Scrutatio

Giovedi, 22 maggio 2025 - Santa Rita da Cascia ( Letture di oggi)

Epistola di Santo Paulo alli Romani 7


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1 E non sapete voi, fratelli; a coloro che sanno la legge favello; che la legge ha signoria nell' uomo quanto tempo egli vive?1 - Ignorate voi, fratelli, che la Legge, (parlo a chi conosce la Legge), domina sull'uomo finchè egli vive
2 Chè certo la femina tanto è sotto alla signoria del marito, quanto tempo il marito vive; e morto il marito, sì è sciolta la femina dalla legge del marito.2 come una donna soggetta al marito è legata per legge al marito vivente; e se il marito muore vien sciolta dalla legge del marito.
3 Adunque insino a tanto che il marito è vivo, se ella averà fallito con altro uomo, sì sarà chiamata adultera; ma se sarà morto il marito, sì sarà liberata dalla legge del marito; e non sarà chiamata adultera, s' ella sarà con altro uomo.3 Sicchè, vivente il marito, farà da adultera se stia con un altro uomo; e solo se muoia il marito, è libera dalla legge, rispetto al non essere adultera convivendo con un altro uomo.
4 E così, fratelli miei, voi siete liberati dalla legge (vecchia) per il corpo di Cristo, chè siate d'altro marito (in Gesù Cristo), che suscitò da morte, perchè facciate frutto a Dio.4 Cosicchè, fratelli miei, anche voi siete morti alla Legge per il corpo di Cristo, sì da appartenere ad un altro, cioè a colui che risuscitò da morte, e ciò perchè cogliamo frutti a Dio.
5 Chè quando noi eravamo nell' opere della carne, le passioni delli peccati, li quali erano per la legge, sì erano operate nelle membra nostre, che facessono frutto alla morte.5 Quando eravamo nella carne, le passioni peccaminose, occasionate dalla legge, agivano nelle nostre membra così da portar frutti alla morte;
6 Ma ora siamo soluti della legge della morte, nella quale noi eravamo tenuti, perciò che serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera.6 ma ora siamo stati affrancati dalla Legge, morendo a ciò da cui eravamo detenuti, in modo da servire in novità di spirito e non secondo l'antica lettera.
7 Adunque che diremo? È peccato la legge? Non piaceia a Dio. Ma il peccato non conosco, se non per la legge; chè io non cognoscea, la concupiscenza, se la legge non mi dicesse: non avere concupiscenza.7 Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? mai no, ma il peccato non l'avrei conosciuto se non era la Legge; giacchè non avrei conosciuto la concupiscenza se la legge non avesse detto «Non desiderare»;
8 Ma ricevuta cagione, il peccato per lo comandamento della legge, adoperò in me tutta cupidezza. Però che sanza la legge il peccato era morto.8 e il peccato, prese le mosse da quel comandamento, produsse in me tutta la concupiscenza; poichè all'infuori della Legge morto era il peccato.
9 Ma io vivea tallotta sanza legge. Ma conciossia cosa che venisse il comandamento (della legge), il peccato resuscitò.9 Ed io una volta vivevo senza legge; ma venuto il precetto, il peccato prese vita,
10 E io sono morto: ed è trovata in me bugia; e quella cosa ch' era a vita, sì fu trovata in me a morte.10 e io morii; e così ne venne per me che il precetto, che mi doveva condurre alla vita mi fu cagion di morte;
11 Chè il peccato pigliò cagione per il comandamento (della legge), e ingannommi, e con quello comandamento mi uccise.11 perchè il peccato presa occasione dal precetto, mi ingannò e per esso mi uccise.
12 Adunque certo è che la legge è santa; e il suo comandamento sì è santo e giusto e buono.12 Sicchè, santa è soltanto la Legge, e il precetto è santo e giusto e buono.
13 Adunque quella cosa, ch' è buona, ha fatta a me morte? Non piaccia a Dio. Ma il peccato, perchè si conosca esser peccato, per il bene sì mi ha data la morte; chè il peccato, che si fa per lo comandamento della legge e contra alla legge, sì è peccato sopra misura.13 Una cosa dunque buona mi fu cagion di morte? No, ma il peccato, per apparir peccato, mediante una cosa buona mi cagionò la morte, affinchè esso peccato diventasse estremamente colpevole per il divieto.
14 Sapemo che la legge sì è spirituale; e io son carnale, sottomesso al peccato.14 Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale, ma io son carnale, venduto e soggetto al peccato.
15 E quello che io faccio non cognosco; chè io non fo quel bene che io voglio; ma quello male che io abbo in odio, quello faccio.15 Quello che fo io, non lo intendo; perchè non quel bene che voglio, io opero, ma quel male che odio, io fo.
16 E se io faccio quello che io non voglio, consento alla legge, però ch' è buona.16 E se fo quel che non voglio, consento alla legge, e riconosco che è buono;
17 Ma ora già nol faccio io, ma il peccato il quale abita in me.17 ma ora non son più io che fo quello, bensì il peccato che abita in me.
18 Ciò è per il fermo, che in me, cioè nella mia carne, non dimora alcuno bene; chè il volere abbo buono, ma il compimento buono non trovo in me.18 Giacchè io so bene che non abita in me, cioè nella mia carne, il bene; c'è il volere sì in me, ma l'operare il bene no;
19 [Chè io non fo quel bene che io voglio; ma quello male che io non voglio, quello faccio].19 giacchè non fo il bene che voglio, ma il male che non voglio, questo io fo.
20 Che se faccio quello che io non voglio, quello non adopero io, ma fallo il peccato che dimora in me.20 E se fo quel che non voglio, non son più io che lo fo, ma il peccato risedente in me.
21 Adunque io si trovo legge a me, vogliendo far bene, chè il male sì mi sovrasta (e piacemi).21 Trovo dunque questa legge, che, volendo io fare il bene, mi sta presso il male;
22 E io sì mi diletto nella legge di Dio, secondo l'anima ch' è dentro.22 mi diletto della legge di Dio secondo l'uomo di dentro,
23 Ma veggio un' altra legge nelle mie membra, la qual legge sì combatte colla legge della mia mente (dentro), e tienmi legato nella legge del peccato, la quale è nelle mie membra.23 e vedo un'altra legge nelle mie membra che fa guerra alla legge della mia mente, e mi rende schiavo nella legge del peccato: la quale è nelle mie membra.
24 Ora sciagurato me! (uomo malvagio) chi mi scamparà del corpo di questa morte?24 Disgraziato, che io sono! chi mi libererà da questo corpo di morte?
25 Certo la grazia di Dio per il nostro Signore Iesù Cristo. Adunque io medesimo con la mente sì servo alla legge di Dio; e colla carne, alla legge del peccato.25 La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro; così io stesso colla mente sono servo della legge di Dio, colla carne della legge del peccato.