Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Sapientia 12


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 O quam bonus et suavis est, Domine, spiritus tuus in omnibus !
1 Quanto è benigno, e sovave, o Signore, il tuo spirito in tutte le cose!
2 Ideoque eos qui exerrant partibus corripis,
et de quibus peccant admones et alloqueris,
ut relicta malitia credant in te, Domine.
2 Onde tu gli erranti appoco appoco correggi, e de' loro falli gli ammonisci, e parli loro, affinchè messa da parte la malizia credano in te, o Signore.
3 Illos enim antiquos inhabitatores terræ sanctæ tuæ,
quos exhorruisti,
3 Imperocché tu avevi in abbominazione quelli abitatori antichi della tua terra santa,
4 quoniam odibilia opera tibi faciebant
per medicamina et sacrificia injusta,
4 Perché orrende cose facevano contro di te co' lor veneficj, e sagrifizj scelerati,
5 et filiorum suorum necatores sine misericordia,
et comestores viscerum hominum,
et devoratores sanguinis a medio sacramento tuo,
5 Che uccidevano senza pietà i propri figliuoli, e divoravano le viscere degli uomini, e beveano il sangue in mezzo alla sacrata tua terra.
6 et auctores parentes animarum inauxiliatarum,
perdere voluisti per manus parentum nostrorum :
6 Questi genitori, autori della strage di quelle creature abbandonate, tu volesti distruggerli per le mani de' padri nostri,
7 ut dignam perciperent peregrinationem puerorum Dei,
quæ tibi omnium carior est terra.
7 Affinchè la terra cara a te più, che tutte le altre, accogliesse la degna colonia de' figliuoli di Dio.
8 Sed et his tamquam hominibus pepercisti,
et misisti antecessores exercitus tui vespas,
ut illos paulatim exterminarent.
8 Ma anche a questi come uomini avesti riguardo, e mandasti quai battitori del tuo esercito le vespe, le quali appoco appoco gli sterminassero.
9 Non quia impotens eras in bello subjicere impios justis,
aut bestiis sævis, aut verbo duro simul exterminare :
9 Non perché tu non potessi soggettare a mano armata gli empj ai giusti, o tutti sterminarli per mezzo di bestie feroci, o con una dura parola:
10 sed partibus judicans,
dabas locum pœnitentiæ,
non ignorans quoniam nequam est natio eorum,
et naturalis malitia ipsorum,
et quoniam non poterat mutari cogitatio illorum in perpetuum.
10 Ma gradatamente punendoli lascia vi luogo alla penitenza, benché non ignorassi tu come quella nazione era scellerata, e connaturale a quelli era la malizia, e come non potevan cangiarsi i loro pensieri giammai.
11 Semen enim erat maledictum ab initio ;
nec timens aliquem, veniam dabas peccatis illorum.
11 Perocché eran quelli una progenie maledetta fin da principio; e tu risparmiando i loro peccati non facevi per timore di alcuno.
12 Quis enim dicet tibi : Quid fecisti ?
aut quis stabit contra judicium tuum ?
aut quis in conspectu tuo veniet vindex iniquorum hominum ?
aut quis tibi imputabit, si perierint nationes quas tu fecisti ?
12 Imperocché chi dirà a te: Che è quello, che tu hai fatto? O chi si opporrà a' tuoi giudizj? o chi verrà a te davanti in difesa di uomini iniqui? o chi a te imputerà lo sterminio delle nazioni create da te?
13 Non enim est alius deus quam tu,
cui cura est de omnibus,
ut ostendas quoniam non injuste judicas judicium.
13 Perocché altro Dio non havvi fuori di te, che hai cura di tutti, onde dai a conoscere, come tu ingiustamente non giudichi.
14 Neque rex, neque tyrannus in conspectu tuo inquirent
de his quos perdidisti.
14 Né re alcuno, né principe domanderà conto davanti a te di quelli, che avrai fatto perire.
15 Cum ergo sis justus, juste omnia disponis ;
ipsum quoque qui non debet puniri, condemnare,
exterum æstimas a tua virtute.
