Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 Grandi sono i tuoi giudizi, o Signore, e ineffabili le tue parole; per questo le anime senza istru­zione caddero in errore.1 Grandi sono li giudicii tuoi, Signore, e le parole the sono inenarrabili; per questo le anime non addottrinate errarono.
2 Mentre gli empi eran persuasi di poter opprimere il popolo santo, inca­tenati nelle tenebre, inceppati nella lunga notte, chiusi dentro le case, giacevano esclusi dall'e­terna Provvidenza.2 Quando egli è mostrato per falsi argomenti alli iniqui, che possono signoreggiare la gente santa, poi legati con legami di tenebre, e rinchiusi sotto i tetti, i fuggitivi delle perpetuali providenze giacerono.
3 E mentre credevano di poter restar nasco­sti nei loro segreti peccati, sotto il tenebroso velo dell'oblio, furon dispersi, orrendamente spaven­tati e agitati dal più grande sbi­gottimento.3 E mentre ch' elli si pensavano nascondere nelli oscuri peccati, sono dispersi per lo velamento della dimenticanza, spaventati orribilmente, e turbati con soperchia ammirazione.
4 E nemmeno la spe­lonca che li chiudeva li preserva­va dalla paura, perchè scendevan dei rumori a spaventarli, e lugubri spettri, loro apparendo, incutevan terrore.4 Nè la spelonca, nella quale elli erano, li conservava sanza paura; però che il suono che discendeva turbava coloro, e persone tristi, che apparivano a coloro, facevano loro paura.
5 E non v'era nessun fuoco capace di far loro lume, e nemmeno il chiaro splendore del­le stelle poteva illuminare quella orrenda notte.5 Il fuoco per nessuna potenza sua dare potea loro lume; nè le fiamme delle stelle potevano alluminare quella spaventevole notte.
6 Ma appariva loro un certo improvviso bagliore che faceva paura, e, spaventati da quella visione che mal vedevano, stimavan peggiori le cose che comparivano.6 Appariva loro uno subito fuoco, pieno di paura; e percossi per la paura, temeano più quelle cose che non vedeano, che quelle che vedevano.
7 E le ciurmerie dell'arte magica eran derise, e la vantata sapienza fu screditata con ignominia.7 E li schernimenti dell' arte magica vi erano apposti; e lo castigamento della gloriosa sapienza era contumelia.
8 Infatti quelli che promettevano di cacciar le paure e le in quietudini dagli animi ab­battuti, essi stessi languivano scherniti, pieni di spavento.8 Però che coloro, li quali promettevano di scacciare le paure e le tribulazioni dell' anima languente, questi medesimi languivano con ischernimento, pieni di paura.
9 E sebbene nulla di mostruoso li at­terrisse, sbigottiti dal passar delle bestie e dal fischiar dei serpenti, morivan di tremarella, rifiutan­do perfino di veder l'aria, che nessuno può schivare.9 Però che eziandio se nulla delle cose, che mostravano contra natura, perturbavano loro, nientemeno per li trapassamenti delli animali, e per lo soffio delli serpenti commossi, tremanti morivano; e diceano ch' elli non vedeano l' aere, il quale niuno puote schifare per alcuno modo.
10 Così la malvagità colla paura dà testi­monianza per la sua condanna, sempre presagisce cose terribili per l'agitata coscienza.10 (Frequentemente le cose pessime, che debbono venire, spaventano li malvagi uomini, riprendendoli la coscienza per le loro cose malfatte). Conciosia cosa che la malvagità sia piena di paura, dà testimonianza della condannagione (di ciascuno); la crudele coscienza, turbata, sempre presume.
11 Infatti la paura non è altro che l'abban­dono dei soccorsi della ragione.11 La paura non è altro, se none (uno adiutorio di) presunzione di pensiere d'aiutorii.
12 E quanto meno s'aspetta, dal di dentro, tanto più s'ingrandisce l'ignota causa da cui viene il tor­mento.12 E infino che dentro è il minore aspettamento, si computa maggiore potenza di quella cagione, della quale presta tormento.
13 Quelli poi, in quella not­te veramente d'impotenza e sbu­cata addosso a loro dal più pro­fondo dell'inferno, assopiti nel medesimo sonno,13 E coloro li quali vennero dalli profondi e infimi lochi (sopravegnente), e dormendo sopravenente la impotente notte,
14 ora erano agitati dallo spavento dei mostri, ora, venivan meno per l'abbatti­mento dell'animo, colti da im­provviso e inaspettato terrore.14 alcuna volta erano battuti dalla paura della visione spaventevole, alcuna volta l'anime loro venivano meno per ismarrimento; però che la improvisa e insperata paura era sopravenuta loro.
15 Inoltre, se uno di loro cadeva, era fermato e chiuso in prigione, senza catene.15 Appresso, se alcuno di quelli cadeva, era guardato in carcere, rinchiuso senza ferri.
16 Chiunque fosse, agricoltore, pastore, o operaio occupato in lavori agricoli, era oppresso da inevitabile necessi­tà.16 E se alcuno di villa o pastore o lavoratore di terra fosse preso, si sosteneano nella necessitade di non potere fuggire.
17 La medesima catena delle tenebre teneva tutti avvinti: il vento che soffiava, il soave canto degli uccelli tra i folti rami degli alberi, l'impetuoso precipitar del­l'acqua corrente,17 Tutti erano legati insieme d' una medesima catena di tenebre. O fosse spirito soffiante, o tra li spessi rami il suave suono delli uccelli, o vero di fiume molto corrente acqua,
18 il forte rumo­re di pietre cadenti, l'invisibile scorrazzar di animali saltellanti, la potente voce di bestie mug­genti, e l'eco, ripercossa dai più alti monti, li faceva venir meno dalla paura.18 o fortissimo suono di rovinanti pietre, o corrimento invisibile di animali scherzanti, o fortissima voce di mugghianti bestie, o fusse resonante suono delli altissimi monti, facevano tramortire per paura coloro.
19 Tutto il mondo era illuminato da vivida luce, ed era occupato senza ostacoli nei suoi lavori.19 Tutto il mondo era illuminato di chiarissimo lume, e da non impedite opere era contenuto.
20 Soltanto sopra di loro pesava la profonda notte, imagine delle tenebre che poi dovevan piombar loro addosso. Ed essi erano a se stessi più gravosi di quelle tenebre.20 A coloro soli era posta la grave notte, imagine di tenebra che dovea venire sopra coloro. Elli medesimi erano adunque a sè gravi tenebre..