Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Thobis 3


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VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Tunc Tobias ingemuit, et cœpit orare cum lacrimis,1 Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera di lamento:
2 dicens : Justus es, Domine, et omnia judicia tua justa sunt,
et omnes viæ tuæ, misericordia, et veritas, et judicium.
2 «Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.
3 Et nunc Domine, memor esto mei,
et ne vindictam sumas de peccatis meis,
neque reminiscaris delicta mea, vel parentum meorum.
3 Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.
4 Quoniam non obedivimus præceptis tuis,
ideo traditi sumus in direptionem,
et captivitatem, et mortem,
et in fabulam, et in improperium omnibus nationibus
in quibus dispersisti nos.
4 Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.
5 Et nunc Domine, magna judicia tua,
quia non egimus secundum præcepta tua,
et non ambulavimus sinceriter coram te.
5 Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità.
6 Et nunc Domine, secundum voluntatem tuam fac mecum,
et præcipe in pace recipi spiritum meum :
expedit enim mihi mori magis quam vivere.
6 Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».
7 Eadem itaque die, contigit ut Sara filia Raguelis in Rages civitate Medorum et ipsa audiret improperium ab una ex ancillis patris sui,7 Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre,
8 quoniam tradita fuerat septem viris, et dæmonium nomine Asmodæus occiderat eos, mox ut ingressi fuissent ad eam.8 poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome.
9 Ergo cum pro culpa sua increparet puellam, respondit ei, dicens : Amplius ex te non videamus filium aut filiam super terram, interfectrix virorum tuorum.9 Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia».
10 Numquid et occidere me vis, sicut jam occidisti septem viros ? Ad hanc vocem perrexit in superius cubiculum domus suæ : et tribus diebus, et tribus noctibus non manducavit, neque bibit :10 In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita».
11 sed in oratione persistens cum lacrimis deprecabatur Deum, ut ab isto improperio liberaret eam.11 In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.
12 Factum est autem die tertia, dum compleret orationem, benedicens Dominum12 Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi.
13 dixit : Benedictum est nomen tuum, Deus patrum nostrorum : qui cum iratus fueris, misericordiam facies, et in tempore tribulationis peccata dimittis his qui invocant te.13 Comanda che io sia tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti.
14 Ad te, Domine, faciem meam converto ; ad te oculos meos dirigo.14 Tu sai, Signore, che sono pura da ogni contatto con un uomo
15 Peto, Domine, ut de vinculo improperii hujus absolvas me, aut certe desuper terram eripias me.15 e che non ho disonorato il mio nome né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non senta più insulti».
16 Tu scis, Domine, quia numquam concupivi virum, et mundam servavi animam meam ab omni concupiscentia.16 In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio
17 Numquam cum ludentibus miscui me, neque cum his qui in levitate ambulant, participem me præbui.17 e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia prenderla in sposa, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal cortile e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.
18 Virum autem cum timore tuo, non cum libidine mea, consensi suscipere.
19 Et, aut ego indigna fui illis, aut illi forsitan me non fuerunt digni, quia forsitan viro alii conservasti me.
20 Non est enim in hominis potestate consilium tuum.
21 Hoc autem pro certo habet omnis qui te colit : quod vita ejus, si in probatione fuerit, coronabitur ; si autem in tribulatione fuerit, liberabitur ; et si in correptione fuerit, ad misericordiam tuam venire licebit.
22 Non enim delectaris in perditionibus nostris : quia post tempestatem tranquillum facis, et post lacrimationem et fletum, exultationem infundis.
23 Sit nomen tuum, Deus Israël, benedictum in sæcula.
24 In illo tempore exauditæ sunt preces amborum in conspectu gloriæ summi Dei :
25 et missus est angelus Domini sanctus Raphaël ut curaret eos ambos, quorum uno tempore sunt orationes in conspectu Domini recitatæ.