Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

ΠΑΡΟΙΜΙΑΙ - Proverbi - Proverbs 26


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LXXBIBBIA VOLGARE
1 οι εμοι λογοι ειρηνται υπο θεου βασιλεως χρηματισμος ον επαιδευσεν η μητηρ αυτου1 (Non è già conveniente cosa quando l' uomo folle è in dignitade e in signoria; chè molte volte addiviene male a coloro sopra i quali egli ha potere. E perciò dice la Scrittura :) tutto così come non è cosa convenevole, quando nevica d'estate e piove troppo d'inverno, tutto così è laida cosa e disordinata, quando il folle è in signoria.
2 τι τεκνον τηρησεις τι ρησεις θεου πρωτογενες σοι λεγω υιε τι τεκνον εμης κοιλιας τι τεκνον εμων ευχων2 (Se ciascuno è tenuto rendere ragione al dì del giudicio delle parole oziose, che ragione potranno elli rendere chiunque non ebbe buona lingua, ma sempre temperata a maledire, e di dire ignoranti parole, dond' elli vorrebbono che altri andasse di male in peggio? ma bene siano loro securi, che lo maladetto e la mala ventura sarà tutta in loro). Così vanno le male parole dette contra altrui, come vanno le passere trasvolando di qua e di là, e ogni uccello che vola in alto.
3 μη δως γυναιξι σον πλουτον και τον σον νουν και βιον εις υστεροβουλιαν3 Tutto così come si conviene il flagello al cavallo (per far che tema) e il freno all' asinello (per governarlo), così bisogna la correzione a' folli uomini e imprudenti; (ed è molto grande noia ad avere il folle in sua compagnia).
4 μετα βουλης παντα ποιει μετα βουλης οινοποτει οι δυνασται θυμωδεις εισιν οινον δε μη πινετωσαν4 Non rispondere tuttavia al folle secondo sua follia, chè tu ne averesti alcuna volta di peggio.
5 ινα μη πιοντες επιλαθωνται της σοφιας και ορθα κριναι ου μη δυνωνται τους ασθενεις5 Ma non è sì folle, che non si convegna alcuna volta riprendere di sua follia; però che non s' amen-. derebbe di niente, e crederebbe che tutto ciò che facesse fosse ben fatto, (e che niuno avesse ardire di riprenderlo di sua follia).
6 διδοτε μεθην τοις εν λυπαις και οινον πινειν τοις εν οδυναις6 (Il folle messaggio può bene gravare il suo signore; e s'è colui che insciente manda per lui il folle uomo a corte, non è già maraviglia se n'ha danno. Quando il folle uomo dice alcuna sapienza o alcuno bene, elli male viene, e non è già volentieri udito nè inteso). Quegli che manda a dire ambasciata per mal messo, è come lo sciancato de' piedi, e come chi bee la retade.
7 ινα επιλαθωνται της πενιας και των πονων μη μνησθωσιν ετι7 Ed è così come lo sfiancato che hae belle gambe, il quale però non lascia l'andare isfiancato; così discorda la vita del folle al bene, s' egli il dice.
8 ανοιγε σον στομα λογω θεου και κρινε παντας υγιως8 Niuno non deve al malvagio uomo portare onore; e quello che il fa, non fa già bene niente.
9 ανοιγε σον στομα και κρινε δικαιως διακρινε δε πενητα και ασθενη9 (Più avvenente cosa è la sapienza nella bocca del folle, e maggiormente quand' elli non intende cosa che dica, che ciò che lo ebrio dice quando egli è in sua ebrietà; e non quanto quelli, che abbeverato del diletto del secolo, sente spesso retenzione in sua coscienza della malvagia vita ch' egli ha menata). Cotale il proverbio nella bocca dello stolto, come lo stecco pugnente nella mano dell' ebrio.
10 γυναικα ανδρειαν τις ευρησει τιμιωτερα δε εστιν λιθων πολυτελων η τοιαυτη10 Quello che dirittamente giudica ciò che l'uomo gli mostra, determina le cose dell' uno e dell' altro dirittamente, e tosto; quelli ch' è folle, fae tenere niente a pace tutti quelli che sono intorno di lui. (Quello che sua carne nutrisce in troppo grande diletto, ello abbatte spesso in peccato; chè non lo farebbe già, se si tenesse misurevolmente).
