Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Lettera agli Efesini 3


font

Paolo insegnò questo mistero rivelato a' profeti, ed agli Apostoli, che i Gentili erano fatti partecipi per Gesù Cristo delle promesse di Dio, cui egli prega, affinchè corrobori nello Spirito, e radichi nella carità gli Efesini, perchè pienamente comprendano i divini misterj.

1Per questa cagione io Paolo (sono) il prigioniero di Cristo Gesù per voi gentili,2Se pur siete stati informati del ministero della grazia di Dio, che fa a me conceduto per voi:3Conciossiacbé per rivelazione fu a me notificato questo mistero, conforme ho scritto brevemente di sopra:4Dal che potete in leggendo conoscere la scienza, che io ho del mistero di Cristo:5Il quale non fu conosciuto nell' altre età da' figliuoli degli uomini nella maniera, che ora è stato rivelato ai santi Apostoli di lui, e a' profeti dallo Spirito,6Che le genti sono coeredi, e dello stesso corpo, e consorti della promessa di lui in Cristo Gesù mediante il vangelo:7Del quale son io stato fatto ministro per dono della grazia di Dio, la quale è stata conferita a me secondo l'efficacia, della potenza di lui.8A me menomissimo di tutti i santi o stata data questa grazia di evangelizzare tralle genti le incomprensibili ricchezze di Cristo,9E di disvelare a tutti, quale sia la dispensazione del mistero ascoso da secoli in Dio, che ha create tutte le cose:10Onde adesso per mezzo della Chiesa sia conosciuta dai principati, e dalle potestà ne' cieli la moltiforme sapienza di Dio,11Secondo la determinazione eterna, che egli ne fece in Cristo Gesù Signor nostro:12In cui abbiamo fiducia, ed accesso (a Dio), confidanza per mezzo della fede di lui.13Per la qual cosa io vi chieggo, che non vi perdiate d'animo per le tribolazioni, che io ho per voi: le quali sono vostra gloria.14A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo,15Da cui tutta la famiglia e in cielo, e in terra prende nome,16Affinchè conceda a voi secondo l'abbondanza della sua gloria che siate corroborali in virtù secondo l'uomo interiore per mezzo del suo Spirito,17Che Cristo abiti ne' cuori vostri mediante la fede: essendo voi radicati, e fondati nella carità,18Perché possiate con tutti i santi comprendere, quale sia la larghezza, la lunghezza, e l'altezza, e la profondità:19Ed intendere eziandio quella, che ogni scienza sorpassa, carità di Cristo, affinchè di tutta la pienezza di Dio siate ripieni.20E a lui, che è potente per fare tutte le cose con sovrabbondanza superiore a quel, che domandiamo, o comprendiamo, secondo la virtù, che sfoggiatamente opera in noi:21A lui gloria nella Chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le generazioni di tutti i secoli. Cosi sia.

Note:

3,1:Per questa cagione io Paolo (sono) il prigioniero ec. Per l'esecuzione de' disegni di Dio, che vuol riunire tutti gli uomini in una sola fede sotto il comune capo, e salvatore Gesù Cristo, son io Paolo divenuto il prigioniero di Cristo, di cui difendo la causa, e prigioniero particolarmente per amore di voi Gentili; conciossiachè per avere invitato le nazioni incirconcise al Vangelo sono stato perseguitato da' Giudei, e da' medesimi accusato, e quindi condotto a Roma in catene.

3,2:Se pur siete stati informati del ministero ec. Chiama qui al suo solito ministero della grazia di Dio l'apostolato, come conferitogli per pura grazia del Signore, ed era celebre in tutta la Chiesa la vocazione di Paolo all'apostolato de' Gentili, onde non poteva ciò essere i gnoto agli Efesini, tra' quali egli avea predicato. Questo modo di dire, se pur siete stati informati, è usato da lui non per segno di dubitazione, ma di costante credenza.

