Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 7


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1Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite.2Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: "Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi".3Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco padelle e caldaie.4Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre.5Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo si spandeva largamente all'intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, esclamando:6"Il Signore Dio ci vede dall'alto e in tutta verità ci dà conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: 'Egli si muoverà a compassione dei suoi servi'".7Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: "Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?".8Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: "No". Perciò anch'egli si ebbe gli stessi tormenti del primo.9Giunto all'ultimo respiro, disse: "Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna".10Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani11e disse dignitosamente: "Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo";12così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture.13Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti.14Ridotto in fin di vita, egli diceva: "È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita".15Subito dopo, fu condotto avanti il quinto e fu torturato.16Ma egli, guardando il re, diceva: "Tu hai potere sugli uomini, e sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio.17Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza".18Dopo di lui presero il sesto; mentre stava per morire, egli disse: "Non illuderti stoltamente; noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia.19Ma tu non credere di andare impunito dopo aver osato di combattere contro Dio".
20La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore.21Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro:22"Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi.23Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi".
24Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l'avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche.25Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.26Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere il figlio;27chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: "Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento.28Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano.29Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia".30Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: "Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè.31Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio.32Per i nostri peccati noi soffriamo.33Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per breve tempo con noi, presto si volgerà di nuovo verso i suoi servi.34Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo;35perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell'onnipotente Dio che tutto vede.36Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l'eredità della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia.37Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è Dio;38con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l'ira dell'Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe".39Il re, divenuto furibondo, si sfogò su costui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno.40Così anche costui passò all'altra vita puro, confidando pienamente nel Signore.41Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.
42Ma ora basti quanto s'è esposto circa i pasti sacrificali e le incredibili crudeltà.

Note:

2Mac 7:Dopo l'esempio di un venerando dottore della legge, viene riportato quello di una madre di famiglia con i suoi figli. La persecuzione, infatti, esercitata a quei tempi con metodi molto crudeli, si era estesa anche alle donne e ai bambini (cf. 1Mac 1,60s). Il fondo del racconto è dunque storico e la rielaborazione letteraria si esplica soprattutto nei discorsi messi in bocca ai protagonisti. Il culto dei «sette fratelli Maccabei» si diffuse fino nell'Occidente, ai quali vennero dedicate molte chiese. Il racconto intitolato «Passione dei santi Maccabei» incontro larga diffusione e servì da modello a diversi atti di martiri.

2Mac 7,8:lingua paterna: questa espressione ritorna nei vv 21 e 27 e sembra che con essa l'autore voglia alludere all'ebraico (cf. 2Mac 12,37; 2Mac 15,29). In realtà, la lingua della donna doveva essere piuttosto l'aramaico.

2Mac 7,9:vita nuova ed eterna: alla lettera «per una rivivificazione eterna della vita». - La fede nella resurrezione dei corpi, che non risulta in modo del tutto sicuro in Is 26,19 e in Gb 19,26-27 (cf. le note), è affermata per la prima volta qui (e cf. vv 11.14.23.29.36) e nel passo di Dn 12,2-3 , ancora in rapporto alla persecuzione di Antioco Epifane (Dn 11 ; cf. anche 2Mac 12,38-45; 2Mac 14,46). I martiri resusciteranno per opera della potenza del creatore (v 23) per la vita (v 14; cf. Gv 5,29) e per una vita eterna (vv 9.36). Si arriva così alla dottrina della immortalità, che verrà sviluppata, in ambiente greco e senza riferimento alla resurrezione dei corpi, in Sap 3,1-5,16 . Ma per il pensiero ebraico, che non distingueva tra corpo e anima, l'idea della sopravvivenza implicava quella della resurrezione dei corpi; lo si vede qui. Il testo non insegna direttamente la resurrezione di tutti gli uomini: considera unicamente il caso dei giusti (cf. v 14). Dn 12,2-3 invece è più esplicito.

2Mac 7,11:Questo v, omesso da parecchi mss latini, è in contraddizione con il precedente: la lingua tesa dovette essere amputata subito (cf. v 4).

2Mac 7,28:non da cose preesistenti: alla lettera «non da cose che erano», prima affermazione esplicita della creazione ex nihilo (ma cf. già Is 44,24 ; vedi anche Gv 1,3; Col 1,15s). Alcuni mss e sir leggono: «da cose che non sono», espressione che per il filosofo giudaico Filone di Alessandria indica la materia informe (cf. Sap 11,17+).

2Mac 7,30:mentre: eti con gr.; BJ congettura: «appena», arti.

2Mac 7,31:Ebrei: espressione arcaizzante, usata qui e in 2Mac 11,13; 2Mac 15,37 ; cf. Gdt 10,12; Gdt 12,11; Gdt 14,18 . I LXX la usano raramente fuori del Pentateuco.

2Mac 7,34:i figli del Cielo: il greco ha alla lettera: «i servi celesti»; BJ con alcuni mss e versioni preferisce: «i suoi servi».

2Mac 7,36:hanno conseguito o «sono caduti per»: conget. (cf. 6 28; 1Mac 5,20); il greco è incomprensibile. - della vita eterna: BJ con mss latini preferisce: «in vista di una vita perenne».

2Mac 7,37:che egli solo è Dio: Antioco si faceva uguale agli dèi (cf. 2Mac 9,12+). Sulla nozione di un Dio assolutamente universale e senza possibili rivali, cf. 1Cr 17,20; Sir 36,4 e già Is 45,14 .