11 θαρσει επ' αυτη η καρδια του ανδρος αυτης η τοιαυτη καλων σκυλων ουκ απορησει11 Quello che è stato lungo tempo in folle vita, e ha fatta penitenza del suo peccato, se poi vi ricade, somiglia al cane che ripiglia quello che rigetta.
12 ενεργει γαρ τω ανδρι αγαθα παντα τον βιον12 E un' altra volta riprende l' uomo che crede essere più savio, che tutti coloro dintorno ove elli abita (per folle natura); e meglio vale di lui quello uomo che si tiene imprudente. (Quello che non ha cura di bene fare, trova tuttavia cagione; ma Iddio vede sanza copertura tuttavia la cagione di ciascuno dove sia. Quando alcuno vede il provvedimento e la dottrina del prode uomo, sì pensa ch' egli lascerà il suo peccato, e comincerà a fare bene e penitenza).
13 μηρυομενη ερια και λινον εποιησεν ευχρηστον ταις χερσιν αυτης13 (E appresso viene a tali che sì pensano, che non sanno cominciare a fare bene, però che non pare loro che il possano mantenere; e tale gente chiama la Scrittura pigri, che non sanno uscire della lordura del peccato per paura della penitenza). Dice il pigro: la leonessa è nella via, e lo leone nel cammino.
14 εγενετο ωσει ναυς εμπορευομενη μακροθεν συναγει δε αυτη τον βιον14 E però non vuole uscire a ben fare fuori, anzi si rivolge per lo letto, come l'uscio nel limitare. (Ma chi è savio, perciò non lascerà; chè ciò che a loro dispiace al cominciamento, piacerebbe loro molto, se l'avessono bene impreso; il buono e sanza peccato piace a Dio e al mondo, e coloro che sono in peccato fanno allora male di non lodare coloro che veggono fare bene).
15 και ανισταται εκ νυκτων και εδωκεν βρωματα τω οικω και εργα ταις θεραπαιναις15 (Quando la vita dell' uomo e la dottrina che egli insegna s' accordano, piace molto a Dio e al mondo, massimamente quando elli fa ciò ch' elli insegna altrui. Osserva a lui il folle medesimo, che sia più savio che tutti coloro ch' egli incontra; ma di dottrina sa niente il folle). Anche si mette la mano sotto 'l ditello, e pargli gran fatica di pòrrelasi a bocca.
16 θεωρησασα γεωργιον επριατο απο δε καρπων χειρων αυτης κατεφυτευσεν κτημα16 E savio si reputa più che gli sette uomini, li quali fur posti per dare le sentenzie. (Quelli che biàsimano coloro che bene fanno, e che dicono che l'uomo non tiene già i comandamenti della legge, tali folli non sono già ascoltati, nè non sono da intendere, però che possono troppo gravare).
17 αναζωσαμενη ισχυρως την οσφυν αυτης ηρεισεν τους βραχιονας αυτης εις εργον17 E molto è folle chi s' intramette de' fatti d'altrui (e che volentieri fa questione col suo vicino, chè alcuna volta vorrebbe volentieri non essere mai intramesso); così fa, s' egli è mal sofferente, come fa chi piglia il cane per le orecchie.
18 εγευσατο οτι καλον εστιν το εργαζεσθαι και ουκ αποσβεννυται ολην την νυκτα ο λυχνος αυτης18 Quello è disleale uomo, e malvagio traditore, che fae bello sembiante al suo prossimo, e nelli fatti lo percuote.
19 τους πηχεις αυτης εκτεινει επι τα συμφεροντα τας δε χειρας αυτης ερειδει εις ατρακτον19 E bene mostra ch' egli il tradisce, chè egli il graverebbe volentieri se potesse; e quando uomo s'avvede della tradigione e della malizia, dice, io mi faceva per beffe. (E perciò farai bene di schivare e di fuggire uomo di tali maniere; e quello che è savio se ne puote avvedere).
20 χειρας δε αυτης διηνοιξεν πενητι καρπον δε εξετεινεν πτωχω20 Tutto così come il fuoco si spegne (e vae a niente) se l'uomo non vi mette delle legne (o altre cose che lo sostengano, che possa ardere; tutto così come anco rimangono i prodi uomini e savi sanza rimutarsi e sanza stropiccio, quando il malvagio uomo si parte dalla sua compagnia; molto è aperta cosa che uno folle dice volentieri male d'altrui, e chi porta malvagia lingua mette molto spesso assai genti in discordia e mala pace); così si spengono le zuffe e gli odii da che le male lingue non vi sono, che sèminano odio.
21 ου φροντιζει των εν οικω ο ανηρ αυτης οταν που χρονιζη παντες γαρ οι παρ' αυτης ενδιδυσκονται21 E anco come il carbone imbracia il fuoco, e le buone legne il fanno ardere, tutto così l'uomo che è troppo adiroso si muove molte genti, che starebbono in pace s'e' non vi fusse.
22 δισσας χλαινας εποιησεν τω ανδρι αυτης εκ δε βυσσου και πορφυρας εαυτη ενδυματα22 Quando l' uomo ode favellare dislealmente e per inganno, osserva che la parola sua dolce molto sia di buona aire; ma la sua malvagia parola grava molto assai genti infino al cuore (chi riporta parole alcune volte, donde coloro che sono stati in pace alcune volte e in amore, sono in discordia e in odio).
23 περιβλεπτος δε γινεται εν πυλαις ο ανηρ αυτης ηνικα αν καθιση εν συνεδριω μετα των γεροντων κατοικων της γης23 (Quando lo uomo, arigoglioso di cuore, dice male con la lingua, molto ne vale di peggio; chè ciò sono due cose insieme, donde molte genti sono gravate; chè tale uomo non puote sofferire in pace veruno dintorno a lui). Chi vuole il reissimo cuore ricoprire per bocca enfiata di superbia, è come colui lo qual vuole rabbellire i vaselli della terra con esso l'ariento fangoso.
24 σινδονας εποιησεν και απεδοτο περιζωματα δε τοις χαναναιοις24 Il savio uomo e l'avveduto può bene conoscere al favellare il suo nimico; chè male puote l'uomo disleale celare il suo malvagio cuore, che non mostri alcuna cosa donde l' uomo possa intendere quasi la sua voluntade.
25 στομα αυτης διηνοιξεν προσεχοντως και εννομως και ταξιν εστειλατο τη γλωσση αυτης25 A tale uomo non credere cosa che ti dica, (ancora che ti mostri sembiante d'amore); chè egli ha pieno il cuore di tradigione.
26 ισχυν και ευπρεπειαν ενεδυσατο και ευφρανθη εν ημεραις εσχαταις26 Quello che ricorda tra buone genti cosa, che odio trapassato sia rinnovellato (e che n' esca pace, e rimetta in guerra), sua malizia e' suoi peccati saranno discoperti al dì del giudicio (a Dio e al mondo).
27 στεγναι διατριβαι οικων αυτης σιτα δε οκνηρα ουκ εφαγεν27 Spesso avviene che colui che altrui danno. procaccia, e altrui malaventura, non li viene fatto; e tutto inanzi e peggio assai gli avviene, che non procaccia per lo suo prossimo; (e ciò molto bene è diritto, secondo la legge che niuno doverebbe fare quello altrui, il quale non volesse che fusse fatto a lui).
28 το στομα δε ανοιγει σοφως και νομοθεσμως η δε ελεημοσυνη αυτης ανεστησεν τα τεκνα αυτης και επλουτησαν και ο ανηρ αυτης ηνεσεν αυτην28 La lingua del disleale non avrà già bene nè verità; e la mala bocca mette il suo signore in odio e in confusione.
29 πολλαι θυγατερες εκτησαντο πλουτον πολλαι εποιησαν δυνατα συ δε υπερκεισαι και υπερηρας πασας
30 ψευδεις αρεσκειαι και ματαιον καλλος γυναικος γυνη γαρ συνετη ευλογειται φοβον δε κυριου αυτη αινειτω
31 δοτε αυτη απο καρπων χειρων αυτης και αινεισθω εν πυλαις ο ανηρ αυτης .