3,3-5:Per rivelazione fu a me notificato questo mistero, conforme ec. Intende per questo mistero la sua missione tralle genti per annunziare ad esse il Vangelo, e la riunione de' due popoli per mezzo dello stesso Vangelo, della quale ha parlato ne' due capitoli precedenti, e dice di averne parlato loro non come avrebbe richiesto la grandezza di tal mistero, ma brevemente, e tanto solamente da far conoscere ad essi la scienza, che era stata a lui data dello stesso mistero per divina rivelazione. Questo mistero aggiunge non essere stato mai conosciuto nelle precedenti eta dagli uomini con quella chiarezza, con la quale fu manifestato dallo Spirito del Signore agli Apostoli, ed ai profeti della legge evangelica. Imperocchè quantunque ed agli antichi patriarchi, ed ai profeti non fosse ascosa la futura vocazione dei Gentili, contuttociò la cognizione, che quelli ne ebbero, fu molto scarsa, e limitata in comparazione di quella, che meritamente fu data a' ministri del Vangelo, per mezzo de' quali dovea ridursi la stessa vocazione ad effetto. Veggasi il cap. X. degli Atti, ed anche cap. XV. I.

3,6:Che le genti sono coeredi, e dello stesso corpo, e con sorti della promessa di lui in Cristo Gesù ec. Che i Gentili rimanendo nella loro libertà senza divenire prima pro seliti, siano coeredi degli stessi Giudei, chiamati come questi alla vita celeste, e siano com' essi membra dello stesso corpo, di cui Cristo è il capo, e siano, non men che quelli, fatti partecipi delle promesse fatte ad Abramo, fatti partecipi dello Spirito di promissione santo per Cristo Gesù mediante il Vangelo dalle stesse genti abbracciato. Questo mistero riempiè di stupore tutta la nuova Chiesa di Gerusalemme, allora quando per bocca di Pietro le fu manifestato, come Dio con ispeciale rivelazione, e con evidentissimi segni avea dimostrato, essere stata per Cristo aperta anche ai Gentili la via della penitenza per giugnere alla salute. Vedi Atti XI. 18.

3,7:Del quale son' io stato fatto ministro per dono della grazia di Dio.... conferita a me ec. Di questo Vangelo son io stato fatto ministro per liberale gratuito dono di Dio, da cui è stata comunicata a me la virtù, e la potestà de' miracoli in confermazione dello stesso Vangelo.

3,8:A me menomissimo di tutti i santi ec. Non dice solamente degli Apostoli, ma di tutti i santi, vale a dire di tutti i fedeli. La umiltà, con cui sente egli, e parla mai sempre della propria persona, è uguale alla elevazione de' suoi sentimenti intorno alla sublimità del ministero affidatogli da Cristo. Così egli è uno di coloro, de' quali sta scritto in Isaia LX.22. Il minimo diventerà mille, e il pargoletto crescerà in popolo fortissimo: e così si avverò la parola del Signore: sii tu principe di cinque, o di dieci città: imperocchè di quante città, e di quanti popoli di venne pastore, e capo quest'uomo, che chiama se stesso il meno missimo tra tutti i Cristiani?

3,9:E di disvelare a tutti, quale sia la dispensazione del mistero ec. E a me è stato dato di far conoscere a tutti gli uomini, come Dio abbia voluto in questo tempo adempiere quel mistero ascoso per tutti i secoli addietro nella mente del medesimo Dio, il quale creò tutte le cose, ed ora le restaura, e siccome tutte le creò per mezzo del suo Figliuolo, così per lo stesso Figliuolo suo Gesù Cristo adesso le rinnovella.

3,10:Onde adesso per mezzo della Chiesa sia conosciuta dai principati, ec. Quanto grande onore si è per la Chiesa cristiana, che nella formazione di lei, e in tutto quello, che Dio fece, e fa per essa, abbiano i più sublimi beati spiriti discoperto nuovi tesori della infinita sapienza di Dio?

3,11:Secondo la determinazione eterna, che egli ne fece in Cristo Gesù. Tutto ciò che Dio ha fatto o ne' secoli precedenti per preparare le vie a Cristo, o nel tempo presente per la edificazione del corpo mistico del medesimo Cristo, tutto, dice l'Apostolo, era stato determinato in Dio ab eterno per quella sapienza, per cui tutte queste cose sono state adempite, vale a dire per Gesù Cristo Signor nostro.

