Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Canticum Canticorum 7


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 (Sponsa)Quid videbis in Sulamite, nisi choros castrorum ?
(Chorus)Quam pulchri sunt gressus tui in calceamentis, filia principis !
Juncturæ femorum tuorum sicut monilia
quæ fabricata sunt manu artificis.
1 Che è quello, che tu vedrai nella Sulamitide se non cori militari? Quanto belli sono i tuoi passi ne' (tuoi) calzari, o figlia di Principe! Le punture de' tuoi fianchi (son) come monili lavorati per mano d'artefice.
2 Umbilicus tuus crater tornatilis,
numquam indigens poculis.
Venter tuus sicut acervus tritici vallatus liliis.
2 Le tue viscere (sono) un nappo fatto al torno, che non manca mai di bevanda. Il tuo ventre come un monte di frumento circondato da' gigli.
3 Duo ubera tua sicut duo hinnuli,
gemelli capreæ.
3 Le due tue mammelle come due teneri cavrioli gemelli.
4 Collum tuum sicut turris eburnea ;
oculi tui sicut piscinæ in Hesebon
quæ sunt in porta filiæ multitudinis.
Nasus tuus sicut turris Libani,
quæ respicit contra Damascum.
4 Il tuo collo come torre d'avorio. Gli occhi tuoi come le peschiere di Hesebon, che sono alla porta di questa figlia popolosa. Il tuo naso come la torre del Libano, che guarda contro Damasco.
5 Caput tuum ut Carmelus ;
et comæ capitis tui sicut purpura regis
vincta canalibus.
5 Il tuo capo come il Carmelo, e le chiome del tuo capo come la porpora del re legata nei canali.
6 (Sponsus)Quam pulchra es, et quam decora,
carissima, in deliciis !
6 Quanto bella se' tu, e quanto splendida nelle (tue) delizie, o carissima!
7 Statura tua assimilata est palmæ,
et ubera tua botris.
7 La tua statura è somigliante alla palma; e le tue mammelle ai grappoli.
8 Dixi : Ascendam in palmam,
et apprehendam fructus ejus ;
et erunt ubera tua sicut botri vineæ,
et odor oris tui sicut malorum.
8 Io dissi: Salirò sopra la palma, e coglierò i suoi frutti, e le tue mammelle saranno come grappoli della vite, e l'odore della tua bocca come l'odore di mele.
9 Guttur tuum sicut vinum optimum,
dignum dilecto meo ad potandum,
labiisque et dentibus illius ad ruminandum.
9 Le tue fauci come ottimo vino degno di esser bevuto dal mio Diletto, e delle labbra, e dei denti di lui per ruminarlo.
10 (Sponsa)Ego dilecto meo,
et ad me conversio ejus.
10 Io (sono) del mio Diletto, ed egli verso di me è rivolto.
11 Veni, dilecte mi, egrediamur in agrum,
commoremur in villis.
11 Vieni, o mio Diletto, andiammo fuora alla campagna: facciam nostra dimora per le ville.
12 Mane surgamus ad vineas :
videamus si floruit vinea,
si flores fructus parturiunt,
si floruerunt mala punica ;
ibi dabo tibi ubera mea.
12 Al mattino alziamoci (per andare) alle vigne: veggiamo se la vigna è fiorita; se i fiori van partorendo i frutti: se i melagrani sono in fiore: ivi darò a te le mie mammelle.
13 Mandragoræ dederunt odorem
in portis nostris omnia poma :
nova et vetera, dilecte mi, servavi tibi.
13 Le mandragore spirano odore: nelle nostre porte (son) tutti i pomi: e i nuovi, e i vecchi a te, o mio Diletto, gli ho serbati.