Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Sapienza 16


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BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 Per questi e simili (ammali) furon degnamente puniti, e ster­minati da gran numero di bestie.1 Per queste cose e somiglianti a queste sostennero degnamente tormenti, e da moltitudine di bestie sono sterminati.
2 Ma invece di tali pene, tu face­sti dei favori al tuo popolo, al quale concedesti ciò che deside­rava il suo gusto, nuovo sapore, preparando a loro cibo le quaglie.2 Per li quali tormenti tu disponesti bene, il popolo tuo, al quale tu dèsti il volere del suo dilettamento, nuovo sapore, apparecchiandoli a mangiare coturnici,
3 Così quelli, sebbene avidi di ci­bo a causa delle bestie che avevan sotto gli occhi, mandate contro di loro, sdegnarono soddisfare anche l'appetito del necessario, mentre questi, ridotti per poco tempo alla miseria, gustarono un cibo nuovo.3 sì come quelli che desiderano tale vivanda; e perciò sono loro dimostrate e mandate, acciò che si rimovessono anco dalle necessarie concupiscenze; e costoro in corto tempo, fatti bisognosi, mangiarono di nuova vivanda.
4 Certo era necessa­rio che inevitabile rovina piom­basse sopra coloro che facevan da tiranni, e che a questi fosse soltanto mostrato come erano sterminati i loro nemici.4 Elli convenia che a coloro, che usavano tirannia, morte sopravvenisse sanza alcuna scusa; e a costoro bisognava dimostrare solamente, in che guisa li nimici si esterminavano.
5 Infatti quando contro questi s'avventò il tremendo furore delle bestie, ed erano sterminati dal morso di tortuosi serpenti,5 Però che elli erano esterminati da' morsi delli perversi serpenti, quando sopravvenne loro l'ira di crudeli bestie.
6 non durò per sempre il tuo sdegno, ma a loro correzione furono per poco spa­ventati, avendo già un segno di salute, per ricordarsi dei coman­damenti della tua legge.6 Ma l'ira tua non durò sempre, ma a correzione e in breve sono turbati, avendo segno di (correzione e di) sanitade a commemorazione del comandamento della legge tua.
7 E chi si rivolgeva a quel segno, non era guarito por ciò che vedeva, ma per te, Salvatore di tutti.7 Colui che si convertie, non per questo che vedeva si sanava, ma per te, salvatore di tutti.
8 E con ciò facesti vedere ai nostri nemici che sei tu quello che liberi da ogni male.8 In questo mostrasti tu alli nimici nostri, che tu se' colui che liberi da ogni mal?.
9 Infatti quelli pe­rirono morsicati dalle locuste e dalle mosche, nè fu trovato rime­dio per la loro vita, perchè meri­tavano di essere sterminati da tali bestie.9 Ma li morsi delle mosche e delle locuste uccisero coloro; e non fue trovata sanitade all'anima di coloro, però ch' elli erano degni d'essere sterminati di queste cotali cose.
10 Invece coi tuoi figli e non ce la poterono nemmeno i denti dei velenosi dragoni, perchè la tua misericordia veniva a gua­rirli.10 Li denti delli dragoni (animali) velenosi non vinsero li figliuoli tuoi; la tua soccorrente misericordia li sanoe.
11 Erano morsi per farli ri­cordare dei tuoi precetti, ma subito eran guariti, perchè, sepolti in profondo oblìo, non si rendes­sero incapaci del tuo aiuto.11 Nella memoria de' sermoni tuoi erano esaminati, e tostamente sanati, acciò che cadendo in alta dimenticanza, non potessono usare il tuo adiutorio.
12 Certamente non li guarì l'erba, nè il medicamento, ma la tua parola che in tutto risana, o Signore.12 Nè erba nè impiastro sanoe coloro; ma solo. il tuo sermone, Signore, il quale sana tutte le cose.
13 Sei tu, o o Signore, che hai il potere della vi­ta e della morte, che conduci fi­no alle porte della morie e ne richiami.13 Tu se', Signore, colui che hai potestade della vita e della morte, e che conduci alla porta della morte, e ritrai.
14 L'uomo invece può dar la morte per malizia, ma lo spi­rito, uscito che sia, non tornerà, ed egli non potrà richiamare l'a­nima, che è ricevuta.14 L'uomo uccide per malizia (l'anima sua); e quando lo spirito ne sia uscito, non ritornerae, e non rivocherae l'anima ch' è ricevuta.
