Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Sapientia 16


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 Propter hæc et per his similia passi sunt digne tormenta,
et per multitudinem bestiarum exterminati sunt.
1 Per questo ancora mediante simili; cose furon quelli giustamente i tormentati, e sterminati da una turba di bestie.
2 Pro quibus tormentis bene disposuisti populum tuum,
quibus dedisti concupiscentiam delectamenti sui novum saporem,
escam parans eis ortygometram :
2 Ma in luogo di tali pene, tu facesti de' favori al tuo popolo concedendogli le bramate delizie di nuovo sapore, le quaglie:
3 ut illi quidem, concupiscentes escam
propter ea quæ illis ostensa et missa sunt,
etiam a necessaria concupiscentia averterentur.
Hi autem in brevi inopes facti, novam gustaverunt escam.
3 Talmente che quelli bramosi di cibo, a motivo di quelle bestie, che l'avevano sotto degli occhi mandate contro di loro, perdevano l'appetito del necessario, questi poi ridotti per poco tempo all'inopia gustarono nuove vivande;
4 Oportebat enim illis sine excusatione quidem
supervenire interitum exercentibus tyrannidem ;
his autem tantum ostendere
quemadmodum inimici eorum exterminabantur.
4 Perocché conveniva che irremediabile rovina venisse sopra di quelli, che la facevano da tiranni: a questi poi solamente si dimostrasse in qual guisa straziati fossero i loro nemici.
5 Etenim cum illis supervenit sæva bestiarum ira,
morsibus perversorum colubrorum exterminabantur.
5 E allora quando contro di questi infierirono bestie crudeli, eglino erano messi a morte pelle morsicature di velenosi serpenti;
6 Sed non in perpetuum ira tua permansit,
sed ad correptionem in brevi turbati sunt,
signum habentes salutis ad commemorationem mandati legis tuæ.
6 Ma non per sempre durò il tuo adegno, ma per poco tempo furono spaventati per loro emendazione, avendo ricevuto il segno di salute, perché si ricordassero de' comandamenti della tua legge.
7 Qui enim conversus est,
non per hoc quod videbat sanabatur,
sed per te, omnium salvatorem.
7 Al qual segno chi si rivolgeva, diventava sano, non in virtù di quel, ch'ei vedeva, ma per grazia di te Salvatore di tutti:
8 In hoc autem ostendisti inimicis nostris
quia tu es qui liberas ab omni malo.
8 E con ciò facesti vedere a nostri nemici come tu se' colui, che liberi da ogni male.
9 Illos enim locustarum et muscarum occiderunt morsus,
et non est inventa sanitas animæ illorum,
quia digni erant ab hujuscemodi exterminari.
9 Perocché quelli perirono morsicati dallo locuste, e dalle mosche, nò si trovò rimedio per la loro vita, perché eran degni di essere sterminati da bestie tali:
10 Filios autem tuos nec draconum venenatorum vicerunt dentes :
misericordia enim tua adveniens sanabat illos.
10 Ma i tuoi figliuoli neppur dai velenosi dragoni furono vinti, perché la tua misericordia venne a sanarli:
11 In memoria enim sermonum tuorum examinabantur,
et velociter salvabantur :
ne in altam incidentes oblivionem
non possent tuo uti adjutorio.
11 Conciossiaché per farli ricordare de' tuoi precetti erano punti, e tosto erano salvati; affinchè non avvenisse, che perdutane affatto la memoria goder non potessero del tuo ajuto;
12 Etenim neque herba, neque malagma sanavit eos :
sed tuus, Domine, sermo, qui sanat omnia.
12 Imperocché non fu né un'erba, né un lenitivo, che li guarì, ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana;
13 Tu es enim, Domine, qui vitæ et mortis habes potestatem,
et deducis ad portas mortis, et reducis.
13 Perocché tu, o Signore, se' quello, che hai in tua balìa la vita, e la morte, e conduci fino alle porte di morte, e indietro richiami:
14 Homo autem occidit quidem per malitiam ;
et cum exierit spiritus, non revertetur,
nec revocabit animam quæ recepta est.
14 Or l'uomo ben puo uccidere un altro per malvagità; ma partito, che sia lo spirito, egli non può far, che ritorni, nè richiamerà indietro l'anima altrove già ricettata.
15 Sed tuam manum effugere impossibile est.
15 Ma di fuggire dalla tua mano non è possibile,
16 Negantes enim te nosse impii,
per fortitudinem brachii tui flagellati sunt :
novis aquis, et grandinibus,
et pluviis persecutionem passi,
et per ignem consumpti.