15 Ma essendo tu giusto con giustizia ordini tutte le cose, e il condannare colui, che non debbe essere punito, il giudichi tu cosa aliena da tua possanza.
16 Virtus enim tua justitiæ initium est,
et ob hoc quod Dominus es,
omnibus te parcere facis.
16 Conciossiaché la tua possanza è principio di giustizia, e perché tu se' il Signore di tutti, con tutti ti fai indulgente.
17 Virtutem enim ostendis tu,
qui non crederis esse in virtute consummatus,
et horum qui te nesciunt audaciam traducis.
17 Ma la tua possanza tu dai a conoscere quando non se' creduto perfettamente potente, e gastighi la contumacia di quelli, che non ti riconoscono.
18 Tu autem dominator virtutis, cum tranquillitate judicas,
et cum magna reverentia disponis nos :
subest enim tibi, cum volueris posse.
18 Ma tu dominatore potente giudichi senza passione, e con gran moderazione ci governi; perché pronto hai il potere quando hai il volere.
19 Docuisti autem populum tuum per talia opera,
quoniam oportet justum esse et humanum ;
et bonæ spei fecisti filios tuos,
quoniam judicans das locum in peccatis pœnitentiæ.
19 Per tali maniere tu hai insegnato al tuo popolo come fa di mestieri, che il giusto sia ancora benigno, e i tuoi figliuoli hai avvezzati a bene operare, per ché quando li giudichi pe' lor peccati, lasci luogo alla penitenza.
20 Si enim inimicos servorum tuorum, et debitos morti,
cum tanta cruciasti attentione,
dans tempus et locum per quæ possent mutari a malitia :
20 Imperocché se i nemici de' servi tuoi già rei di morte gastigasti con tanto riguardo, dando loro tempo, e comodità, perché potessero rinunziare alla malizia,
21 cum quanta diligentia judicasti filios tuos,
quorum parentibus juramenta et conventiones dedisti bonarum promissionum !
21 Con quanta cautela hai tu giudicati li tuoi figliuoli, a' padri de' quali facesti le buone promesse pattuite, e giurate?
22 Cum ergo das nobis disciplinam,
inimicos nostros multipliciter flagellas,
ut bonitatem tuam cogitemus judicantes,
et cum de nobis judicatur, speremus misericordiam tuam.
22 Quando adunque noi tu correggi, molto più tu flagelli i nostri nemici, affinchè noi ripensiamo, e siamo attenti alla tua bontà, e quando si fa giudizio di noi, nella tua misericordia speriamo.
23 Unde et illis qui in vita sua insensate et injuste vixerunt,
per hæc quæ coluerunt dedisti summa tormenta.
23 Per la qual cosa eziandìi a quelli, che nella loro vita si diportarono da insensati, ed ingiusti, desti tu sommi tormenti per mezzo di quelle cose, che aveano adorate.
24 Etenim in erroris via diutius erraverunt,
deos æstimantes hæc quæ in animalibus sunt supervacua,
infantium insensatorum more viventes.
24 Perocché eglino per lungo tempo camminarono traviati per la via dell'errore, credendo dei que', che sono i più vili tragli animali, e vivendo da ragazzi senza ragione.
25 Propter hoc tamquam pueris insensatis judicium in derisum dedisti.
25 Per questo come a ragazzi insensati tu desti loro gastigo di scherno:
26 Qui autem ludibriis et increpationibus non sunt correcti,
dignum Dei judicium experti sunt.
26 Ma quelli, che agli scherni, e alle grida non si emendarono, provaron gastigo degno di Dio:
27 In quibus enim patientes indignabantur
per hæc quos putabant deos,
in ipsis cum exterminarentur videntes,
illum quem olim negabant se nosse, verum Deum agnoverunt ;
propter quod et finis condemnationis eorum venit super illos.
27 Imperocché da quello stesso, che con indignazione soffrivano per mezzo di quelle cose, ch'ei credevano dei, da questo nel tempo, che erano straziati, si accorsero, e riconobbero vero Dio esser quello, che una volta negavano di conoscere; per la qual cosa piombò sopra di loro la finale condannagione.