15 Fuggire dalla tua mano è impossibile.15 Ma ischifare la mano tua sì è impossibile.
16 E però gli empi, che negavan di conoscerti, furono flagellati dal tuo braccio potente, tempestati da acque inaudite, da grandini, da acquazzoni, e con­sumati dal fuoco.16 Li malvagi, che hanno detto che non ti conoscono, sono flagellati per la fortezza del tuo braccio; elli sostennero persecuzione di nuove acque e di gragnuola e di piove, e per fuoco sono consumati.
17 E ciò che fa­ ceva stupire era che nell'acqua, la quale tutto spegne, più attivo era il fuoco, facendosi l'universo vendicatore dei giusti.17 E quello ch' era mirabile nell'acqua, che ogni cosa spegne, ella ardeva più che il fuoco; vendicatore è il mondo de' giusti.
18 Per un po' di tempo la fiamma si miti­gava, per non bruciare le bestie mandate contro gli empi, affin­chè essi stessi a tal vista ricono­scessero che erano straziati per divino giudizio.18 Fue uno tempo che il fuoco divenia mansueto, sì che li animali, ch' erano mandati alli empii, non ardevano, acciò che quelli che il vedevano sapessono che qui patiscono persecuzione per giudizio di Dio.
19 Altre volte poi il fuoco, al di sopra della sua natura, divampa­va nell'acqua, per distruggere i prodotti di quella terra iniqua.19 E uno tempo il fuoco ardeva nell' acqua sopra la sua potenza, per isterminare la malvagia generazione della terra.
20 Al contrario, il tuo popolo lo nutristi col pane degli angeli, e dal cielo gli donasti un pane bell'e fatto, senza fatica, contenente in sè ogni delizia ed ogni soavità di sapore.20 Per li quali tu comandasti che il popolo tuo fosse nutricato dello angelico cibo, e apparecchiasti loro pane dal cielo sanza fatica, avendo in sè ogni dilettamento, e suavitade d' ogni sapore.
21 Quel sostentamento che veniva da te, mostrava la dolcezza che hai verso i figli, e, accomodandosi ai desideri di cia­scuno, diventava quello che cia­scuno voleva.21 Tu mostrasti la ricchezza tua, che tu hai, verso li figliuoli tuoi, contentando la voluntade di ciascuno, acciò che ciascuno a quello che voleva si converta.
22 Ma la neve e il ghiaccio reggevano alla forza del fuoco senza liquefarsi, per far conoscere che il fuoco distruggeva i frutti dei nemici, ardendo tra le grandini e lampeggiando tra le piogge.22 La neve e il ghiaccio sì sosteneano la forza del fuoco, e non si guastavano, acciò che sapessono che il fuoco ardente nella grandine e la piova fulgurante distruggerà li frutti de' nemici.
23 E al contrario, per nutri­re i giusti si dimenticò anche del­la sua propria natura;23 Questo fuoco, perchè una altra volta si nutricassero i giusti, sì dimenticoe la sua virtude.
24 perchè la creatura, servendo a te suo crea­tore, s'infiamma per tormentare gli uomini ingiusti, e divien più dolce per far del bene a quelli che confidano in te.24 La creatura tua, servendo a te fattore, sì deserve nel tormento contro alli ingiusti; e fassi più lieve a fare bene per coloro che si confidano in te.
25 Per questo an­che allora, trasformandosi in ogni maniera, serviva alla tua grazia, nutrice di tutti, secondo la volontà di chi ti pregava,25 Per questo, e allora tutte le cose transfigurate, servivano alla grazia tua nutrice di tutti, a volontade di coloro (li quali erano) che te desideravano.
26 affìnchè, o Si­gnore, i figli tuoi diletti imparas­sero che non è il riprodursi dei frutti che nutrisce gli uomini, ma è la tua parola che conserva chi crede in te.26 E conobbono li figliuoli tuoi, li quali tu, Signore, amasti, che li uomini non si pascono solo delli frutti che nascono, ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
27 Infatti ciò che non poteva esser consumato dal fuoco si struggeva appena riscaldato da piccolo raggio di sole;27 Quello che non si poteva disertare dal fuoco, incontinente scaldato dal raggio del sole inverminiva,
28 affinchè tutti sapessero che bisogna prevenire il sole per ringraziarti, e adorarti allo spuntar della luce.28 acciò ch' elli fosse a tutti manifesto, ch' elli convegna che al sole prevenga la benedizione tua, e adorare te al levare della luce.
29 Perchè la speranza dell'ingrato si squaglierà come ghiaccio del­l'inverno, e disparirà come acqua inutile.29 La speranza dello ingrato, sì come il ghiaccio del verno, (che) si strugge; e disperderassi come l'acqua soperchia.