SCRUTATIO

Domenica, 6 luglio 2025 - Santa Maria Goretti ( Letture di oggi)

Seconda Epistola di Santo Paulo alli Corinti 10


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1 E io medesimo Paulo prego voi, per la mansuetudine e per la benignità di Cristo, il quale certamente in faccia son umile davanti da voi, e non presente confidomi in voi.1 Ora io stesso Paolo vi scongiuro per la mansuetudine, e modestia di Cristo, io, che in faccia sono umile tra di voi, assente poi sono ardito con voi.
2 Ma vi prego, chè io presente non ardisco, per quella confidanza che io mi penso d'ardire in alquanti, li quali pensano che noi andiamo secondo la carne.2 Vi supplico adunque, che non abbia io presente ad agire arditamente con quella franchezza, per la quale sono creduto ardito, contro certuni, i quali fan concetto di noi quasi camminiamo secondo la carne.
3 Imperò che andando in carne, non combattiamo secondo la carne.3 Imperocché camminando noi nella carne, non militiamo secondo la carne.
4 Ma certo l'arme del nostro combattimento non son carnali, ma sono potenza di Dio a distruggimento de' nemici; e siamo distruggitori de' malvagi consigli (del corpo),4 Imperocché le armi della nostra milizia non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortificazioni, distruggendo noi le macchinazioni,
5 e d'ogni altezza che si leva (in superbia e) contro la scienza di Dio, recando in cattività ogni intelletto al servizio di Cristo.5 E qualunque altura, che si innalza contro la scienza di Dio, e in servaggio conducendo ogni intelletto all'ubbidienza di Cristo,
6 E siamo (inanimati e) pronti per vendicare ogni inobbedienza, quando sarà compiuta la vostra obbedienza.6 E avendo in mano onde prender vendetta di ogni disubbidienza, quando sarà perfezionata la vostra ubbidienza.
7 Vedete quelle cose che sono secondo faccia. Se alcuno si pensa d' essere di Cristo, queste cose pensi appo sè; chè secondo ch' egli è di Cristo, così siamo ancora noi.7 Badate all'apparenza. Se taluno dentro di se confida di essere di Cristo, pensi vicendevolmente dentro di se, che com'egli è di Cristo, cosi anche noi.
8 Ma se alcuna cosa più che io non debbia mi son gloriato della signoria, la qual ci diede il Signore per edificamento, e non per distruggimento vostro, non me ne vergognerò.8 Imperocché quand' anche mi gloriassi un poco più della potestà nostra, la quale il Signore ci ha dato per vostra edificazione, e non per distruzione, non ne arrossirei.
9 Adunque, imperò che io non voglio che altri pensi che io vi voglia spaventare (e impaurire) con mie epistole;9 Ma affinchè io non sia creduta quasi sbalordirvi con le lettere:
10 chè certo le epistole, dicono alquanti intra noi, son gravi e forti; ma la presenza del (suo) corpo è debile, la e (sua) parola è contendibile (e da nulla);10 Imperocché le lettere (dicono essi) elle sono gravi, e robuste: ma la presenza del corpo è meschina, e il discorso non val nulla:
11 or si pensino questi, che sì dicono, che tali quali noi siamo di lungi con parole nell' epistole, altrettali saremo a loro presenti col fatto.11 Pensi chi dice cosi, che quali siamo a parole per lettera in assenza, tali ancor (siamo) a' fatti in presenza.
12 Chè certo noi non avemo ardire d' agguagliarci a molti li quali lodano sè medesimi; ma noi, misurando noi medesimi, agguagliamo noi a noi.12 Imperocché non abbiamo ardire di metterci in mazzo, o di paragonarci con certuni, i quali da loro stessi si celebrano: ma noi misuriamo noi stessi con noi medesimi, e con noi stessi ci paragoniamo.
13 E ancora noi (se avanziamo in grandezza) [non ci glorieremo] oltra misura, ma secondo la misura della regola la qual Dio ha ordinata in noi, misura di potere venire (e durare) insino alla fine di voi.13 Noi però non ci glorieremo formisura, ma giusta la maniera di misura che Dio ci ha dato in sorte, misura da arrivare sino a voi.
14 E non ci soprastendiamo noi, secondo che quelli che non ci vergogniamo; a voi noi veramente venimmo con l' evangelio di Cristo.14 Imperocché non, quasi non fossimo arrivati sino a voi, ci siamo stesi oltre i limiti: imperocché sino a voi pure siamo arrivati col vangelo di Cristo:
15 Chè noi non siamo vantatori in grandezza con l'altrui fatica; ma avemo speranza nella fede vostra che cresce, e d' essere pagati secondo la d'essere nostra regola in abbondanza,15 Non gloriandoci formisura sopra le altrui fatiche: ma sperando, che crescendo la vostra fede, saremo tra di voi ingranditi nella nostra misura ampiamente,
16 in quelle cose che son oltra di voi evangelizzanti; e non in aliena regola, in quelle cose che son apparecchiate, ci dobbiamo gloriare.16 Porteremo il vangelo anche ne' luoghi, che sono di là da voi, non ci glorieremo di ciò, che è coltivato dentro la misura assegnata ad altri.
17 Quelli che si vanta (e che si prega), in Dio si vanti.17 Per altro chi si gloria, nel Signore si glorj.
18 Chè non è lodato quello che si loda; ma quello è lodato, il quale loda il Signore.18 Imperocché non è provato chi se stesso commenda: ma quegli, cui Iddio commenda.