Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Amos 8


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1Ecco ciò che mi fece vedere il Signore Dio:
era un canestro di frutta matura.
2Egli domandò: "Che vedi Amos?".
Io risposi: "Un canestro di frutta matura".
Il Signore mi disse:
È maturata la fine per il mio popolo, Israele;
non gli perdonerò più.
3In quel giorno urleranno le cantanti del tempio,
oracolo del Signore Dio.
Numerosi i cadaveri, gettati dovunque. Silenzio!

4Ascoltate questo, voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
5voi che dite: "Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo le misure e aumentando il siclo
e usando bilance false,
6per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano".
7Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
certo non dimenticherò mai le loro opere.
8Non forse per questo trema la terra,
sono in lutto tutti i suoi abitanti,
si solleva tutta come il Nilo,
si agita e si riabbassa come il fiume d'Egitto?

9In quel giorno - oracolo del Signore Dio -
farò tramontare il sole a mezzodì
e oscurerò la terra in pieno giorno!
10Cambierò le vostre feste in lutto
e tutti i vostri canti in lamento:
farò vestire ad ogni fianco il sacco,
renderò calva ogni testa:
ne farò come un lutto per un figlio unico
e la sua fine sarà come un giorno d'amarezza.

11Ecco, verranno giorni,
- dice il Signore Dio -
in cui manderò la fame nel paese,
non fame di pane, né sete di acqua,
ma d'ascoltare la parola del Signore.
12Allora andranno errando da un mare all'altro
e vagheranno da settentrione a oriente,
per cercare la parola del Signore,
ma non la troveranno.

13In quel giorno appassiranno le belle fanciulle
e i giovani per la sete.
14Quelli che giurano per il peccato di Samaria
e dicono: "Per la vita del tuo dio, Dan!"
oppure: "Per la vita del tuo diletto, Bersabea!",
cadranno senza più rialzarsi!

Note:

Am 8,1-3:Al di là dell'episodio di Betel (Am 7,10-17), questa quarta visione si riallaccia alla terza (Am 7,7-9) per affinità di struttura e di pensiero.

Am 8,2:E' maturata la fine: alla lettera: «è venuta la fine». Anche la traduzione cerca di rendere il gioco di parole tra « maturata la fine» (qec) e «frutta matura» (qajic) .

Am 8,3:Silenzio: il testo, alla fine del v 3, è incerto.

Am 8,4-14:Gli oracoli che seguono si intercalano tra la quarta e la quinta visione. Sono stati collocati qui perché precisano, giustificano e sviluppano l'annunzio della fine, contenuto nella quarta visione.

Am 8,5:il novilunio: la luna nuova (Lv 23,24+), come il sabato (Es 20,8+), interrompeva le transazioni commerciali.

Am 8,7:il vanto di Giacobbe: può designare un attributo del Signore (1Sam 15,29) o (come in Am 6,8) l'arroganza d'Israele, così salda da poter fondare un giuramento, oppure la terra del Signore, la Palestina (Sal 47,5).

Am 8,8:come il Nilo: con le versioni; il TM legge: «come la luce». - si riabbassa: qeré; ketib: «sarà bevuta» (cf. Am 9,5). - Con più immaginazione poetica che osservazione, il profeta paragona il terremoto (cf. Am 1,1+) al sollevarsi e all'abbassarsi del livello del Nilo.

Am 8,9:in pieno giorno: il giorno del Signore (Am 5,18+) è accompagnato da segni cosmici: terremoti (Am 8,8; Is 2,10; Ger 4,24), eclissi di sole (Am 8,9; Ger 4,23); i profeti posteriori amplificano la descrizione per mezzo d'immagini stereotipe da non prendere alla lettera (Sof 1,15; Is 13,10; Is 13,13; Is 34,4; Ez 32,7; Ez 32,8; Ab 3,6; Gl 2,10; Gl 2,11; Gl 3,3; Gl 3,4; Gl 4,15; Gl 4,16 ; cf. Mt 24,29; Ap 6,12-14; Mt 24,1+).

Am 8,10:calva: segno d'afflizione e di lutto presso i popoli vicini (Is 15,2), come anche in Israele (Ger 7,29; Mi 1,16).

Am 8,11:la parola: con i LXX; il TM ha: «le parole». - Il profeta non annunzia una conversione, caratterizzata dal desiderio d'ascoltare la parola di Dio per obbedirgli, ma un castigo. Stanco di parlare senz'essere ascoltato, Dio tace. Non suscita più profeti.

Am 8,14:per il peccato di Samaria: si tratta o d'una dea, Ashima (cf. 2Re 17,30), il cui nome è volutamente mutato dal profeta in 'ashema, «peccato», o piuttosto di una designazione dispregiativa d'un santuario di Samaria (cf. Dt 9,21 , dove Aronne chiama il vitello d'oro «il vostro peccato»). - Dan: dove si adorava uno dei due vitelli d'oro di Geroboàmo (1Re 12,30). - per la vita del tuo diletto: conget.; BJ con il TM traduce: «Viva il sentiero di», cioè il pellegrinaggio.