Scrutatio

Mercoledi, 21 maggio 2025 - Santi Martiri Messicani (Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni) ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 23


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA CEI 2008
1 Riguardando Paulo (tutti quelli ch' erano congregati contra a lui) in quello concilio, sì disse: (signori e) fratelli, con ogni buona conscienzia sono conversato dinanzi a Dio insino al dì d'oggi.1 Con lo sguardo fisso al sinedrio, Paolo disse: «Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in piena rettitudine di coscienza».
2 Dalla quale parola il principe delli sacerdoti, che aveva nome Anania, sdegnato comandò a quelli che li stavano dintorno, che li dessero nella bocca.2 Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai presenti di percuoterlo sulla bocca.
3 E (così quelli facendo) Paulo disse al principe delli sacerdoti: Dio ti percoterà, parete sbianchizzata; però che sedendo tu come giudice secondo la legge, mi fai ingiustamente percuotere3 Paolo allora gli disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la Legge e contro la Legge comandi di percuotermi?».
4 E (riprendendolo) quelli che stavano dintorno (al principe delli sacerdoti) dicevano: or come? maledici il sommo sacerdote di Dio?4 E i presenti dissero: «Osi insultare il sommo sacerdote di Dio?».
5 Paulo rispose: io non sapeva, fratelli miei, ch' fusse principe de' sacerdoti; per ciò ( ch' io so) ch' è scritto, (e comandamento è che dice): non maledicere il principe del popolo.5 Rispose Paolo: «Non sapevo, fratelli, che fosse il sommo sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo popolo».
6 E poi (avendosi escusato, e) considerando Paulo, che di quelli ch' erano quivi raunati, parte erano Farisei (li quali credevano la resurrezione), e parte Saducei (li quali non la credevano, volendo mettere tra loro discordia), gridò nel concilio e disse: sappiate, (padri e) fratelli miei, che io sono Fariseo e figliuolo di Fariseo; e perchè io predico la resurrezione di morte (e la speranza dell' altra vita), sono così giudicato.6 Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti».
7 Per la quale parola incontanente fu discordia fra Saducei e Farisei; e così si partì il concilio (in discordia).7 Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e l’assemblea si divise.
8 Per che li Saducei dicevano che non era resurrezione, nè angelo nè spirito; e li Farisei (dicevano e tengono tutto il contrario, cioè) confessano l'uno e l'altro.8 I sadducei infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose.
9 Onde levandosi tra loro grande rumore, alcuni de' Farisei si levarono per difender Paulo, e dissero: noi non troviamo contra questo uomo nissuna colpa; e che appartiene a noi, se il spirito gli parlò, o alcuno angelo?9 Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato».
10 E vedendo il tribuno questa discordia (e sentendo questo rumore), fece trarre Paulo di mezzo di loro, temendo che non lo tollessero, e fecelo mettere in certa guardia da' suoi masnadieri.10 La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza.
11 E (stando così Paulo in questa custodia) il Signore gli apparve la seguente notte (e confortollo) e disse: si costante (e fermo, e sappi) che sì come hai renduta testimonianza di me in Ierusalem così è bisogno che facci in Roma.11 La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma».
12 E come fu giorno (temendo) certi iudei (che il tribuno non il liberasse) imaginaronsi pur d' ucciderlo, e fecero voto di non mangiare nè bere insino a tanto che non l' uccidessero.12 Fattosi giorno, i Giudei ordirono un complotto e invocarono su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non avessero ucciso Paolo.
13 E furono ben quaranta.13 Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura.
14 Li quali andorono al principe delli sacerdoti e a' seniori, e dissono loro come s' aveano votati e avevano (promesso e) fermato di non mangiare e non bere, insine che non uccidessero Paulo.14 Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: «Ci siamo obbligati con giuramento solenne a non mangiare nulla sino a che non avremo ucciso Paolo.
15 E (poi li consigliorono e) dissero: mandate al tribuno, che nel mandi sotto specie d' avere a ragionare con lui, e di terminare certe questioni, e nci staremo apparecchiati nella via, e uccideremolo.15 Voi dunque, insieme al sinedrio, dite ora al comandante che ve lo conduca giù, con il pretesto di esaminare più attentamente il suo caso; noi intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi».
16 Le quali parole udendo uno figliuolo d' una sorella di Paulo, incontanente gli venne ad annunziare.16 Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere dell’agguato; si recò alla fortezza, entrò e informò Paolo.
17 Onde Paulo chiamando a sè uno Centurione, (di quelli che il guardavano), pregollo ch' egli menasse quello suo nepote al tribuno, perciò che gli voleva parlare in secreto.17 Questi allora fece chiamare uno dei centurioni e gli disse: «Conduci questo ragazzo dal comandante, perché ha qualche cosa da riferirgli».
18 E quello così fece; e giungendo con lui al tribuno, e dicendo come Paulo l' avea pregato che li menasse quello giovine, per ch' egli avea a parlarli in secreto,18 Il centurione lo prese e lo condusse dal comandante dicendo: «Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha chiesto di condurre da te questo ragazzo, perché ha da dirti qualche cosa».
19 il tribuno prese incontanente quello giovine, e trasselo in disparte, e domandò di quello che dire voleva.19 Il comandante lo prese per mano, lo condusse in disparte e gli chiese: «Che cosa hai da riferirmi?».
20 E quello allora gli disse: sappi che certi iudei (hanno fatto consiglio d' uccidere Paulo, e) domani ti verranno a pregare che tu il mandi a loro, sotto specie d' avere a ragionare e determinare con lui certe questioni.20 Rispose: «I Giudei si sono messi d’accordo per chiederti di condurre domani Paolo nel sinedrio, con il pretesto di indagare più accuratamente nei suoi riguardi.
21 (Onde sii savio, e) non il concedere a loro; per ciò che ben quaranta uomini stanno apparecchiati nella via per ucciderlo, e hanno fatto voto di non mangiare nè bere insino a tanto che non l'uccidano; e aspettano pure che tu il mandi.21 Tu però non lasciarti convincere da loro, perché più di quaranta dei loro uomini gli tendono un agguato: hanno invocato su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non l’avessero ucciso; e ora stanno pronti, aspettando il tuo consenso».
22 Allora il tribuno mandò via quello giovinetto, e comandogli che ad altrui non dicesse che a lui sopra ciò parlato avesse.22 Il comandante allora congedò il ragazzo con questo ordine: «Non dire a nessuno che mi hai dato queste informazioni».
23 E (incontanente) chiamando due Centurioni, comandò loro e disse: apparecchiate (e fate armare) LXX uomini a cavallo, e ducento a piedi, e altrettanti a lancie, e in su la terza ora della notte23 Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: «Preparate duecento soldati per andare a Cesarèa insieme a settanta cavalieri e duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto.
24 prendete Paulo, e mettetelo a cavallo, sì che sano e salvo il meniate (e presentiate in Cesarea) a Felice preside.24 Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché venga condotto sano e salvo dal governatore Felice».
25 E questo disse, per che temeva che Paulo da' giudei non li fosse tolto e morto, onde egli poi n' avesse alcuno pregiudicio dall' imperatore.25 Scrisse una lettera in questi termini:
26 E (mandandolo per lo predetto modo) scrisse una lettera (al predetto Felice sopra la detta materia) in tale forma: Claudio Lisia all'ottimo preside Felice salute.26 «Claudio Lisia all’eccellentissimo governatore Felice, salute.
27 Mando a te questo uomo, il quale li iudei avevano preso, e volevanlo uccidere; onde io sopravenendo con li miei armati, il trassi loro di mano, (massimamente) perchè (egli dice ch' ) egli è romano.27 Quest’uomo è stato preso dai Giudei e stava per essere ucciso da loro; ma sono intervenuto con i soldati e l’ho liberato, perché ho saputo che è cittadino romano.
28 E volendo sapere la cagione per che li iudei l'avevano così preso (e volevanlo uccidere a furore),28 Desiderando conoscere il motivo per cui lo accusavano, lo condussi nel loro sinedrio.
29 non trovai se non ch' elli fa contra a certe loro leggi; ma io per me non gli trovo colpa, per la quale sia degno di morte, nè pur di pregione.29 Ho trovato che lo si accusava per questioni relative alla loro Legge, ma non c’erano a suo carico imputazioni meritevoli di morte o di prigionia.
30 Onde essendomi detto, che li iudei intendevano di tormelo e ucciderlo, e sapendo che a ciò avevano poste le insidie, io l'ho (con buona guardia) mandato a te, e ho pronunziato a' suoi accusatori, che a te vengano se vogliono accusare.30 Sono stato però informato di un complotto contro quest’uomo e lo mando subito da te, avvertendo gli accusatori di deporre davanti a te quello che hanno contro di lui».
31 E prendendo la masnada la predetta lettera, occultamente di notte si partirono.31 Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride.
32 E poi il seguente dì.32 Il giorno dopo, lasciato ai cavalieri il compito di proseguire con lui, se ne tornarono alla fortezza.
33 vennero in Cesarea, e presentaronlo dinanzi a Felice preside, e presentarongli la predetta lettera.33 I cavalieri, giunti a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono Paolo.
34 La quale egli leggendo, dimandò Paulo di quale provincia (e contrada) fusse; e rispondendo Paulo, ch' elli era (nato di Tarso) di Cilicia,34 Dopo averla letta, domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era della Cilìcia,
35 Felice li disse: io ti darò audienza, quando saranno venuti li tuoi accusatori. E poi in questo mezzo il fece guardare in quello palazzo che fu di Erode.35 disse: «Ti ascolterò quando saranno qui anche i tuoi accusatori». E diede ordine di custodirlo nel pretorio di Erode.