Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Salmi 121


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Colla allegoria de' Giudei pii, e religiosi, che aspirano a visitare il tempio del Signore, e celebrano la città santa, descrive i pregi della Chiesa di Cristo.

1Cantico dei gradi.
Mi son rallegrato di quel, che è stato a me detto: noi anderemo alla casa del Signore.
2I nostri piedi si son posati negli atrj tuoi, o Gerusalemme.3Gerusalemme, che si edifica come una città, a cui per la concordia si ha parte.4Perocché là salirono le tribù, le tribù del Signore, al testimonio di Israele, a lodare il nome del Signore.5Perocché ivi furon collocati i troni per giudicare, i troni sopra la casa di Davidde.6Domandate voi quelle cose, che sono utili alla pace di Gerusalemme: e (dite): Siano nell'abbondanza color, che ti amano.7Sia la pace nella tua moltitudine: e nelle tue torri sia l'abbondanza.8Per amore de' miei fratelli, e de' miei propinqui ho io domandata la pace per te.9Per amor della casa del Signore Dio nostro ho desiderato il tuo bene.

Note:

121,1:Noi anderemo alla casa del Signore. Si sa che tutti i Giudei si presentavano tre volte l'anno al tabernacolo del Signore. Queste parole, adunque sono dal profeta messe in bocca di un Giudeo, che è tutto lieto, perché è invitato a presentarsi alla casa di Dio: ma gli Ebrei stessi la casa e la Gerusalemme di questo salmo dicono essere non la terrena, ma la celeste Gerusalemme. Ella è quella, che s. Giovanni nell'Apocalisse vide scendere dal cielo cap. XXI.2. Si esprime adunque in questo versetto l'amore de' giusti verso la casa del Signore, che è qui in terra, la qual casa è la chiesa, e l'amore e il desiderio del cielo, dove Dio risiede, e d'inesplicabil felicità ricolma i suoi servi.

121,2:I nostri piedi si son posati ec. È usato il passato pel futuro: I nostri piedi si poseranno ec. Così vers. 4. salirono in vece di saliranno ec.

121,3:Gerusalemme, che si edifica ec. La mistica Gerusalemme si edifica e si edificherà fino alla consumazione de' secoli, e ad essa si ha parte (si divien cittadino di essa) per mezzo della concordia dei sentimenti e della dottrina. Ad essa appartiene chiunque ad essa è unito per mezzo della comune fede, e co' vincoli della Cristiana carità. Imperocchè quelli, che discordano dal ceto de' santi, e si separano dal corpo della Chiesa non hanno parte a questa santa città, dice s. Ilario. Ella non è una città ristretta dentro certo spazio di luogo, ma si estende a tutte le parti della terra, dove ella ha per tutto de' cittadini, i quali la riconoscon per madre, e godon de' suoi beni e de' privilegi singolari, ond'ella e stata arricchita da Dio. Si loda adunque in questo versetto la chiesa per la perfetta unione di dottrina e di affetto, che regna tra' membri di lei.

121,4:Perocchè là salirono le tribù, le tribù del Signore, ec. La repetizione della voce tribù indica la moltitudine di queste tribù. Così Gen.XIV.10. dove la nostra Volgata dice: molti pozzi di bitume, l'Ebreo dice pozzi, pozzi pieni di bitume. Vedi parimente me LXXXVII 6. E notisi, che non dice il profeta le molte tribù d'Israele, ma molte tribù del Signore. Queste tribù adunque sono i popoli dei Gentilesimo chiamati alla fede, chiamati ad essere membri e cittadini della santa città di Dio; sono quelli, i quali dicono in Isaia II. Venite, ascendiamo al monte del Signore, e alla casa del Dio di Giacobbe, e c'insegnerà le sue vie, e cammineremo le sue strade: perocchè da Sionne uscirà la legge, e la parola del Signore da Gerusalemme. Queste tribù saliranno al testimonio, cioè al tabernacolo d'Israele, come in Isaia è detto, che saliranno alla casa di Giacobbe, perché abbracceranno la fede del Dio di Giacobbe, e del Cristo, e saranno il vero spirituale Israele, il quale darà laude al nome del Signore rendendogli grazie della salute concedutagli misericordiosamente per Gesù Cristo. E detto qui testimonium quello, che in moltissimi luoghi e chiamato tabernaculum testimonii.

121,5:Ivi furon collocati i troni per giudicare, ec. Nella terrena Gerusalemme due erano le potestà, che rendevan giudizio, la cattedra di Mosè, e il trono regale. Questa due potestà si riuniron in Cristo, che è nostro Re, ed e nostro Pontefice. Per questo dice il profeta, che nella mistica Gerusalemme vi saranno i troni per giudicare, i quali troni giudicheranno la casa, o sia la famiglia di Davidde, vale a dire, il popolo di Cristo, il quale è della stirpe reale di David secondo la carne. S. Agostino espone: I troni della famiglia di Cristo. La famiglia di Davidde era la famiglia regnante; ma dicendosi, che il trono del nuovo Re figliuolo di Davidde avra dominio sopra la casa di David, viene a dimostrarsi, come questo Re è superiore a Davidde; onde questi pure lo chiamo suo Signore, psal. CIX. I., perché egli è insieme e figliuolo di Davidde, e figliuolo di Dio, e con piacere ricordasi il trono di lui, che è trono di grazia come dice l'Apostolo. Heb. IV. 16.

121,6:Domandate voi quelle cose, ec. Il profeta descritti i pregi della spirituale Gerusalemme si rivolge a' giusti, e dice loro, che Dio preghino, perché aduni e feliciti la nuova santa città, e le dia la tranquillità e la pace. Si è già detto altre volte che col nome di Pace sovente è intesa ogni sorta di prosperità e di bene. E (dite): sieno nell'abbondanza ec. Suggerisce il profeta l'orazione da farsi a Dio, perchè dei suoi celesti doni arricchisca tutti quelli, che a questa città santa appartengono, a l'amano come suoi veri e buoni figliuoli.

121,7:Sia la pace nella tua moltitudine: ec. in molti luoghi di questi salmi la voce virtus, e posta per esercito, e per moltitudine di gente. Il tuo popolo viva nella pace di Dio, in quella pace, che ogni sentimento sorpassa, come dice l'Apostolo. E l'abbondanza regni nelle torri, che ti servono di difesa. Così domanda, che la Chiesa sia ben munita e custodita contro i nemici invisibili e visibili.

121,8:Per amore de' miei fratelli, ec. Io pure (dice il profeta) a te, o Gerusalemme, o città santa di Dio, a te desidero la pace e ogni prosperità, perchè i tuoi cittadini sono tutti miei fratelli in Cristo, e della stessa famiglia di lui, e meco congiunti per la comune fede e pei vincoli della carità di Cristo.

121,9:Per amor della casa ec. Perché in te ha sua abitazione e suo tempio il Signore Dio nostro, per questo io ho desiderato e desidero, che tu sii sempre felice e benedetta da lui con ogni maniera di benedizione. Tutto questo salmo insegna a' Cristiani la venerazione e l'amore verso la chiesa, e l'obbligazione di pregare per essa per la sua dilatazione e per la sua felicità in tutte le parti della terra.