Scrutatio

Venerdi, 23 maggio 2025 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 26


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA CEI 1974
1 (Le quali parole udendo) il re Agrippa sì disse a Paulo: abbi licenza di parlare, e di scusarti di quello che t' è apposto. Allora Paulo, stendendo la mano (con grande ardire, come sogliono fare gli arengatori), cominciò a scusarsi (e disse):1 Agrippa disse a Paolo: "Ti è concesso di parlare a tua difesa". Allora Paolo, stesa la mano, si difese così:
2 Di tutte quelle cose, che io sono accusato da' giudei, o re Agrippa, (credo sì scusarmi, che tu medesimo, come giusto signore, mi difenderai; e però) mi reputo beato, che (questa questione) si conosca dinanzi da te,2 "Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te,
3 per che sai...... le consuetudini delli giudei; e però ti pregò che mi odi pazientemente.3 che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza.
4 Or dico che la vita mia insino dalla puerizia mia, come io sono conversato in Ierusalem, sanno quelli i quali mi conobbero insino da piccolino,4 La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei;
5 se elli vogliono dire la verità, cioè che secondo la certissima setta dalla nostra religione vissi Fariseo.5 essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione.
6 E ora sono menato al giudicio (e accusato) per che (dico e) spero (e ho fede) nelle promissioni che furono fatte alli nostri padri;6 Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri,
7 nella quale speranza (eziandio) li giudei delle XII tribù sperano di pervenire, e per questo servono (a Dio) dì e notte. Della quale speranza, o re, io son accusato (da' giudei).7 e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incolpato dai Giudei!
8 E per che de' essere incredibile appo voi, se io dico che Dio resuscita li morti?8 Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti?
9 E io (come elli sanno, era principale inimico de' cristiani, e) pensava (e sforzavami) di fare ciò che io potea di male contra a questo Iesù Nazareno e contra a' suoi fedeli.9 Anch'io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno,
10 E molti ne presi e mèssi in pregione in Ierusalem; eziandio di autorità del principe de' sacerdoti10 come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l'autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch'io ho votato contro di loro.
11 andava per le sinagoghe (e per le contrade, d' uno animo) tutto furioso; e prendendo e aiutando uccidere li cristiani, (induceali e) costringeali quanto poteva di fare loro negare la fede.11 In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all'eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere.
12 Or avvenne che andando io in Damasco con autorità del principe de' sacerdoti (e seniori e de' maggiori giudei),12 In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno
13 uno giorno in sul mezzo dì (essendo io già presso a Damasco) una luce smisurata circonfulse me e li compagni miei,13 vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio.
14 sì che tutti cademmo in terra (abbagliati per quello splendore); e (stando così a terra prostrato) udii una voce che mi disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, per che mi persèguiti? Dura cosa t'è di ricalcitrare contra allo stimolo.14 Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.
15 E io allora dissi: chi se' tu, Signore, (che mi parli)? E il Signore rispose: io son Iesù Nazareno, il quale tu persèguiti.15 E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti.
16 Ma sta su ritto in piedi; e sappi che ti sono apparito per farti uno ministro, e perchè mi sii testimonio di quelle cose che hai vedute e che io ti mostrarò.16 Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora.
17 E liberarotti dalli popoli e dalle genti alle quali lo ti mandarò17 Per questo ti 'libererò' dal popolo e 'dai pagani, ai quali ti mando'
18 per alluminarle della fede vera, sì che si convertano dalle tenebre alla luce, e dalla potestà di satana a Dio (vivo), sì che ricevano remissione de' loro peccati, e (siano degni d'avere parte) con li santi per la fede mia.18 'ad aprir' loro 'gli occhi', perché passino 'dalle tenebre alla luce' e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.
19 Onde io, o re Agrippa, (udendo queste cose) non fui incredulo (ma diedi fede) a questa visione celeste.19 Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste;
20 E così (mutato e convertito) entrai in Damasco, e cominciai a predicare Cristo, e così feci poi in Ierusalem e per molte altre contrade, annunziando e predicando a' giudei e a' pagani, e adducendoli a penitenza, e che si convertissero a Cristo facendo degne opere di penitenza.20 ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione.
21 Ecco, questa è la cagione per la quale li giudei mi presero, essendo nel tempio, e volevanmi uccidere.21 Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di uccidermi.
22 Ma per l'aiuto di Dio pur sono scampato insino al dì d' oggi, e pure sto fermo testificando a' maggiori e a' minori, che io non predico altro se non come Moisè e gli altri profeti predissero (e pronunziarono) che doveva venire,22 Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere,
23 cioè della (incarnazione e) passione di Cristo e della resurrezione de' morti, della quale egli fu primo (e cagione), e venne come luce vera ad alluminare li giudei e li pagani.23 che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani".

24 Le quali parole dicendo Paulo, il predetto Porzio Festo gridò con grande voce, e disse: tu sei fuori del senno, Paulo, e (parmi che) la troppa lettera ti fa uscire dal senno.24 Mentr'egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: "Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!".
25 Allora Paulo rispose: non sono (pazzo nè sono) fuora del senno, o ottimo Porzio Festo, ma parlo parole di sobrietà e di verità.25 E Paolo: "Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge.
26 E bene mi intende il re Agrippa, e parlogli con fidanza; e non credo ch' elli sia ignorante di queste cose, però che non sono fatte (nè dette) per li cantoni (in secreto, ma in pubblico).26 Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto.
27 (E poi disse): credi, o re Agrippa, alli profeti? Ben so che vi credi.27 Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi".
28 Ed elli disse: per poco lascio, che io non doventi cristiano.28 E Agrippa a Paolo: "Per poco non mi convinci a farmi cristiano!".
29 E Paulo rispose: io vorrei (e desidero) che in poco e in molto e tu e gli altri che quivi siete congregati (fuste e) diventaste oggi tali quale sono io, salvo che non fuste incatenati come io.29 E Paolo: "Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu, ma quanti oggi mi ascoltano diventassero così come sono io, eccetto queste catene!".
30 (Del cui fervente e savio parlare) il re (molto meravigliato) si levò (e trassesi in disparte) con Bernice; e col tribuno e con altri molti.30 Si alzò allora il re e con lui il governatore, Berenìce, e quelli che avevano preso parte alla seduta
31 E ragionando insieme di Paulo, tutti (determinarono e) dissero ch' egli non era reo, nè degno di morte, nè di prigione.31 e avviandosi conversavano insieme e dicevano: "Quest'uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene".
32 E il re Agrippa disse a Porzio Festo: lasciare si potrebbe questo uomo, se non ch' elli ha appellato all' imperatore; (ma poi ch' elli ha appellato all' imperatore, màndavelo).32 E Agrippa disse a Festo: "Costui poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare".