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Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 6


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Elemosina, orazione e digiuno

1Guardate di non fare le vostre opere buone alla presenza degli uomini per essere da loro veduti, altrimenti non ne sarete rimunerati dal Padre vostro che è nei cieli.2Quando adunque tu fai elemosina, non suonar la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. In verità vi dico: han già ricevuto la loro mercede.3Ma quando fai elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra,4sicché la tua elemosina sia nascosta; e il Padre, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.5E quando pregate non fate come gli ipocriti, che amano star a pregare nelle sinagoghe e sugli angoli delle piazze, per essere veduti dagli uomini. In verità vi dico: han già la ricompensa loro.6Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella camera, e, chiuso l'uscio, prega il tuo Padre in segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.7E quando pregate, non vogliate usare tante parole, come i Gentili, che stimano di essere esauditi per il molto parlare.8Non l'imitate, poiché sa bene il Padre vostro, avanti che gliene chiediate, di quali cose avete bisogno.9Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;10venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.11Dacci oggi il nostro pane quotidiano;12e rimettici i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori;13e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Così sia.14Perchè se perdonerete agli uomini i loro falli, anche il vostro Padre celeste vi perdonerà i vostri peccati,15ma se non perdonerete agli uomini, nemmeno il Padre vostro vi perdonerà le vostre mancanze.16Quando poi digiunate, non prendete un'aria melanconica, come gl'ipocriti che sfigurano la loro faccia per mostrare alla gente che digiunano. In verità vi dico che han già ricevuto la loro mercede.17Ma tu, quando digiuni, profumati il capo e lavati la faccia,18affinché non alla gente apparisca che tu digiuni, ma al tuo Padre, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.

I cristiani e i beni del mondo

19Non vogliate accumulare tesori sulla terra, dove la ruggine e la tignola consumano e i ladri dissotterrano e rubano;20ma fatevi dei tesori nel cielo, dove nè ruggine, nè tignola consumano, dove i ladri nè scassinano, nè rubano.21Perchè dove è il tuo tesoro quivi è anche il tuo cuore.22Lume del tuo corpo è l'occhio. Se l'occhio tuo è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma se l'occhio tuo è torbido, tutta la persona sarà nelle tenebre.23Se dunque la luce che è in te è buio, quanto grandi saranno le tenebre?24Nessuno può servire a due padroni, sicuramente o odierà l'uno e amerà l'altro, o sarà affezionato al primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire a Dio ed a mammona.25Perciò vi dico: non siate troppo solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete, nè per il vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito?26Guardate gli uccelli dell'aria: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro?27E chi di voi, con tutto il suo ingegno, può aggiungere alla sua statura un sol cubito?28E perchè darsi tanta pena per il vestito? Guardate come crescono i gigli del campo: non faticano, nè filano;29eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu mai vestito come uno di loro.30Or se Dio riveste in questa maniera l'erba del campo, che oggi è e domani vien gettata nel forno, quanto più vestirà voi, gente di poca fede?31E non vogliate angustiarvi dicendo: Che mangeremo, che berremo, di che ci rivestiremo?32Tutte queste cose preoccupano i Gentili; or il Padre vostro sa che avete bisogno di tutto questo.33Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saran date per giunta.34Non vogliate adunque mettervi in pena pel domani; il domani penserà a se stesso: basta a ciascun giorno il suo affanno.