Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Qoelet 2


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BIBBIA CEI 1974NOVA VULGATA
1 Io ho detto in cuor mio: "Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova con la gioia: Gusta il piacere!". Ma ecco anche questo è vanità.

1 Dixi ego in corde meo: “ Veni, tentabo te gaudio: fruere bo nis ”; etecce hoc quoque vanitas.
2 Del riso ho detto: "Follia!"
e della gioia: "A che giova?".

2 De risu dixi: “ Insania ”
et de gaudio: “ Quid prodest? ”.
3 Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei giorni contati della loro vita.3 Tractavi in corde meo detinere in vino carnem meam, cum cor meum duceretur insapientia, et amplecti stultitiam, donec viderem quid esset utile filiishominum, ut faciant sub sole paucis diebus vitae suae.
4 Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti.4 Magnificavi opera mea:aedificavi mihi domos et plantavi vineas,
5 Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d'ogni specie;5 feci hortos et pomaria et consevi eaarboribus cuncti generis fructuum
6 mi sono fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni.6 et exstruxi mihi piscinas aquarum, utirrigarem silvam lignorum germinantium.
7 Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero più di tutti i miei predecessori in Gerusalemme.7 Possedi servos et ancillas et habuimultam familiam, habui armenta quoque et magnos ovium greges ultra omnes, quifuerunt ante me in Ierusalem.
8 Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli dell'uomo.8 Coacervavi mihi etiam argentum et aurum etsubstantias regum ac provinciarum, feci mihi cantores et cantatrices et deliciasfiliorum hominum, scyphos et urceos in ministerio ad vina fundenda
9 Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza.9 et crevi,supergressus sum omnes, qui ante me fuerunt in Ierusalem; sapientia quoque meaperseveravit mecum.
10 Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia fatica; questa è stata la ricompensa di tutte le mie fatiche.10 Et omnia, quae desideraverunt oculi mei, non negavi eisnec prohibui cor meum ab omni voluptate, et oblectatum est ex omnibus laboribus,et hanc ratus sum partem meam ab omnibus aerumnis meis.
11 Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole.
11 Cumque meconvertissem ad universa opera, quae fecerant manus meae, et ad labores, inquibus sudaveram, et ecce in omnibus vanitas et afflictio spiritus, et nihillucri esse sub sole.
12 Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. "Che farà il successore del re? Ciò che è già stato fatto".12 Verti me ad contemplandam sapientiam et insipientiam et stultitiam: “ Quidfaciet, inquam, homo, qui veniet post regem? Id quod antea fecerunt ”.
13 Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre:

13 Etvidi quod tantum praecederet sapientia stultitiam, quantum lux praecedittenebras.
14 Il saggio ha gli occhi in fronte,
ma lo stolto cammina nel buio.
Ma so anche che un'unica sorte
è riservata a tutt'e due.

14 “ Sapientis oculi in capite eius,
stultus in tenebris ambulat ”;
et didici quod unus utriusque
esset interitus.
15 Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?". E ho concluso: "Anche questo è vanità".15 Et dixi in corde meo: “ Si unus et stulti et meus occasus erit, quid mihiprodest quod maiorem sapientiae dedi operam? ”. Locutusque cum mente mea,animadverti quod hoc quoque esset vanitas.
16 Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
16 Non enim erit memoria sapientissimiliter ut stulti in perpetuum; siquidem futura tempora oblivione cunctapariter operient: moritur doctus similiter ut indoctus.
17 Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento.17 Et idcirco taeduit me vitae meae, quia malum mihi est, quod sub sole fit;cuncta enim vanitas et afflictio spiritus.
18 Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore.18 Rursus detestatus sum omnemlaborem meum, quo sub sole laboravi, quem relicturus sum homini, qui erit postme;
19 E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità!19 et quis scit utrum sapiens an stultus futurus sit? Et dominabitur inlaboribus meis, quibus desudavi et sollicitus fui sub sole. Hoc quoque vanitas.
20 Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo durato sotto il sole,20 Verti me exasperans cor meum de omni labore, quo laboravi sub sole.
21 perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e grande sventura.
21 Namest qui laborat in sapientia et doctrina et sollicitudine, et homini, qui nonlaboraverit, dabit portionem suam; et hoc ergo vanitas et magnum malum.
22 Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole?22 Quid enim proderit homini de universo labore suo et afflictione cordis, quasub sole laboravit?
23 Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità!23 Cuncti dies eius dolores sunt, et aerumnae occupatioeius, nec per noctem cor eius requiescit; et hoc quoque vanitas est.
24 Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio.24 Nihilmelius est homini quam comedere et bibere et ostendere animae suae bona delaboribus suis. Et hoc vidi de manu Dei esse.
25 Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui?25 Quis enim comedet et deliciisaffluet sine eo?
26 Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento!26 Quia homini bono in conspectu suo dedit sapientiam et scientiam et laetitiam;peccatori autem dedit afflictionem colligendi et congregandi, ut tradat ei, quiplacuit Deo; sed et hoc vanitas est et afflictio spiritus.