3,12:In cui abbiamo fiducia, ed accesso ec. In Cristo, cui siamo innestati, ed incorporati, abbiam fiducia per accostarci a Dio, e per invocarlo come padre nostro, perchè padre di Cristo, sostenuti dalla fede per cui lo riconosciamo come datoci dal Padre per nostro mediatore, e propiziatore, e sola nostra salute.

3,13:Per la qual cosa io vi chieggio, ec. E avendo noi tanta ragione di confidare nella bontà di Dio, guardatevi, vi prego, o Efesini, dal turbarvi, o smarrirvi per le afflizioni, che io soffro per la causa della Chiesa di Cristo, che è vostra causa, come le stesse mie afflizioni sono vostra gloria; conciossiachè in confermazione della vostra fede io le soffro.

3,15:Da cui tutta la famiglia e in cielo, e in terra prende nome. Gli Ebrei chiamavano gli Angeli, la famiglia superiore di Dio, i giusti, la famiglia inferiore. Paolo dice, che da Dio padre di Cristo prende nome e la famiglia del cielo, e quella, che in tutte le parti del mondo il nome di lui riverisce, e adora per Gesù Cristo, con che vienè a reprimere la superbia degli Ebrei, i quali alla loro nazione restringevano il titolo di famiglia di Dio.

3,16-17:Che siate corroborati in virtù ec. Ecco quello, che con tanto affetto chiede a Dio l'Apostolo pe' suoi cari figliuoli; che il Signore conforti per mezzo del suo Spirito il loro uomo interiore, il loro Spirito, che abiti Cristo in essi mediante la fede (fondamento di tutte le virtu) accompagnata dalla carità, in cui siano ben radicati, e fondati, perchè non altro, che ottimi frutti nascer possono da tal radice, e fermo, e stabile sarà l'edificio, che sopra tal fondamento si innalzi.

3,18-19:Perchè possiate con tutti i santi comprendere, ec. Affinchè non solo intendiate con la mente, ma quel che è più, stimar sappiate, e apprezzare con l'affetto del cuore la dignità, la grandezza, la maestà, l'immensità del mistero della redenzione degli uomini, e conoscere ancora, quanto inconcepibile sia a mente umana, e quanto tutti i lumi dell'umano sapere oltrepassi l'immensa carità dimostrata da Cristo verso di noi. L'Apostolo per dinotare in qualche modo l'incomprensibilità del mistero della redenzione umana, alle tre dimensioni del corpo naturale aggiunse la quarta, che è fuor di natura, facendolo non solo lunghissimo, e larghissimo, e profondissimo, ma anche altissimo.
Affinchè di tutta la pienezza di Dio siate ripieni. Affinchè abbiate una perfetta partecipazione di tutti i doni di Dio; in questa vita la pienezza delle virtù, nell'altra la pienezza della beatitudine, e della gloria.

3,20-21:E a lui, che è potente ec. All'orazione aggiunge il rendimento di grazie. Questi due versetti si ordinano, e spiegano in questa guisa: gloria rendasi per tutti i secoli, e per tutte le generazioni nella Chiesa per Cristo Gesù a lui, che può fare per noi ogni cosa con soprabbondanza eccedente e le nostre preghiere, e la stessa nostra intelligenza; a lui, che può, e sa fare per noi non solo tutto quello che domandiamo, ma quello ancora, che non sapremmo noi nè immaginare, nè desiderare, conforme apparisce da quello che egli ha fatto, e fa tuttora in noi, e per noi. Infatti chi avrebbe saputo giammai stendere tant'oltre il volo de' propri pensieri, che giugner potesse a immaginare i mezzi, che eletti furono da Dio per operare la redenzione dell'uomo? Chi avrebbe pensato, che Dio si avesse a far uomo per fare dell'uomo un Dio per la partecipazione della natura divina? E lo stesso dicasi delle tante mirabili cose fatte da Dio per la formazione della Chiesa poste in tanta luce dal nostro Apostolo, e altrove, e si particolarmente in questa altissima lettera.