentimenti a suo riguardo (cf. 2Cor 10,1; 2Cor 10,10; 2Cor 12,16; 2Cor 12,20).

2Cor 10,1:Allusione ai rimproveri ironici dei suoi avversari (cf. v 10).

2Cor 10,4:da Dio o «agli occhi di Dio».

2Cor 10,7:Guardate le cose bene in faccia: o «voi guardate alle apparenze». - se qualcuno: sia il «partito del Cristo» di 1Cor 1,12+ , sia piuttosto un gruppo di fedeli che rivendicavano il monopolio della fedeltà al Cristo.

2Cor 10,9:Sottinteso: «solamente». Gli abitanti di Corinto non credano che la severità di Paolo sia puramente verbale (cf. v 11).

2Cor 10,13:Noi... non ci vanteremo oltre misura: la volg. ha: «mentre ci misuriamo su noi stessi secondo la nostra misura e ci paragoniamo con noi stessi, non ci vanteremo oltre misura».

2Cor 10,12-14:Senso di questi vv: i miei avversari non hanno, per titolo di gloria, che l'alta opinione che hanno di se stessi (v 12). Io invece posso gloriarmi di aver compiuto la missione che Dio mi ha affidato: fondare la chiesa a Corinto (vv 13-14).

2Cor 10,15:Si può anche tradurre: «speriamo, quando la vostra fede si sarà sviluppata, di crescere ancora nella vostra stima e sempre più, secondo la regola che ci è stata assegnata».

2Cor 10,16:Paolo si impone la regola di non costruire su fondamenta poste da altri (Rm 15,20s).