Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Osea 11


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1Quando Israele era giovinetto,
io l'ho amato
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
2Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi.
3Ad Èfraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano,
ma essi non compresero
che avevo cura di loro.
4Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d'amore;
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia;
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare.
5Ritornerà al paese d'Egitto,
Assur sarà il suo re,
perché non hanno voluto convertirsi.
6La spada farà strage nelle loro città,
sterminerà i loro figli,
demolirà le loro fortezze.
7Il mio popolo è duro a convertirsi:
chiamato a guardare in alto
nessuno sa sollevare lo sguardo.
8Come potrei abbandonarti, Èfraim,
come consegnarti ad altri, Israele?
Come potrei trattarti al pari di Admà,
ridurti allo stato di Zeboìm?
Il mio cuore si commuove dentro di me,
il mio intimo freme di compassione.
9Non darò sfogo all'ardore della mia ira,
non tornerò a distruggere Èfraim,
perché sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te
e non verrò nella mia ira.

10Seguiranno il Signore
ed egli ruggirà come un leone:
quando ruggirà, accorreranno
i suoi figli dall'occidente,
11accorreranno come uccelli dall'Egitto,
come colombe dall'Assiria
e li farò abitare nelle loro case.
Oracolo del Signore.

Note:

Os 11:Questo capitolo è strettamente parallelo a 1-3. Dopo l'analogia dell'amore coniugale tradito, ecco quella dell'amore paterno misconosciuto. Si noterà tuttavia che, nei primi tre capitoli del libro, anche i figli erano strettamente associati alla madre (Os 2,1; Os 2,4). Già all'inizio (Os 1,2), le due prospettive erano unite.

Os 11,1:io l'ho amato: si ha qui la prima testimonianza del tema dell'amore di Dio come causa dell'elezione di Israele, dottrina che sarà abbondantemente sviluppata dal Deuteronomio (Dt 4,37; Dt 7,7-9; Dt 10,15 ; ecc.). - Per Osea, la vera storia d'Israele comincia con l'uscita dall'Egitto. Tutto questo passo descrive l'età d'oro del deserto (cf. Os 2,16+). Delle gesta dei patriarchi, Osea sembra aver conosciuto - o ritenuto - solo tratti negativi (Os 12,4-5; Os 12,13).

Os 11,2:Ma più li chiamavo... da me: con i LXX; il TM legge: «li si chiamava e così si sono allontanati da loro».

Os 11,3-4:Tutto questo passo (vv 3-4) mostra il Signore intento nell'educare Israele giovinetto: il tema della pedagogia divina sarà ripreso dal Deuteronomio (Dt 8,5-6).

Os 11,4-5:un bimbo:`ûl, conget.; il TM legge: `ol, «giogo». - per dargli da mangiare: connettendo al v 4 la prima parola del v 5 e leggendo lo, «a lui», invece di lo', «non»; così BJ legge: «non ritornerà al paese d'Egitto», mentre BC legge: «ritornerà». - Assur: non saranno più prigionieri in Egitto; ma lo saranno in Assiria. La situazione sarà quindi identica. La contraddizione con Os 8,13 è solo apparente.

Os 11,8:Admà e Zebo¡m: due delle cinque città della pentapoli (Gen 10,19; Gen 14,2; Gen 14,8; Dt 29,22), che nella tradizione elohista prendevano forse il posto che Sodoma e Gomorra avevano nella tradizione jahvista (Is 1,9-10). - si commuove: il verbo è molto forte (= «sconvolgere»); ricorre esattamente a proposito della distruzione delle città colpevoli (Gen 19,25 : Dt 29,22). Osea lascia capire che il castigo previsto è quasi vissuto in anticipo nel cuore di Dio (cf. il grido di Davide alla morte di Assalonne, 2Sam 19,1).

Os 11,9:sono Dio e non uomo: la trascendenza di Dio è sottolineata con forza. Ma contrariamente ad altri testi più antichi (Es 19,2+; 2Sam 6,6-8 , ecc.) o più recenti di questo (Is 6,3+), essa è qui spoglia d'ogni carattere terrificante e si esprime in termini d'amore. La santità divina si manifesta nella misericordia che perdona, mentre invece l'uomo abitualmente dà libero corso alla collera.

Os 11,10-11:I vv 10-11 sono probabilmente una rilettura tardiva che risale all'epoca dell'esilio di Babilonia; sviluppano in questa prospettiva le idee dei vv 8-9.