Qoelet 8

BIBBIA CEI 1974	VULGATA
1 Chi è come il saggio? Chi conosce la spiegazione delle cose? La sapienza dell'uomo ne rischiara il volto, ne cambia la durezza del viso.	1 Sapientia hominis lucet in vultu ejus, et potentissimus faciem illius commutabit.
2 Osserva gli ordini del re e, a causa del giuramento fatto a Dio,	2 Ego os regis observo, et præcepta juramenti Dei.
3 non allontanarti in fretta da lui e non persistere nel male; perché egli può fare ciò che vuole.	3 Ne festines recedere a facie ejus, neque permaneas in opere malo : quia omne quod voluerit faciet.
4 Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: "Che fai?".	4 Et sermo illius potestate plenus est, nec dicere ei quisquam potest : Quare ita facis ?
5 Chi osserva il comando non prova alcun male; la mente del saggio conosce il tempo e il giudizio.	5 Qui custodit præceptum non experietur quidquam mali. Tempus et responsionem cor sapientis intelligit.
6 Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell'uomo ricade gravemente su chi lo fa.	6 Omni negotio tempus est, et opportunitas : et multa hominis afflictio,
7 Questi ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà?	7 quia ignorat præterita, et futura nullo scire potest nuntio.
8 Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c'è scampo dalla lotta; l'iniquità non salva colui che la compie.	8 Non est in hominis potestate prohibere spiritum, nec habet potestatem in die mortis : nec sinitur quiescere ingruente bello, neque salvabit impietas impium.
9 Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando l'uomo domina sull'altro uomo, a proprio danno.	9 Omnia hæc consideravi, et dedi cor meum in cunctis operibus quæ fiunt sub sole. Interdum dominatur homo homini in malum suum.
10 Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece, partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che avevano operato rettamente. Anche questo è vanità.	10 Vidi impios sepultos, qui etiam cum adhuc viverent in loco sancto erant, et laudabantur in civitate quasi justorum operum. Sed et hoc vanitas est.
11 Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di fare il male;	11 Etenim quia non profertur cito contra malos sententia, absque timore ullo filii hominum perpetrant mala.
12 poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui,	12 Attamen peccator ex eo quod centies facit malum, et per patientiam sustentatur ; ego cognovi quod erit bonum timentibus Deum, qui verentur faciem ejus.
13 e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio.	13 Non sit bonum impio, nec prolongentur dies ejus, sed quasi umbra transeant qui non timent faciem Domini.
14 Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.	14 Est et alia vanitas quæ fit super terram : sunt justi quibus mala proveniunt quasi opera egerint impiorum : et sunt impii qui ita securi sunt quasi justorum facta habeant. Sed et hoc vanissimum judico.
15 Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.	15 Laudavi igitur lætitiam ; quod non esset homini bonum sub sole, nisi quod comederet, et biberet, atque gauderet, et hoc solum secum auferret de labore suo, in diebus vitæ suæ quos dedit ei Deus sub sole.
16 Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né giorno né notte -	16 Et apposui cor meum ut scirem sapientiam, et intelligerem distentionem quæ versatur in terra. Est homo qui diebus et noctibus somnum non capit oculis.
17 allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.	17 Et intellexi quod omnium operum Dei nullam possit homo invenire rationem eorum quæ fiunt sub sole ; et quanto plus laboraverit ad quærendum, tanto minus inveniat : etiam si dixerit sapiens se nosse, non poterit reperire.