16 Quindi gli empj, che negavano di conoscerti, furon flagellati dal forte tuo braccio, perseguitati da acque nuove, e grandini, e tempeste, e consunti dal fuoco.
17 Quod enim mirabile erat, in aqua, quæ omnia extinguit,
plus ignis valebat :
vindex est enim orbis justorum.
17 E questo era il mirabile, che il fuoco attività maggiore aveva nell'acqua, la quale spegne ogni cosa, perché il mondo tutto fa le vendette de' giusti,
18 Quodam enim tempore mansuetabatur ignis,
ne comburerentur quæ ad impios missa erant animalia,
sed ut ipsi videntes scirent
quoniam Dei judicio patiuntur persecutionem.
18 Talora poi il fuoco si ammansiva, affinchè non ne fosser brugiate le bestie spedite contro degli empj, ond'eglino ciò veggendo sapessero come per giudizio divino erano straziati.
19 Et quodam tempore in aqua
supra virtutem ignis exardescebat undique,
ut iniquæ terræ nationem exterminaret.
19 E in altro tempo il fuoco sopra la natural forza ardeva per ogni parte nell'acqua, affin di sperdere della iniqua terra le produzioni.
20 Pro quibus angelorum esca nutrivisti populum tuum,
et paratum panem de cælo præstitisti illis sine labore,
omne delectamentum in se habentem,
et omnis saporis suavitatem.
20 Ma all'opposto il popolo tuo nutristi col cibo degli Angeli, e dal cielo somministrasti ad essi un pane bell'e fatto senza loro fatica, contenente in se ogni delizia, ed ogni soave sapore;
21 Substantia enim tua dulcedinem tuam,
quam in filios habes, ostendebat ;
et deserviens uniuscujusque voluntati,
ad quod quisque volebat convertebatur.
21 Perocché quella tua sostanza dimostrava come tu se' dolce inverso i figliuoli, e addattandosi al genio di ciascheduno, ella diventava quello, che ciascuno voleva:
22 Nix autem et glacies sustinebant vim ignis, et non tabescebant :
ut scirent quoniam fructus inimicorum exterminabat
ignis ardens in grandine et pluvia coruscans ;
22 Ma la neve, ed il ghiaccio reggevano alla forza del fuoco senza liquefarsi; affinché (i tuoi) vedessero come i frutti de' nemici erano distrutti dal fuoco ardente, che folgoreggiava in mezzo alla grandine, ed alla pioggia.
23 hic autem iterum ut nutrirentur justi,
etiam suæ virtutis oblitus est.
23 E qui all'opposto perché i giusti avessero onde sostentarsi, si scordò egli della sua stessa virtù.
24 Creatura enim tibi factori deserviens,
exardescit in tormentum adversus injustos,
et lenior fit ad benefaciendum pro his qui in te confidunt.
24 Perocché la creatura, che serve a te suo facitore, gli ardori raddoppia e a tormentare gli ingiusti, e mite diventa in pro di quelli, che in te confidano.
25 Propter hoc et tunc in omnia transfigurata,
omnium nutrici gratiæ tuæ deserviebat,
ad voluntatem eorum qui a te desiderabant :
25 E quindi ancora (la creatura) trasfigurandosi allora in tutte guise serviva alla tua benignità nutrice di tutti secondo i voti di quelli, che a te ricorrevano.
26 ut scirent filii tui quos dilexisti, Domine,
quoniam non nativitatis fructus pascunt homines,
sed sermo tuus hos qui in te crediderint conservat.
26 Affinchè i tuoi figliuoli amati da te, o Signore, riconoscessero come non i frutti rinascenti pascono gli uomini, ma la tua parola è quella che conserva chi crede in te.
27 Quod enim ab igne non poterat exterminari,
statim ab exiguo radio solis calefactum tabescebat :
27 Perocché quello, che non poteva esser consunto dal fuoco, riscaldato a un piccol raggio del sole squagliavasi.
28 ut notum omnibus esset
quoniam oportet prævenire solem ad benedictionem tuam,
et ad ortum lucis te adorare.
28 Affinché sapessero tutti, come dee prevenirsi il sole per la benedizione, e si dee alla levata del sole adorarti.
29 Ingrati enim spes tamquam hibernalis glacies tabescet,
et disperiet tamquam aqua supervacua.
29 Perocché la speranza dell'ingrato, come il ghiaccio dell'inverno si scioglie, e si sperde come acqua inutile.