Scrutatio

Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

Siracide 38


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LA SACRA BIBBIABIBBIA MARTINI
1 Onora il medico per le sue prestazioni, perché il Signore ha creato anche lui;1 Rendi onore al medico per ragione della necessità, perché egli è stato fatto dall'Altissimo;
2 l'arte di guarire viene dall'Altissimo, e chi guarisce riceve doni pure dal re.2 Perocché tutta la medicina viene da Dio, e sarà rimunerata dal re.
3 La sua scienza fa camminare il medico a testa alta, egli riscuote ammirazione davanti ai grandi.3 La scienza del medico lo innarzerà agli onori, ed ei sarà celebrato dinanzi ai grandi.
4 Il Signore ha creato le medicine dalla terra, l'uomo di senno non le detesta.4 Egli è l'Altissimo, che creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non gli avrà a schifo.
5 L'acqua non si addolcì con il legno, che rivelava così una sua peculiarità?5 Un legno non raddolcì egli le acque amare?
6 Il Signore ha dato la scienza agli uomini, perché fosse glorificato con questi poteri meravigliosi.6 La virtù di questi appartiene alla cognizione degli uomini, e il Signore ne ha data ad essi la scienza, affin di essere onorato per le sue meraviglie.
7 Con essi il medico guarisce e vince la sofferenza e il farmacista fa la sua mistura.7 Con questi egli cura, e mitiga i dolori, e lo speziale ne fa composizioni grate, e manipola unguenti salutari, e i suoi lavori non avran fine;
8 Ma non finiscono qui le opere del Signore che dà la pace sulla faccia della terra.8 Perocché la benedizione di Dio tutta empie la terra.
9 Figlio, nella tua malattia non disprezzare ciò, ma prega il Signore ed egli ti guarirà.9 Figliuolo, quando se' malato, non disprezzare te stesso, ma prega, il Signore, ed egli ti guarirà.
10 Ripudia l'errore, correggi l'opera delle tue mani, purifica il cuore da ogni peccato.10 Allontanati dal peccato, e raddirizza le tue azioni, e monda il cuor tuo da ogni colpa.
11 Offri soave odore e un memoriale di fior di farina, offri pingui sacrifici secondo le tue possibilità.11 Offerisci odor soave, e il fior di farina per memoria, e sia perfetta la tua obblazione; e poi da luogo al me dico;
12 E ricorri pure al medico; il Signore ha creato anche lui, non ti abbandoni, perché è necessario.12 Perché Dio lo ha istituito; ed egli non si parta da te, perché l'assistenza di lui è necessaria.
13 C'è il momento in cui la guarigione è nelle loro mani.13 Conciossiachè havvi un tempo, in cui dei cadere nelle mani d'alcuni di essi:
14 Anch'essi pregano il Signore perché conceda loro di dare conforto e guarigione ai loro pazienti.14 Ed eglino pregheranno il Signore, che secondi i loro lenitivi, e dia la sanità, alla quale è diretta la lor professione.
15 Chi pecca davanti al suo Creatore cada nelle mani del medico.15 Colui, che pecca sotto degli occhi di lui, che lo creò, caderà nelle mani del medico.
16 Figlio, versa lacrime sul morto e con sincero dolore intona il lamento; avvolgi il cadavere come è stabilito e non trascurare la sua sepoltura.16 Figliuolo, spargi lagrime sopra il morto, e come per duro avvenimento comincia a sospirare, e secondo il rito ricuopri il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.
17 Sii amaro nel gemito e caldo nel lamento, celebra il lutto secondo la sua dignità, un giorno o due per evitare le maldicenze, ma poi consólati dopo il dolore.17 E per non essere calunniato, fa amaro duolo per lui per un giorno, dipoi racconsolati per fuggir la tristezza:
18 Dal dolore infatti esce la morte, e il dolore del cuore fiacca il vigore.18 E fa il duolo secondo il merito della persona per un di, o due, per evitare le maldicenze;
19 Il dolore resti solo nella disgrazia, ma poi una vita afflitta fa male al cuore.19 Perocché dalla tristezza vien presto la morte, e la malinconia del cuore deprime le forse, e curva il collo.
20 Non abbandonare il tuo cuore al dolore, lìberatene, ricordando la tua fine.20 Collo star ritirato si mantien la tristezza, ed è la vita del povero, qual è il suo cuore.
21 Ben sapendo che non c'è ritorno, il tuo dolore a lui non giova e a te nuoce.21 Non abbandonare il tuo cuore alla tristezza, ma cacciala da te, e ricordati del fine.
