Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Siracide 22


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LA SACRA BIBBIABIBBIA VOLGARE
1 Il pigro somiglia a pietra insudiciata, chiunque fischietta sulla sua sporcizia.1 In pietra di loto è lapidato il pigro; e tutti favellaranno sopra il disprezzo di colui.
2 Il pigro somiglia a sterco in letamaio, chi lo tocca deve scuotere la mano.2 Dello sterco de' buoi lapidato è il pigro; e chiunque lo toccherae, si scoterà le mani.
3 E' vergogna del padre il figlio viziato, se è una figlia, il danno è maggiore.3 La confusione del padre si è il figliuolo pazzo; ma la figlia stolta sarà in isbandimento.
4 La figlia sensata trova marito, la svergognata rattrista suo padre.4 La figlia savia sarà un ereditaggio al marito suo; però che quella che confonde, si fa in contumelia al padre.
5 La sfacciata è vergogna per il padre e il marito, è disprezzata da entrambi.5 Confonde il padre e il marito l'ardita, e dai malvagi non sarà spartita; ma dall' uno e dall' altro sarà vituperata.
6 Il discorso a sproposito è festino nel lutto, ma sferza e disciplina son saggezza in ogni tempo.6 Lo importuno parlare è sì come la musica nel pianto; le battiture e la dottrina sì sono in ogni tempo sapienza.
7 Insegnare allo stolto è come incollare cocci o svegliare chi dorme un sonno profondo.7 Colui che ammaestrarà il pazzo, fa come colui che ricoglie il testo rotto.
8 Parlare allo stolto è parlare a chi dorme, alla fine dirà: "Di che si tratta?".8 Colui che favella a colui che non ode, fa come colui che isveglia del grave sonno colui che dorme.
9 Piangi sul morto, che ha perso la luce, compiangi lo stolto, perché ha perso il giudizio:9 Con uno dormitore favella chi parla allo stolto [la sapienza]; il quale in fine della narrazione dirae: chi è costui?
10 è meno triste piangere il morto che ora riposa, perché la vita dello stolto è peggio della morte;10 Piagni sopra il morto, però che la luce sua è mancata; e sopra il pazzo piagni, però ch' egli mancoe nel senno.
11 per il morto il lutto dura sette giorni, per lo stolto e l'empio tutta la vita.11 Piagni poco sopra il morto, però ch' egli si riposoe.
12 Con lo stolto non sprecare le parole, dall'insipiente evita di andare.12 La vita del reissimo è più reissima oltre la vita del pazzo.
13 Guàrdati da lui per non avere fastidio, per non sporcarti quando si scuote. Sfuggi da lui e troverai la pace, non sarai importunato dalla sua stupidità.13 Il pianto del morto sia sette dì; del pazzo e del reo, tutti i dì della vita loro è da piagnere.
14 Cosa è più pesante del piombo? Eppure non deve considerarsi tale lo stupido?14 Non parlare molto col pazzo, e col disensato non andare.
15 Sabbia, sale e carico di ferro, sono meno pesanti dell'insensato.15 Astienti da lui, acciò che tu non abbi gravezza; e non ti sozzerai del peccato di colui.
16 La travatura ben connessa che stringe le mura non si scompagina se c'è terremoto, così un cuore saldo nella decisione ben maturata non si scoraggia nel momento critico.16 Schìfati da lui, e troverai requie, e non cadrai nella sua stoltizia.
17 Un cuore sorretto da intelligenza e riflessione è un fregio intarsiato su muro intonacato.17 Quale cosa si graverà sopra il piombo? e che è a colui altro nome, che pazzo?
18 I ciottoli posti in alto non resistono al vento, così il cuore dello stolto, basato sulle sue idee, non resiste di fronte a qualsiasi paura.18 Più agevole è a portare rena e sale o masse di ferro, che l'uomo sciocco e pazzo e malvagio.
19 Chi colpisce l'occhio ne provoca le lacrime, chi colpisce il cuore ne scopre il sentimento.19 Sì come il tavolato del legno, incatenato al fondamento dello edificio, non si dissolve, così il cuore confermato col pensiero del consiglio.
20 Chi getta la pietra agli uccelli li caccia, chi biasima l'amico perde l'amicizia.20 Il pensiero del savio in nullo tempo incattiverae (nè) per paura.
21 Se hai tirato la spada contro l'amico, non disperare, c'è sempre una via d'uscita.21 Come la paglia negli alti luoghi, e la calcina trita sanza mistione, posta alla faccia del vento, non staranno ferme;
22 Se hai aperto la bocca contro l'amico, non temere, perché c'è la riconciliazione. Ma oltraggio, superbia, segreto svelato e tradimento mettono in fuga l'amico.22 così il cuore pauroso nel pensiero dello stolto non resisterae contro allo assalto della paura.
23 Conquista la fiducia del prossimo quando ha bisogno, per averne profitto quando sta bene. Nella sua disgrazia restagli vicino, per essergli compagno nella sua eredità.23 Come (l' ornato arenoso nel pariete polito così) il cuore timoroso nel pensiero del pazzo in ogni tempo non ha paura, così colui che persevera nelli comandamenti di Dio sempre.
24 Vapore e fumo nel camino prima del fuoco, così gli insulti precedono il sangue.24 Colui che si pugne l'occhio, ne fa uscire le lagrime; e colui che si pugne il cuore profera, senno.
25 Non mi vergognerò a difendere l'amico, né mi nasconderò dalla sua presenza;25 Si come colui che getta la pietra nelli uccelli, caccia quelli; così colui che villaneggia l'amico dissolve l' amistade.
26 se poi mi capita un guaio a causa sua, chi lo sentirà si guarderà da lui.26 Verso l'amico se tu traesti fuori il coltello, non ti disperare; però che si puote ritornare allo amico.
27 Chi porrà una guardia alla mia bocca, la discrezione a sigillo delle mie labbra, perché non cada a causa loro e la mia lingua non mi mandi in rovina?27 Se elli aprirae la bocca con tristizia, non temere; però che se ne puote rammendare, eccetto la villania e il rimprovero e la superbia e del secreto la revelazione e la piaga fraudolente; in queste cose tutte l'amico fuggirae.
28 La fede possiedi collo amico nella povertade sua, acciò che ti rallegri nel bene suo.
29 Nel tempo della sua tribulazione stàlli fedele, acciò che nella sua ereditade tu sia erede con lui.
30 Il vapore è dinanzi dal fuoco della caminata, e il fumo del fuoco va in alto; così vanno innanzi al sangue li rei detti e le villanie e le minaccie.
31 Non mi vergogneroe di salutare l'amico, e non mi nasconderoe dalla faccia sua; e se per lui mi verrae male, sì lo sosterroe.
32 Ciascuno che m' intenderae, si guarderà da quello.
33 Or chi darà alla bocca mia, guardia, e sopra le labbre mie certo sigillo, sì che io non caggia in quelli, e la lingua mia perisca me?