Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Seconda lettera di Pietro 3


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1Questa, o carissimi, è già la seconda lettera che vi scrivo, e in tutte e due cerco di ridestare con ammonimenti la vostra sana intelligenza,2perché teniate a mente le parole già dette dai santi profeti, e il precetto del Signore e salvatore, trasmessovi dagli apostoli.
3Questo anzitutto dovete sapere, che verranno negli ultimi giorni schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo le proprie passioni4e diranno: "Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione".5Ma costoro dimenticano volontariamente che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall'acqua e in mezzo all'acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio;6e che per queste stesse cause il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì.7Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina degli empi.
8Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo.9Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.10Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta.
11Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà,12attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!13E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo 'nuovi cieli e una terra nuova', nei quali avrà stabile dimora la giustizia.
14Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.15La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data;16così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.
17Voi dunque, carissimi, essendo stati preavvisati, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall'errore degli empi;18ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell'eternità. Amen!

Note:

2Pt 3,1:la seconda lettera: probabile riferimento alla 1Pt.

2Pt 3,3:anzitutto: questa predizione si collega più naturalmente all'insegnamento apostolico (At 20,29; 2Tm 3,1-5) che alle predizioni dell'AT. In Giuda 18 è collocata in un contesto migliore. - ultimi giorni: la stessa esistenza degli eretici è dunque una prova della prossimità degli ultimi giorni (Mt 24,24; At 20,29-31; 2Ts 2,3-4; 2Ts 2,9; 1Tm 4,1 ; ecc.).

2Pt 3,4:i nostri padri: sono i cristiani della prima generazione.

2Pt 3,5:alla parola di Dio: Dio ha creato il mondo con la parola (Gen 1). Essa avrà un ruolo analogo nella catastrofe finale. Dio non deve sottostare alla pretesa immutabilità delle leggi dell'universo.

2Pt 3,9:Altra spiegazione dei supposti ritardi della parusia: la misericordia divina (cf. Sap 11,23s; Sap 12,8+).

2Pt 3,10:distrutta: conget.; gr. ha: «scoperta». - La distruzione del mondo con il fuoco è un tema corrente nei filosofi dell'epoca greco-romana, nelle apocalissi giudaiche e nei testi di Qumran. Qui questo vocabolario tradizionale è messo al servizio del messaggio cristiano sul gran «giorno» (cf. 1Cor 1,8+).

2Pt 3,16:cose difficili: quali sono queste cose difficili? Forse, tra l'altro, la venuta del Signore di cui si parla qui. Ma v'erano altri problemi dibattuti nelle chiese in cui erano conosciute le lettere di Paolo. delle altre Scritture: alla lettera «il resto delle Scritture», a cui è accostata qui la raccolta, costituita e nota, delle lettere. E uno dei primi indizi di un'equivalenza tra gli scritti cristiani e i libri dell'AT (cf. 1Mac 12,9+; 1Ts 5,27+).