22 Ricòrdati che la sua sorte sarà pure tua, ieri a me domani a te.22 Non te ne scordare; perocché di colà non si torna; e non gioverai niente ad altri, e farai male a te stesso.
23 Nel riposo del morto fa' riposare la sua memoria, consólati di lui, per la dipartita del suo spirito.23 Ricordati di quel, che o stato di me; perocché lo stesso sarà di te: oggi a me, domani a te.
24 La sapienza dello scriba viene dal tempo speso nella riflessione, si diventa sapienti trascurando l'attività pratica.24 La requie del defunto renda per te tranquilla la memoria di lui, e tu il consola, mentre si parte da lui il suo spirito.
25 Come penserà alla sapienza chi tiene l'aratro? La sua preoccupazione è quella di un buon pungolo, conduce i buoi e pensa al loro lavoro, i suoi discorsi riguardano i figli delle vacche.25 La sapienza si acquista dallo scriba nel tempo di libertà dagli affari, e chi ha poco da agire, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza si empierà
26 Applica il suo cuore a far solchi, rimane insonne per il fieno delle giovenche.26 Colui, che mena l'aratro, e fa sua gloria di stimolare col pungolo i bovi, ed è tutto nei loro lavori, e non di scorre d'altro, che della progenie dei tori.
27 Così è per ogni artigiano e costruttore, sempre occupato, di giorno e di notte: chi esegue l'intaglio dei sigilli mette tanta pazienza nel cambiare le forme; applica il suo cuore per raffigurare le immagini, finirà la sua opera perdendo il sonno.27 Il suo cuore è rivolto a tirare i solchi, e le sue vigilie a ingrassare le vacche.
28 Così il fabbro, posto vicino all'incudine, è intento al lavoro del ferro. Il vapore del fuoco liquefà le sue carni, mentre egli si accanisce al caldo del camino. Il colpo del martello ribatte nel suo orecchio, i suoi occhi sono fissi sul modello; applicherà il suo cuore per finire le sue opere, sarà insonne per realizzare un ornamento perfetto.28 Cosi il legnaiuolo, e l'architetto lavorano la notte come il giorno: colui, che incide gli emblemi degli anelli, e coll'assiduo pensare ne diversifica la scultura: applica il suo cuore a imitar la pittura, e colle sue vigilie perfeziona il suo lavoro.
29 Così il ceramista, seduto al suo lavoro, gira con i suoi piedi la ruota, si trova sempre preoccupato per la sua opera, perché tutto il suo lavoro è soggetto al calcolo.29 Cosi il fabbro sedendo presso all'incudine intento al ferro, ch'ei mette in opera, il vapore del fuoco gli asciuga le carni, ed ei combatte cogli ardori della fornace:
30 Col suo braccio modella l'argilla e con i piedi ne rammollisce la durezza, applica il suo cuore per finire la lucidatura e perde il sonno per pulire il forno.30 Egli ha intronate le orecchie dal suon de' martelli, e gli occhi fisi al modello dell'opra sua:
31 Tutti costoro confidano nelle loro mani e ciascuno è abile nel suo mestiere.31 Il suo cuore è inteso a finire i lavori, e colle sue vigilie gli orna, e gli perfeziona.
32 Senza di loro la città non può essere costruita, nessuno può abitarvi o circolarvi.32 Così colui, che fa i vasi di terra assiso al suo lavoro gira co' piedi la ruota, ed è sempre in sollecitudine per quel, che ha per le mani, e conta il numero di tutte le opere sue.
33 Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo, e nell'assemblea non emergono; sul seggio del giudice non siedono e la disposizione della legge non comprendono.33 Colle sue braccia impasta la creta, e si incurva colla sua forza davanti a' suoi piedi.
34 Non dimostrano né cultura né conoscenza della legge, e non sono perspicaci nei proverbi. Ma essi assicurano il funzionamento del mondo e nell'esercizio della loro arte c'è la loro preghiera.34 Il cuor di lui sarà inteso alla in verniciatura, e veglierà alla nettezza della fornace.
35 Il forte di tutti costoro è nelle lor mani, e ognuno è sapiente nel suo mestiero:
36 Senza di loro non si fabbrica una città.
37 Eglino però non abiteranno dappresso, e non anderanno girando, e non entreranno nelle adunanze.
38 Non saranno assisi trai giudici, e non intenderanno le leggi giudiciali, e non insegneranno le regole della vita, e della giustizia, e non si metteranno ad esporre le parabole:
39 Ma essi ristorano le cose del mondo, e i loro voti sono per l'esercizio dell'arte loro, applicando l'anima propria a intendere la legge dell'Altissimo.